DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Massimo Lomonaco per l'ANSA
Nasce il governo dei record in Israele. Non solo perché l'esecutivo di "emergenza e unità nazionale" di Benyamin Netanyahu (già lui stesso il premier in carica più longevo) e di Benny Gantz mette fine alla crisi maggiore nella storia del Paese ma anche perché conta il numero più alto di ministri e vice (36 e 19). E vanta un'ingegneria istituzionale tutta particolare: due primi ministri 'alternati' alla guida con una rotazione di 18 mesi, cominciando da Netanyahu e finendo con Gantz. Senza contare che - come fiore all'occhiello - vede la prima volta di due donne.
L'ebrea etiope Pnina Tamano-Shata, di Blu-Bianco, al ministero dell'Immigrazione, espressione di una minoranza dalla storia travagliata che ha avuto, ed ha tuttora, molte difficoltà di integrazione nella società israeliana. Ma anche - sempre per Blu-Bianco - la prima donna ortodossa, Omer Yankelevich, alla Diaspora. "Sanità, economia e sicurezza" sono i tre obiettivi indicati da Netanyahu come assi portanti dell'agenda del governo. Senza dimenticare, ha aggiunto, l'Iran, lo spinosissimo tema dell'annessione di parti della Cisgiordania sulla scia del piano di pace di Trump (osteggiato dai palestinesi, dalla Ue e dal mondo arabo) e il Tribunale penale dell'Aja che "vuole incriminare per crimini di guerra soldati israeliani".
La Knesset ha premiato il nuovo esecutivo con 73 voti a favore, 46 contrari e un astenuto. "Gli israeliani - ha spiegato Netanyahu rivendicando il merito di aver evitato le quarte elezioni - vogliono un governo di unità: oggi lo hanno". "Credo che un quarto voto - ha incalzato Gantz difendendo la scelta di allearsi con il Likud - avrebbe fatto di Israele un posto caotico, sia dal punto di vista sociale che economico". Al di là dei numeri di oggi comunque, la strada non è stata facile: l'insediamento sarebbe dovuto avvenire tre giorni fa ma Netanyahu ha chiesto un rinvio all'ultimo minuto. Motivo principale è stato il mal di pancia di molti esponenti di spicco del suo partito, il Likud, scontenti per non aver ricevuto incarichi ministeriali o insoddisfatti di quelli avuti.
benny gantz e benjamin netanyahu
Gli sono occorsi tre giorni per accontentare tutti e tra questi Tzachi Hanegbi, nell'inedito ruolo di ministro nell'Ufficio del premier. Nella gerarchia degli incarichi - ma tutto cambierà quando ci sarà l'alternanza - Blu-Bianco ha guadagnato ministeri chiave: la Difesa a Gantz (che si è dimesso da presidente della Knesset) e gli Esteri a Gabi Ashkenazi. Ma anche la Giustizia - il processo a Netanyahu è previsto il 24 maggio - con Avi Nissenkorn e l'Economia con Amir Peretz, il laburista passato con il partito centrista. Al Likud e agli partiti del blocco di destra sono andati 19 ministri: tra questi, le Finanze (Israel Katz), la Sanità (Yuli Edelstein), la Pubblica Sicurezza (Amir Ohana).
Mentre sul nuovo governo sono planate le congratulazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo e dell'ambasciatore americano David Friedman, l'ex alleato di Gantz, Yair Lapid, ha attaccato a testa bassa. "Oggi - ha denunciato - la Knesset ha perso la fiducia dei cittadini israeliani. I politici hanno preso i soldi, senza dare niente in cambio. Non c'è più legame fra la politica e la vita reale della gente". Infine la stilettata al suo ex alleato Gantz: "Ha svenduto i suoi ideali".
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