philippe donnet alberto nagel

SCINTILLE AL CDA DI GENERALI - AL CENTRO DELLA CONTESA TRA CALTAGIRONIANI (FABRIZIO PALERMO) E NAGELIANI (LORENZO PELLICIOLI), LA PROPOSTA DEL CONSIGLIERE INDICATO DA MEDIOBANCA CHE IL LEONE DI TRIESTE COMPRI AZIONI DI PIAZZETTA CUCCIA PER SOSTENERE L’OPERAZIONE SU BANCA GENERALI. UN'INDICAZIONE CHE NON HA CONVINTO NEMMENO DONNET – RIUSCIRA' NAGEL ALL'ASSEMBLEA DEL 21 AGOSTO A SALVARSI LA PELLE DALL'ASSALTO DI CALTARICCONE E DI MILLERI? AH, SAPERLO....

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Estratto dell’articolo di Claudia Luise,Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Che i consigli di amministrazione di Generali siano quanto meno "dialettici" è un dato di fatto. Ma ieri, nel cda convocato per dare una risposta a Mediobanca su Banca Generali e licenziare i conti semestrali, il livello di scontro si è decisamente alzato. E al centro della contesa c'è stata la posizione di Lorenzo Pellicioli, consigliere indicato da Mediobanca e vicino all'ad Alberto Nagel.

 

Tutto parte dalla richiesta della Consob, nei giorni scorsi, rivolta a tutti i consiglieri di specificare se qualcuno fosse stato messo al corrente del progetto di Mediobanca su Banco Generali prima dell'assemblea del 24 aprile, quindi prima del rinnovo del board del Leone.

 

lorenzo pellicioli

Richiesta a cui Pellicioli avrebbe risposto positivamente mettendo al corrente l'autorità per la vigilanza dei mercati finanziari di almeno un incontro sul tema a cui avrebbe partecipato lo stesso Nagel. Una indicazione che cambia la narrazione diffusa finora: la mossa dell'ad di Piazzetta Cuccia non sarebbe stata una decisione improvvisa.

 

Quando però una consigliera ha provato a chiedere spiegazioni, Pellicioli avrebbe deciso di non rispondere. Non solo. A far salire la tensione sarebbe stata anche la proposta sempre di Pellicioli - prima al Comitato degli investimenti di Generali, martedì, e ieri in cda - che la compagnia di assicurazione comprasse azioni Mediobanca per partecipare all'assemblea di Piazzetta Cuccia e sostenere l'operazione di Nagel su Banca Generali.

 

MPS MEDIOBANCA

Un'indicazione ritenuta irrituale, che non ha convinto nemmeno l'ad del Leone, Philippe Donnet, ed è caduta nel vuoto.

 

L'irritazione di Donnet si è manifestata anche in conferenza: non ha risposto a chi chiedeva se c'era stato un voto in cda all'unanimità.

 

Da queste premesse è poi partita la lettera che Donnet ha fatto recapitare all'indirizzo di Nagel in cui risponde sull'Ops su Banca Generali, con la proposta di estendere gli accordi distributivi già raggiunti dal Leone con la controllata, e si dichiarata disponibile a valutarla e a negoziare.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI

Generali non prende alcun impegno e non indica i tempi per un'intesa. «Generali conferma l'intenzione di proseguire la valutazione dell'offerta e le discussioni inerenti» e «si riserva il diritto di continuare a valutare nelle prossime settimane l'offerta e la potenziale partnership industriale nel pieno rispetto dei processi e della tempistica del gruppo», è la comunicazione diffusa al termine del cda del Leone.

 

Trieste comunica poi l'avvio del buyback da 500 milioni, il primo del nuovo piano, e la semestrale che registra 50,1 miliardi di premi lordi (+0,9%), 4 miliardi di utile operativo (+8,7%), un risultato netto normalizzato di 2,2 miliardi (+10,4%) e un utile netto di 2.152 milioni (+4,9%). Con l'esposizione in Btp italiani salita a 40,6 miliardi.

ALBERTO NAGEL

 

Lo scontro partito in Generali si è poi spostato anche nel cda di Mediobanca dove si sarebbe rimarcato che incontri ci sono stati ma perché si parla di una possibile aggregazione da anni e quindi, dal punto di vista di Piazzetta Cuccia, non ci sarebbe nulla di strano o incongruente.

 

Quindi, come previsto, si è deciso di convocare l'assemblea per il 21 agosto (contrari i due consiglieri eletti nella lista di minoranza Sandro Panizza e Sabrina Pucci). A Piazzetta Cuccia, infatti, bastava «non un disco rosso» per andare avanti: in caso di voto favorevole si prevede che parta l'offerta parta il 2 settembre mentre sarà ancora in corso l'Ops del Monte dei Paschi. «Non abbiamo preso nessun impegno», chiarisce Donnet.

 

Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

«Abbiamo comunicato la nostra disponibilità a interloquire e a negoziare perché siamo interessati a questa opzionalità di partnership, ma niente di più». I tempi per il processo di valutazione già avviato non sono brevi dal momento che per il gruppo assicurativo si tratta di un'operazione con parti correlate. È improbabile che entro il 21 agosto venga messa la firma a un accordo di distribuzione allungato a 10 anni e allargato alla rete di Piazzetta Cuccia, come proposto nella lettera inviata a Trieste.

 

Poco cambia allora rispetto a due mesi fa quando il gruppo Caltagirone aveva chiesto di rinviare a dopo gli accordi di partnership l'assemblea inizialmente prevista per 16 giugno. Allora in un primo momento Mediobanca non aveva dato seguito alla richiesta, salvo poi cambiare idea all'ultimo spostando l'appuntamento al 25 settembre con l'obiettivo dichiarato di fornire informazioni più dettagliate sulle implicazioni dell'operazione.

 

MEDIOBANCA

Ora è da capire se il 21 agosto ci possano essere dei cambiamenti tra le opinioni degli analisti circolate prima dello slittamento. Nel caso prevalessero i sì, l'accordo commerciale che il cda di Mediobanca ha limitato in prima battuta solo al Leone e non a Banca Generali (che si era già sfilata in questa fase) non arriverà in tempo per finire nel documento d'offerta che verrà approvato dalla Consob.

 

Tale condizione di efficacia, ha deciso il cda di Piazzetta Cuccia, potrà quindi verificarsi entro il penultimo giorno dell'offerta. Stesso discorso per la cancellazione del lockup sulle azioni proprie che Generali riceverà in cambio della quota di maggioranza in Banca Generali. Nel frattempo resta in standby l'accordo con la francese Natixis: se ne riparlerà in autunno.

lorenzo pellicioli BANCA GENERALIFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI PUBBLICITA MEDIOBANCA SUI GIORNALI