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1. FONDI NERI A HONG KONG E UN MEMORIALE DI LAVITOLA NUOVI GUAI PER IL CAVALIERE
Guido Ruotolo per "La Stampa"
Segnali, avvisaglie di una tempesta in arrivo. Da due giorni sul «Fatto Quotidiano», Valter Lavitola manda messaggi a Silvio Berlusconi, annunciando che all'udienza preliminare dell'inchiesta napoletana sulla compravendita dei senatori (Sergio De Gregorio) depositerà un memoriale di venti pagine, in cui si difende e «interpreta» i fatti che gli vengono contestati. L'udienza, fissata per domani, salterà per lo sciopero degli avvocati.
Il legale di Lavitola, Guido Iaccarino, assicura che comunque depositerà il memoriale in cancelleria. Da più di un anno il faccendiere ex direttore dell'Avanti è in carcere (adesso ai domiciliari), e la sua resistenza potrebbe vacillare. Il processo sulla corruzione per la compravendita di senatori dovrebbe cominciare entro fine anno, e la prescrizione scatterà nel settembre del 2015.
Ma non è solo il «fronte» napoletano che potrebbe riservare altre sorprese, a preoccupare Silvio Berlusconi c'è sempre Milano, con la probabile nuova incriminazione per subornazione di testimoni, per le false dichiarazioni dei testi chiamati al processo Ruby.
E poi c'è la «novità » della mina vagante ex senatore Sergio De Gregorio, che è stato sentito per quattro ore, a inizio settimana, dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dal pm Sergio Spadaro, che sono titolari dell'inchiesta sulla colossale frode fiscale del gruppo imprenditoriale fondato da Silvio Berlusconi, complice Farouk detto «Frank» Agrama.
L'ex senatore De Gregorio ha ripetuto, naturalmente con maggiore dovizia di particolari, quanto già messo a verbale a Napoli, ai pm Piscitelli e Woodcock. E da quanto si intuisce, mercoledì o giovedì della prossima settimana il procuratore De Pasquale potrebbe depositare la rogatoria «cinese» e le dichiarazioni di De Gregorio nell'udienza del processo Mediatrade, che vede imputati il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi e lo stesso Agrama, imputati per frode fiscale relativa al consolidato Mediaset. Il presidente della seconda sezione penale del Tribunale potrebbe mandare gli atti alla Procura.
Al bar della Casa del Cinema, a Villa Borghese, Sergio De Gregorio si presenta dopo un'ora di corsa, anzi di «camminata veloce». Ha con sé le bozze del libro che sta per uscire - «Operazione libertà » - che gli servono per leggere quei riferimenti (messi a verbale a Milano) che chiamano in causa Berlusconi.
In sostanza, nel 2007, complice Sergio De Gregorio, Silvio Berlusconi riesce a bloccare una rogatoria internazionale che lo potrebbe rovinare. «Se i pm portano in Aula quelle carte - ricorda ora Sergio De Gregorio - è un disastro. Mi disse così il Cavaliere alla fine della lettura del mio dossier. I pm milanesi svilupparono informalmente la loro rogatoria a Hong Kong, senza autorizzazioni. Spiegai al Presidente che potevamo bloccare la minaccia chiedendo all'ambasciatore cinese a Roma di neutralizzare la rogatoria. La cena si svolse a Palazzo Grazioli e l'ambasciatore mantenne gli impegni».
L'ex senatore di «Italiani nel mondo» ricorda di aver consegnato una cartellina di poche pagine del console generale italiano ad Hong Kong, Alessandro De Pedys, al Presidente Berlusconi. Era un report, una informativa che il console aveva inviato alla Farnesina.
«à in corso un'indagine su una colossale frode fiscale perpetrata da Silvio Berlusconi e Farouk Agrama. Siamo a un'ipotesi di distrazione di fondi per 170 milioni di dollari. Le somme sono state versate da conti ufficiali del gruppo Fininvest», in diverse filiali di banche a Londra, Bahamas e Lugano. Il console, in quel report finito a Palazzo Grazioli, raccontava gli intrecci che legavano Berlusconi ad Agrama attraverso alcune società di «Hong Kong, Curaçao, Antille Olandesi». «E queste società sono amministrate da due prestanomi: Paddy Chan Mei Yu e Katherine Hsu May Chun».
La rogatoria fu inoltrata dalle autorità italiane a quelle della ex colonia britannica il 4 ottobre 2006. De Gregorio e Berlusconi intervengono nel 2007 per bloccarla. Nel 2013, pochi giorni fa, quel materiale è finalmente arrivato a Milano. Chi è che insiste nel far illudere il Cavaliere che una richiesta di grazia sarà accolta dal Quirinale? Chi si professa vero amico di Berlusconi, lo racconta come assediato in queste ore dagli «incubi giudiziari e dai tradimenti politici».
