giuseppe conte gennaro vecchione joseph mifsud vincenzo scotti donald trump

NIENTE DI NUOVO SUL RUSSIAGATE ALL’AMATRICIANA – NEL RAPPORTO DI JOHN DURHAM CHE SMONTA L’INCHIESTA SULLE PRESUNTE INFLUENZE RUSSE NELL’ELEZIONE DI TRUMP, NON C’È TRACCIA DELL’AMPIO FILONE CHE RIGUARDAVA L’ITALIA: VI RICORDATE DEL MISTERIOSO PROF. MALTESE MIFSUD E DI GEORGE PAPADOPOULOS? BENE, DIMENTICATELI…

Estratto dell’articolo di Salvatore Cannavò per “il Fatto quotidiano”

 

george papadopoulos a un evento trump

Aspettavamo un Rapporto Barr e invece è arrivato il Rapporto Durham. Il “Russiagate” cioè l’influenza di Mosca sulla vittoria dell’ex presidente Usa, Donald Trump, sembra non finire mai. John H. Durham, il consigliere speciale dell’era Trump, che per quattro anni ha portato avanti un’indagine su quelle interferenze, nel documento di 306 pagine consegnato il 15 maggio, ha accusato l’Fbi di aver “deliberatamente ignorato informazioni materiali” che contrastavano il racconto di una collusione tra Trump e la Russia.

 

[…] Nonostante in Italia ci si sia affezionati a questa inchiesta, nel Rapporto non si fa menzione delle vicende che hanno riguardato Roma. Si ricorderà che le rivelazioni sulle email a disposizione dei russi furono fatte dal consulente della campagna Trump, George Papadopoulos, a un diplomatico australiano.

 

JOSEPH MIFSUD

Si fece strada, poi, l’ipotesi che Papadopoulos avesse avuto l’informativa dal misterioso professore maltese Jospeh Mifsud. Da lì si sono rincorse le ricostruzioni più complesse, e meno accertate, con l’obiettivo di tirare dentro l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accusato di aver messo l’intelligence italiana a disposizione del procuratore generale di Trump, William Barr, desideroso di dimostrare che il complotto in realtà era stato ordito dai Dem americani, con il sostegno di Matteo Renzi in Italia.

 

JOSEPH MIFSUD

Durham non fa alcun riferimento a Mifsud, all’Italia né tantomeno a Giuseppe Conte. Durham, confermando la sostanza del precedente Rapporto Mueller, non smentisce i “numerosi collegamenti tra il governo russo e la campagna Trump”, ma sottolinea che quel rapporto non ha mai trovato prove sufficienti ed evidenzia un “apparente pregiudizio” dell’Fbi troppo disponibile a fare affidamento su informazioni provenienti dagli oppositori politici e “a non considerare adeguatamente ipotesi alternative e ad agire senza un’adeguata obiettività”.

 

JOHN DURHAM

Emerge anche un dettaglio nuovo relativo a un “donatore straniero” che ha cercato di acquistare influenza sulla campagna di Hillary Clinton, donatore che però successivamente l’Fbi fece allontanare dagli eventi della campagna elettorale.

 

Il rapporto Durham è il quarto importante documento che ricostruisce l’intervento russo nelle elezioni del 2016. Dall’insieme di questi rapporti […] si ricava che la Russia ha cercato di influire su quelle elezioni; che la dozzina di russi incriminati, però, non è mai stata estradata; che l’Fbi aveva motivo di indagare vista la “soffiata” del diplomatico australiano, ma secondo Durham, “l’indagine avrebbe potuto essere aperta in modo più appropriato”.

JOHN DURHAM

 

Ma Durham accusa l’Fbi anche di non aver indagato in modo altrettanto aggressivo su un “piano Clinton” del 27 luglio finalizzato a “fomentare uno scandalo contro Trump” legandolo al presidente russo e all’hackeraggio del Comitato nazionale democratico (piano negato da Clinton). Accuse e controaccuse, dunque, nel tentativo di creare discredito agli avversari e conducendo così una lotta sanguinosa dove i Repubblicani non fanno mancare le rivelazioni che coinvolgono il figlio di Joe Biden, Hunter, e il suo computer portatile abbandonato incautamente e pieno di prove di uso di droga, prostituzione e affari esteri.

 

Anche in questo caso è stata invocata la presenza russa e l’accusa a Biden di essersi mosso più volte a protezione del figlio. Ed è notizia di ieri che l’Irs, il fisco Usa, ha rimosso l’intera squadra investigativa dalla sua lunga indagine per frode fiscale nei confronti di Hunter Biden. […]

donald trumpWILLIAM BARR JOHN DURHAM