ELISEO OSCURO - NON È CHE C’È LA MANINA DI HOLLANDE DIETRO LA PUBBLICAZIONE SU “LE MONDE” DELLA NOTIZIA CHE SARKOZY VENIVA INFORMATO DELLE INDAGINI A SUO CARICO DA UN GIUDICE AMICO?

Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

«Sarkozy? Lo sorveglio, so tutto quel che fa», aveva detto il 17 febbraio scorso il presidente François Hollande a un gruppo di deputati socialisti riuniti all'Eliseo. Lì per lì era sembrata una battuta, ma quella frase prende adesso un altro significato dopo le rivelazioni pubblicate da Le Monde .

Nicolas Sarkozy e il suo avvocato Thierry Herzog sono intercettati da quasi un anno da due giudici, che cercavano informazioni sui presunti finanziamenti libici e ne hanno trovate invece sull'affare Bettencourt: Sarkozy sarebbe stato informato di nascosto sull'inchiesta a suo carico da un giudice di Cassazione, pronto a fare la spia in cambio di un posto da consigliere di Stato a Monaco.

Ma chi ha passato la notizia a Le Monde ? Ed è proprio un caso che il nuovo scandalo scoppi adesso, a pochi giorni dalle elezioni municipali, e quando si intensificano i segnali di un ritorno di Nicolas Sarkozy alla vita pubblica? L'Eliseo e il governo erano al corrente che due giudici ascoltavano le telefonate tra il presidente emerito e il suo avvocato?

Qui, come ogni tanto gli accade, l'esecutivo socialista ha fatto un po' di pasticci, come minimo di comunicazione. Dopo un paio di giorni di dinieghi, con la ministra della Giustizia Christiane Taubira che è arrivata a sventolare email e documenti per dimostrare di avere appreso delle intercettazioni dai giornali, adesso il premier Jean-Marc Ayrault ammette di essere stato al corrente, e pure la difesa di Taubira scricchiola.

Nella sede dell'Ump, il partito di Sarkozy, il segretario Jean-François Copé lo dice chiaramente: «Non facciamo gli ingenui, il governo ha sempre saputo, e secondo voi chi ha passato la notizia a Le Monde , in un momento politico così delicato?».

Le accuse di giustizia a orologeria, e di alleanza di fatto tra magistratura, una parte politica e la stampa, offriranno forse una sensazione di déjà vu al lettore italiano. In più, in Francia, c'è la rivalità che torna ad accendersi tra Hollande e Sarkozy. I due si detestano, e Hollande ha orientato almeno la prima fase della sua presidenza in base a una bussola fondamentale: fare il contrario di quel che faceva o farebbe Sarkozy.

Fino a qualche mese fa, il presidente sembrava non temere un ritorno in politica del suo predecessore. In fondo lo ha già battuto una volta, e la sua sola presenza aiuterebbe a ricompattare la sinistra. Ma di recente Sarkozy è sembrato farsi più pericoloso, le sue uscite pubbliche sono accolte da applausi e invocazioni mentre Hollande viene fischiato.
Il grado di coinvolgimento del governo socialista nelle intercettazioni è la nuova questione politica, ma non cancella quel che sta alla base, ossia le accuse a carico di Sarkozy.

Che cosa hanno scoperto i giudici Serge Tournaire e René Grouman ascoltando le telefonate tra l'ex presidente e il suo avvocato? Sarkozy sospettava di essere sotto controllo. Ma non ha rinunciato a tramare assieme all'avvocato Herzog, preferendo farsi discreto con il telefonino abituale e riservando le conversazioni vere a un nuovo cellulare, preso sotto falso nome. La stessa precauzione sarebbe stata usata dall'avvocato Herzog, e si tratta di un dettaglio importante: questa scorrettezza fa cadere la protezione di cui godono i legali, così le dichiarazioni di Herzog al telefonino intestato ad altri potranno essere trascritte negli atti del processo.

Poi, l'alto magistrato amico di Sarkozy e Herzog, Gilbert Azibert, avrebbe incontrato due o tre colleghi che seguivano il dossier sui presunti finanziamenti illeciti di Liliane Bettencourt a Sarkozy, per «spiegare» loro la verità dei fatti prima della decisione, in sostanza cercando di influenzarli. Azibert è sospettato di essere entrato nella rete interna della Cassazione per consultare gli atti dell'inchiesta, e di avere poi informato l'avvocato Herzog per dargli modo di preparare le contromosse. Al momento opportuno - questo era l'accordo - Sarkozy avrebbe esercitato il suo peso perché Azibert ottenesse l'agognata nomina a Montecarlo, perfetta poltrona da fine carriera.

Un ex presidente che cambia telefonino per sfuggire ai giudici e trafficare con la talpa in Cassazione non è un'immagine da grande ritorno in politica. Ma un governo che sorveglia il suo avversario temendone la voglia di rivincita è il vero scandalo, ribattono gli amici di Sarkozy. Le elezioni municipali del 23 e 30 marzo aiuteranno a capire a chi credono i francesi.

 

 

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