TU CHIAMALE SE VUOI, ISPEZIONI BIPARTISAN - PARADOSSI DA REPUBBLICA DEL BANANA: IL MINISTRO “NITRO”-PALMA INCARICA IL CAPO DEGLI ISPETTORI, LA “TOGA AZZURRA” MILLER, DI MANDARE I SUOI “007” A BARI SU RICHIESTA DEL PD, PERCHÉ IL PROCURATORE LAUDATI AVREBBE FAVORITO IL CAINANO TENENDO SOTTO CHIAVE L’INCHIESTA TARANTINI - E POI LI MANDA A NAPOLI PERCHÉ WOODCOCK & FRIENDS AVREBBERO INVECE TENTATO DI FREGARE IL CAINANO, CONVOCANDOLO COME TESTIMONE MENTRE VOLEVANO INCRIMINARLO - MILLER COMPARE NELL’INCHIESTA P3, E IL PD FA IL GESTO DI INDIGNARSI…

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Massimo Martinelli per "Il Messaggero"

L'avevano chiesto in tanti, un faro del Guardasigilli sulle due procure più esposte del momento, cioè quella di Napoli e quella di Bari. E adesso che Nitto Palma ha deciso che era il caso di intervenire, l'invio degli ispettori di via Arenula provoca l'ennesima bagarre tra opposizione e maggioranza. Polemiche a parte, l'iniziativa sarà annunciata stamane in Parlamento dal ministro della Giustizia, che deve anche rispondere a una delle interrogazioni che avevano segnalato le presunte anomalie nella gestione dell'indagine su Lavitola e Tarantini da parte dei pm di Napoli.

A presentarla erano stati i parlamentari Pdl Costa, Contento e Baldelli. Che avevano denunciato la presunta violazione del segreto istruttorio avvenuta con la pubblicazione della ormai famosa telefonata tra Valter Lavitola e Silvio Berlusconi in cui il premier saluta l'ex giornalista (che era in Bulgaria) con un amichevole «Resta dove sei, vi scagiono tutti», pronunciato quando i pm napoletani stavano per emettere un provvedimento di arresto nei suoi confronti. Su questa fuga di notizie, come su altre segnalate nell'interrogazione, il Guardasigilli risponderà stamane alla Camera. Tuttavia in via Arenula tengono a far notare che l'iniziativa di muovere gli ispettori è assolutamente bipartisan.

Perché l'indagine sulla procura di Bari è stata sollecitata da due esponenti del Pd, Donatella Ferranti e Andrea Orlando, e riguarda la posizione di Antonio Laudati, il procuratore del capoluogo pugliese che, secondo alcuni testimoni, si sarebbe insediato a Bari subito dopo l'avvio delle indagini sulle escort a Palazzo Grazioli dichiarando di essere stato inviato dall'ormai ex Guardasigilli Alfano per gestire una faccenda che preoccupava i palazzi romani. Ma non è tutto, perché nella lettera di incarico che il capo degli ispettori, Arcibaldo Miller, dovrà seguire, c'è dell'altro.

Ad esempio, le modalità con le quali i pm napoletani hanno «liberato» dal segreto professionale uno dei legali di Gianpaolo Tarantini, l'avvocato Nicola Quaranta, chiedendo di rivelare dettagli che il penalista avrebbero potuto tacere per non danneggiare il suo assistito. Proprio questa richiesta, ritenuta indebita dalla categoria forense, era stata oggetto di un esposto presentato dalle Camere Penali Italiane.

Secondo i penalisti «soltanto il giudice, a seguito di accertamenti, può ordinare al professionista-testimone di deporre qualora risulti che la dichiarazione di astensione sia infondata». Quindi, si evidenziava nell'esposto, il provvedimento dei pm napoletani era «certamente abnorme sia perché non emesso da un giudice ma dalla stessa parte processuale procedente sulla base di una propria autonoma valutazione discrezionale, sia perché basato su una presunta interpretazione sistematica priva di un qualsiasi riferimento normativo».

In altre parole, secondo i legali, l'unico che può sollevare un avvocato difensore dal rispetto del segreto professionale che lo lega al suo cliente, è il giudice del dibattimento, nel corso di un processo pubblico. E ancora, non è escluso che gli 007 di via Arenula diretti da Miller chiedano conto ai pm partenopei della caparbietà con la quale sollecitarono la deposizione del premier in veste di testimone anche se erano alla vigilia dell'udienza del Riesame di Napoli in cui sostennero invece che il presidente del Consiglio poteva essere indagato per induzione a rendere false dichiarazioni ai pm ai danni di Tarantini.

Ma proprio sulla figura di Miller, che dovrà gestire gli accertamenti, si appuntano le critiche dell'opposizione. Che ricordano come proprio il nome del capo degli ispettori compaia in alcuni atti dell'inchiesta romana sulla presunta loggia P3: «La sua permanenza in carica rischia di compromettere la garanzia di indipendenza e terzietà dell'organo ispettivo», fanno notare Pina Picierno e Donatella Ferranti del Pd.

Mentre dai microfoni di Rainews24, il governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha commentato la notizie delle ispezioni dicendo che «parte del governo e dalla maggioranza c'è un'azione sistematica di interdizione dell'autonomia della magistratura». Mentre Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, invita a valutare la posizione del senatore Alberto Maritati, Pd, che avrebbe chiesto informazioni riservate sull'inchiesta al pm Scelsi, ricevendo un netto rifiuto: «È bene far luce piena su certe vicende - ha detto Gasparri - Dobbiamo capire. Vogliamo sapere. E sapremo».

 

 

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