2. "SE LAVITOLA PARLA, PER SILVIO SARÃ UN TRACOLLO EPOCALE"
Fabrizio d'Esposito per "il Fatto Quotidiano"
Erano soci, amici, socialisti e berlusconiani. Inseparabili. Una coppia solerte e ineffabile, napoletanissima. Valter Lavitola e Sergio De Gregorio. Poi il secondo decise di raccontare tutto ai magistrati e il primo resistette in carcere. Adesso, però, anche Lavitola spedisce strani messaggi contro il Cavaliere Condannato.
De Gregorio, decifriamo i pizzini di Lavitola.
Ma quali pizzini. Ormai è troppo tardi.
Non è mai troppo tardi.
Secondo lei, Berlusconi con tutti i chiodi che adesso ha in fronte pensa a quelli che lo ricattano?
Il momento è topico.
Appunto. Non è più il tempo di quelli che gli corrono dietro per avere soldi in cambio del silenzio. La situazione è senza controllo.
Lavitola da cosa è mosso?
Ma chi glielo fa fare questo immenso sacrificio di rimanere in silenzio?
Chi glielo fa fare?
Solo la verità può far finire questa storia e sarebbe molto interessante e bello se Valter confermasse la mia verità .
Vi siete ravvicinati?
L'ho incrociato in un'udienza e mi ha raccontato che ha passato 13 mesi d'inferno.
Il carcere.
A Poggioreale era in un cella con altre sei o sette persone. Lo picchiavano tutti i giorni.
Una tortura.
Valter non ha un carattere facile. Ã uno che risponde alle provocazioni.
E giù mazzate, tante.
Poi è stato trasferito a Secondigliano ed è finito con un extracomunitario malato di mente che defecava e spalmava le feci per tutta la cella. E Valter ogni volta puliva.
Era meglio quando stava peggio.
Lo hanno spostato di nuovo e ha trovato un giovane presunto camorrista, che pure lo picchiava spesso.
Lavitola è una calamita di mazzate. Per fortuna, adesso è agli arresti domiciliari.
E per ottenere la revoca dei domiciliari non c'è che un modo.
Dire la verità .
Da Lavitola mi aspetto un clamoroso colpo di scena.
Potrebbe raccontare tanto.
Sulla compravendita che fece cadere Prodi lui ne sa molto più di me. Faceva parte della task force del senatore Comincioli buonanima, che era un fedelissimo di Berlusconi.
Ben oltre i tre milioni che ha avuto lei.
Aspettiamo. Proprio sui soldi, Valter si sbaglia, dice che me li diede per l'Avanti.
Due milioni in nero, più quello "ufficiale" per il suo movimento di Italiani nel mondo.
Io e Lavitola abbiamo chiuso i conti dell'Avanti nel 2006, con la compensazione di debiti e crediti. Quei due milioni erano per il passaggio con Berlusconi. Se lui parlasse darebbe un riscontro blindato alle mie dichiarazioni.
Non è più il tempo dei pizzini.
Sarei ancora in Senato se avessi scelto di farmi premiare per il mio silenzio. Non l'ho fatto e so di aver fatto la cosa giusta. Come quando consigliai a Valter di consegnarsi alla giustizia. Glielo dissi pur non avendo questo genere di cultura giuridica.
Se Lavitola parla sono altri guai per il Cavaliere.
Nelle intercettazioni di Valter ci sono riferimenti al petrolio, all'Eni e Scaroni, agli affari con Putin.
Altro che grazia per la condanna Mediaset.
Io non plaudo mai alle disgrazie altrui, ma Berlusconi avrà un tracollo epocale. A Milano, a Napoli potrebbero pure arrestarlo .
Siamo a Salò.
La partita è finita, la valanga è appena iniziata. Che Dio gliela mandi buona.
Ad Arcore si mormora anche su Tarantini. Altre strane voci, come nel caso di Lavitola.
Non conosco Tarantini, l'ho incrociato solo qualche volta al supermercato.
Domani, dunque, c'è questo memoriale di Lavitola sugli appalti con B. a Panama.
Non so a chi lo consegnerà , domani c'è lo sciopero degli avvocati.
Lei non ci sarà .
A Napoli, nel processo per la compravendita del 2008 in Senato ho chiesto il patteggiamento. Restano B. e Lavitola. Spero che Valter non si sacrifichi più.
(Tra i motivi per cui Lavitola vorrebbe la revoca dei domiciliari ci sarebbero anche i litigi a casa con la moglie. Dagli atti dell'inchiesta risulta una figlia naturale del faccendiere a Panama).
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