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1. FED, LARRY SUMMERS RINUNCIA PER LA PRIMA VOLTA UNA DONNA AL VERTICE DELLA BANCA CENTRALE USA
Massimo Vincenzi per "la Repubblica"
Nel giorno in cui l'America ricorda, in bilico tra speranza e paura, l'anniversario della Grande Recessione, iniziata il 15 settembre di cinque anni fa, arriva il colpo di scena nella corsa per la successione di Ben Bernanke al vertice della Fed, la banca centrale degli Stati Uniti: Larry Summers si ritira dalla gara. Mancano pochi minuti alle cinque del pomeriggio quando il
Wall Street Journal annuncia la novità .
L'ex segretario al Tesoro, uomo di fiducia di Bill Clinton e poi di Obama usa poche parole per spiegare la sua scelta: «Mi ritiro, ho concluso con riluttanza che una possibile conferma del mio nome sarebbe acrimoniosa, e questo non servirebbe né all'interesse della Fed, né a quello dell'amministrazione e tantomeno alla ripresa economica del Paese».
Poco dopo arriva il comunicato della Casa Bianca dove il presidente conferma di aver ricevuto la telefonata di Summers e prende atto della sua volontà e gli rende comunque omaggio: «Mi ha chiamato Larry e mi ha detto di togliere il suo nome tra i possibili successori di Bernanke. à stato un elemento importante della mia squadra, con lui abbiamo affrontato la peggiore crisi economica dagli Anni Trenta ed è stato grazie alla sua intelligenza, alla sua esperienza se il nostro Paese si è risollevato e adesso può guardare al futuro con più ottimismo».
La gara adesso è di nuovo aperta, in pole position ovviamente Janet Yellen la vicepresidente che in questi giorni ha incassato il sostegno di molti editorialisti, a partire da Paul Krugman sulle pagine del New York Times, e l'appoggio di gran parte del partito democratico. Ed è stato proprio questo sbarramento a spingere Summers a mollare. In molti vedono in lui infatti non "l'uomo che ha salvato l'economia Usa", ma uno dei principali responsabili del crollo.
A pesare la sua vicinanza con il mondo di Wall Street, le sue consulenze milionarie e i rapporti stretti con le grandi banche d'affari. Pessimo carattere, Summers fu costretto a dimettersi da Harvard, paradosso e vendetta della storia, per una polemica sessista dopo aver definito il cervello delle donne inadatto per affrontare una carriera scientifica.
Completamente diverso, opposto, l'identikit della Yellen, che sarebbe la prima donna alla guida della banca centrale. Cresciuta dentro le istituzioni economiche, «la scelta migliore per prendere in posto di Bernanke in questa fase delicata», come ha scritto appunto Krugman qualche giorno fa, denunciando la campagna sessista contro di lei. Se lei non dovesse farcela, ma sembra improbabile, nel totonomine spuntano le candidature dell'economista Donald Kohn e del'ex segretario al Tesoro Timothy Geithner.
Si apre così una settimana complicata per la Fed, con Bernanke che potrebbe avviare la exit strategy dalle misure di stimolo, riducendo in maniera progressiva gli acquisti di asset: ovvero gli 85 miliardi di dollari che ogni mese la banca centrale immette nel sistema a sostegno della ripresa. Gli analisti prevedono che mercoledì arrivi l'annuncio del cambio di strategia: acquisti ridotti di 10-15 miliardi di dollari al mese, un calo limitato per valutare la reazione dei mercati.
2. LA LETTERA INVIATA DA LAWRENCE SUMMERS A OBAMA
Dear Mr. President,
I am writing to withdraw my name for consideration to be Chairman of the Federal Reserve.
It has been a privilege to work with you since the beginning of your Administration as you led the nation through a severe recession into a sustained economic recovery built on policies to promote employment and strengthen the middle class.
This is a complex moment in our national life. I have reluctantly concluded that any possible confirmation process for me would be acrimonious and would not serve the interests of the Federal Reserve, the Administration, or ultimately, the interests of the nation's ongoing economic recovery.
I look forward to continuing to support your efforts to strengthen our national economy by creating a broad based prosperity and to reform our financial system so that no President ever again faces what you and your economic team faced upon taking office in 2009.
Sincerely yours,
Lawrence Summers
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