giovanni pettorino matteo salvini

“NOI AGLI SOS RISPONDIAMO SEMPRE” – IL COMANDANTE DELLA GUARDIA COSTIERA GIOVANNI PETTORINO ATTACCA SALVINI SENZA CITARLO: “TUTTI HANNO SOCCORSO E AIUTATO CHI SI TROVA IN DIFFICOLTÀ” – LA PROCEDURA SUI MIGRANTI PREVEDE CHE SIA IL VIMINALE A DARE L’AUTORIZZAZIONE, PER QUESTO ORA TUTTE LE RICHIESTE VENGONO GIRATE A TRIPOLI, MA SEMPRE CON LA PAURA CHE CI SCAPPI IL MORTO…

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Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

giovanni pettorino 3

La presa di posizione dell' ammiraglio Giovanni Pettorino quando sottolinea «abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ogni chiamata di soccorso perché è un obbligo giuridico, ma prima ancora morale» fa ben comprendere quale sia lo stato d' animo degli uomini della Guardia costiera.

 

Il comandante non cita il ministro dell' Interno Matteo Salvini secondo il quale «non bisogna rispondere agli sos», ma la scelta di parlare il giorno dopo la conferenza del titolare del Viminale non appare affatto casuale. E infatti subito dopo Pettorino aggiunge: «Tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno soccorso e aiutato chi si trova in difficoltà».

 

SALVINI AQUARIUS

Il momento di massima crisi è stato venerdì scorso, quando il mercantile Maersk Alexander è arrivato davanti a Pozzallo con 113 migranti a bordo. Qualche ora prima aveva chiesto il permesso di sbarco e la richiesta del Pos - il «Place of Safety» (porto sicuro) - era stata girata dalla Guardia costiera al ministero dell' Interno.

Ma dal Dipartimento Immigrazione del Viminale la risposta è stata secca: nessuna assegnazione.

 

la nave cargo alexander maersk

L' imbarcazione è rimasta in mare quattro giorni e la situazione si è sbloccata soltanto di fronte al rischio di una denuncia penale, ma anche di un risarcimento civile da parte dei proprietari del mercantile. Perché giovedì era stato proprio il centro di coordinamento di Roma della Guardia costiera a chiedere «a tutte le unità presenti in quel tratto di Mediterraneo» di soccorrere alcuni naufraghi e dunque si dava per scontato che poi sarebbe stato autorizzato l' attracco in Italia.

giovanni pettorino 2

 

Ma quando l' ingresso in porto è stato negato si è materializzato il rischio - evidenziato dal garante dei detenuti Mauro Palma in una lettera inviata proprio a Pettorino - di «violare la Convenzione dei diritti umani e il codice penale». Senza escludere l' eventualità di dover risarcire i 200 mila euro al giorno che la Compagnia spende per far navigare il mercantile con le merci.

 

GUARDIA COSTIERA LIBIA 1

Ma la vera preoccupazione, sono proprio le parole dell' ammiraglio a confermarlo, riguarda i naufraghi. Perché la Guardia costiera è consapevole che alcune navi delle Ong effettuano trasbordi senza che ci sia un effettivo pericolo imminente, ma nella maggior parte dei casi intervengono quando i barconi dei migranti stanno affondando o addirittura quando le persone sono già in acqua.

 

matteo salvini con i migranti

«E di fronte a questo - viene ribadito - non ci volteremo mai dall' altra parte». La procedura sui migranti però è fin troppo esplicita: il ministero delle Infrastrutture deve concedere il via libera all' approdo «di concerto» con l' Interno. Spetta infatti al Viminale predisporre le strutture per l' identificazione e l' assistenza degli stranieri che chiedono asilo. E dunque senza l' assenso del Dipartimento Immigrazione nessuna autorizzazione può essere concessa.

 

giovanni pettorino 1

La linea di Salvini è già stata esplicitata quando ha detto che «nessuna Ong toccherà il suolo italiano». E per questo tutte le richieste di aiuto provenienti dalle acque libiche vengono «girate» a Tripoli - che da qualche settimana gestisce un' area Sar, di ricerca e soccorso - oppure a Tunisi e La Valletta. Ma sempre con la paura, come confidano gli uomini a bordo delle motovedette, che «i ritardi e i mancati interventi causati da questo braccio di ferro tra gli Stati europei, alla fine facciano morire le persone».

giovanni pettorinoi migranti sulla aquariusi migranti salvati e poi trasferiti sulla aquariuslifelineMIGRANTImigranti sulla nave della ong tedesca sea watchnave diciotti migranti 2