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Maurizio Stefanini per “Libero Quotidiano"
E mentre il Papa entrava negli Stati Uniti da Cuba, il presidente cinese Xi Jinping atterrava a Seattle, per una visita di sei giorni che culminerà in un discorso all' Assemblea Generale dell' Onu, una grossa grana fa capolino alla Casa Bianca. Perché il generale in pensione John Allen, incaricato dallo stesso Obama solo un anno fa di coordinare le operazioni in Medio Oriente contro l' Isis, lascerà a novembre.
Ne dà notizia l' agenzia Bloomberg, aggiungendo che il motivo sarebbe la precaria salute della moglie. In realtà, la voce insistente è che l' ex ufficiale sarebbe rimasto deluso, addirittura frustrato, dall' atteggiamento della Casa Bianca nella lotta contro i fondamentalisti agli ordini del Califfo.
Tornano da Bergoglio e Xi in visita americana: «Se questi due leader di grande influenza nel mondo si stringessero la mano, non solo io, che me ne sto piccolo come una formica ai piedi della collina di Nostra Signora di Sheshan, ma tutto il mondo ne sarebbe commosso», ha commentato la coincidenza il vescovo di Shangai Thaddeus Ma Daquin. Ma l' agenda di Xi Jinping non coincide con quella del Papa, non è certo per parlare con Francesco il motivo per cui Xi ha raccolto l' invito di Obama a fare la sua prima visita negli Usa.
Con Xi viaggiano infatti 15 direttori d' azienda scelti fra i più importanti della Cina, con una capitalizzazione di mercato che è stata calcolata a un 1000 miliardi di dollari Usa.
La prima tappa è stata poi individuata nella città della Microsoft, e il primo appuntamento importante in agenda è oggi una tavola rotonda in cui, assieme al presidente cinese, parteciperanno sia i capi di alcune tra le principali multinazionali statunitensi - come Microsoft, Boeing, Apple, e Starbucks - sia aziende hi-tech della Repubblica popolare come Baidu e Tencent.
Il New York Times ha pure anticipato che quando arriverà alla Casa Bianca Xi, oltre a tenere una conferenza stampa congiunta, dovrebbe concludere con Obama un patto di non cyber-aggressione. Insomma, il tema principale saranno le nuove tecnologie, per la straordinaria sinergia tra gli Usa come inventori di Internet e primo produttore mondiale di software, e la Cina Paese con il più alto numero di internauti e primo produttore mondiale di hardware.
Una sinergia che è però costantemente disturbata dalle continue guerre informatiche tra hacker e cyber apparati dei due Paesi.
Ma questo non è però il caso particolare di quella più generale sinergia tra la Cina come manifattura del mondo e gli Usa banca del pianeta, con gli Usa primi clienti dell' export cinese e i cinesi primi acquirenti del debito Usa. Nel contempo i due Paesi sono anche avversari strategici, con gli Usa che appoggiano sistematicamente i Paesi che dal Giappone al Vietnam si oppongono all' espansionismo marittimo cinese, e la Cina che per converso appoggia tutti i Paesi che dal Venezuela alla Russia si trovano in posizione conflittuale con Washington.
Insomma, c' è una relazione da riesaminare da capo, nel momento in cui da una parte gli Usa hanno bisogno di tutti gli aiuti possibili per venire a capo dell' Isis - e le dimissioni di Allen dimostrano quanto la situazione sia ingarbugliata - e dall' altra la Cina dopo gli scivoloni in Borsa e il rallentamento della crescita ha deciso di far riprendere l' economia provando a far entrare capitali privati nelle imprese di Stato: un progetto per cui i capitali Usa sarebbero particolarmente graditi.
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