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Ettore Livini per la Repubblica
Matteo Renzi perde in casa - purtroppo per lui la partita che conta - ma vince in trasferta. Il voto degli italiani all'estero ha dato due responsi chiari. Il primo è la vittoria del Sì, che ha raccolto oltrefrontiera il 64,7% dei voti. Trionfando negli Stati Uniti (58,9%), in Francia (66%), Germania (61%) e Svizzera (62%) ma sbancando pure Cina (57%) e Iran (70%).
Il secondo è la frammentazione del voto. Il mondo è bello perchè è vario e la mappa dei risultati del referendum conferma che la riforma ha diviso in due non solo la penisola ma tutto il pianeta: il Sud America si è schierato in forze accanto al premier con percentuali bulgare; in quattro paesi - Brasile, Malawi, Israele e Haiti - il Sì ha fatto il pieno con oltre l'80% dei voti.
Il No però è riuscito a piantare la sua bandierina su alcune importanti roccaforti, sfondando oltre la vecchia cortina di ferro (ha vinto in Russia, Polonia, Ungheria, nelle regioni baltiche, nel Caucaso e persino in Vietnam) espugnando Irlanda e Norvegia e trionfando con il 75% in Islanda, dove il Partito Pirata - forse non a caso - ha appena ricevuto l'incarico per formare il nuovo Governo. Di più: l'"accozzaglia" ha conquistato pure il Giappone, l'unica nazione del G-7 ad aver bocciato la riforma costituzionale.
Il paese più renziano al mondo, a giudicare dal risultato uscito dalle urne estere, è il Malawi. Gli elettori locali non sono molti, 108 aventi diritto, ma l'affluenza è stata alta e le idee chiare: 65 persone, pari a una percentuale plebiscitaria dell'85,5% dei votanti, ha messo la croce sul Sì. La vera torcida del premier è però il Brasile, dove l'ok alla proposta dell'esecutivo ha raggiunto l'84,7% con 70mila preferenze. Tutta l'America del resto, dall'Alaska fino a Capo Horn, ha votata compatta a fianco del premier con percentuali superiori al 70% in Uruguay, Colombia, Cile e Perù. L'unico a tenere alta la bandiera degli anti-Renzi è stato il Costarica dove il Governo ha perso 444 a 420.
Il No invece ha fatto saltare il banco in tre aree specifiche: i paesi ex-comunisti (con l'eccezione di Pechino), il Golfo e - al netto dell'eccezione della Cina - il Far East. Dei 37 elettori del Laos ben 29 hanno votato così. Lo stesso è successo in Cambogia, India - anche se per un soffio - e Pakistan. Sulla medesima lunghezza d'onda sono sintonizzati gli italiani che vivono alla corte degli emiri, tutti largamente contrari alla riforma. L'Iran invece è saldamente (70%) al fianco del primo ministro uscente.
Diviso invece il mondo dei paradisi. Quelli fiscali - Lussemburgo e Monaco - hanno votato sì. Quelli esotici invece viaggiano in ordine sparso. Alle Maldive stravincono i No (77%), come a Trinidad, Mauritius e Giamaica (60%). Seychelles e Bahamas invece sono con Renzi. Se alla fine il premier optasse per un sabbatico dalla politica o un periodo d'Aventino, sono sempre meglio di Sant'Elena.
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