
DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL…
Goffredo De Marchis per “la Repubblica”
Furibondo ma realista, Denis Verdini spiega agli amici che Matteo ci ha scaricati, non gli serviamo più. Aveva avuto una promessa, il minimo sindacale, un prezzo ridicolo, eravamo pronti a fare i parenti poveri, ad entrare dalla porta di servizio: un viceministro e due sottosegretari. Nemmeno quello. Solo la conferma di Enrico Zanetti, vice all' Economia.
Ma quando, a tarda sera, Verdini ha capito che Paolo Gentiloni e Matteo Renzi non gli volevano riconoscere alcunchè, ha deciso di rinunciare anche all' ultimo posticino. Zanetti si è ritirato, volevamo fare la nostra parte di fronte a una difficile fase di transizione, ma il chiarimento non è mai arrivato. Preferisco fare politica, il nostro problema non sono le poltrone, ma il riconoscimento di un percorso , ha chiarito il segretario di Scelta civica.
Si consuma sui posti di sottogoverno il divorzio di un' asse chiacchierato ma solidissimo tra Verdini e Renzi.
Ma il punto è che il 4 dicembre, giorno della sconfitta del Sì al referendum, è finito il progetto politico di Ala, dicono amaramente i verdiniani. Quel progetto era il partito di Renzi, più noto come il partito della Nazione, un centrosinistra senza la minoranza dem. Oggi non è all' orizzonte, non esiste più, Matteo è troppo debole per realizzarlo, dice ancora l' ex coordinatore di Forza Italia ai fedelissimi. Eppoi c' è l' incognita della legge elettorale.
Era rimasto a Roma tra Natale e Capodanno per salvare il salvabile. Non è bastato. Il nostro valore aggiunto al Senato non erano i voti all' esecutivo, che arrivano comunque, un pezzo di qua, un pezzo di là, anche da Sel (il fuoriuscito Dario Stefàno potrebbe essere un nuovo sottosegretario, ndr). Il nostro valore aggiunto era garantire il numero legale. Ma adesso, per questo, c' è Berlusconi..., è il ragionamento di Verdini.
I "responsabili" non hanno un ruolo, ora il verdiniano vero è il Cavaliere, che ha bisogno del governo per difendere le sue aziende e siede di nuovo al tavolo per la legge elettorale. Se la questione è garantire il numero legale, nemmeno quella di votare i provvedimenti di Palazzo Chigi, beh il gioco dei forzisti è fin troppo facile.
Un progetto politico fallito, la sconfitta nella partita dei sottosegretari sono le premesse per un' implosione del movimento. Ma per andare dove?
Col Pd? Dura, visto che Renzi è atteso da un confronto interno e Verdini è sempre un argomento a sfavore nel centrosinistra.
BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS
Con Forza Italia? Maurizio Gasparri ha già posto l' altolà ai figlioli prodighi, però il rapporto tra Verdini e il leader di Fi non si è mai interrotto. La tentazione è quella della vendetta a Palazzo Madama, di far mancare il sostegno nei momenti cruciali. Ma i verdiniani possono tornare a un' opposizione radicale? La strada sembra senza uscita. Zanetti e Verdini hanno già scelto: puntare ancora su "Matteo". Anche se Renzi, si è visto, ci mette poco a scaricarli.
DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL…
DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI –…
FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA…
DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER…
FLASH – ARIANNA MELONI NON VA PIÙ A PALAZZO CHIGI, DOVE HA UNA STANZA A SUA DISPOSIZIONE, MA DA…
DAGOREPORT – PERCHÉ ROBERTO TOMASI, CONSIDERATO FINORA VICINO A SALVINI, HA ATTACCATO…