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1. L'AUMENTO DEI DISOCCUPATI IMBARAZZA IL SOCIALISTA HOLLANDE
E. Ro. da âIl Corriere della Sera'
Novembre ha quasi completamente cancellato il vantaggio segnato a ottobre: dei 20.500 disoccupati spariti dalle liste del collocamento in Francia, due mesi fa, ne sono riapparsi 17.800 il mese scorso. Appartengono alla categoria A, la più disperata, quella che non ha alcun tipo di attività per sostenersi. Il suo ingrossamento dello 0,5% è un guaio per il presidente della Repubblica, François Hollande, che promette dal 2012 un'inversione della curva della disoccupazione entro la fine del 2013.
«Aspettiamo di vedere in gennaio i dati relativi a dicembre», prende tempo il governo. Ma l'opposizione si prepara, con un certo compiacimento, a fischiare le politiche messe in atto dall'amministrazione socialista e giudicate insufficienti ad alimentare la crescita e quindi la ripresa anche nel mondo del lavoro.
«La tendenza resta buona - minimizza Hollande attraverso un comunicato -, la regressione della disoccupazione è iniziata. La tendenza alla diminuzione è modesta, ma chiara e netta». Però ha delegato al ministro del Lavoro, Michel Sapin, l'onore e l'onere di commentare i nuovi dati forniti dall'ufficio di statistica del suo dicastero: «Le cifre confermano la loro volatilità , da un mese all'altro - si è barcamenato il ministro -, perciò bisogna esaminarli in un arco di tempo più ampio. Da questo punto di vista ci troviamo di fronte a un miglioramento rispetto all'inizio dell'anno. Un miglioramento che si conferma, gradualmente».
Combinando le medie mensili, su base trimestrale, e i numeri relativi a diverse tipologie di disoccupati: quelli che non hanno alcun impiego e quelli che hanno un'attività parziale o ridotta, si nota una lieve regressione in novembre dello 0,1% tra chi è in cerca di lavoro. Il governo, insomma, chiede ancora un po' di pazienza.
Ma dalle fila dell'opposizione, l'ex primo ministro del governo Sarkozy, François Fillon (Ump), concede poco credito all'Eliseo: «La trappola si è richiusa un altro po' su François Hollande, che è a un passo dal perdere la sua grande scommessa politica. Questo prevedibile fiasco è il risultato di una cattiva strategia economica. Invece di accelerare su investimenti, competitività e riduzione del debito, la Francia è diventata campionessa europea dell'imposizione fiscale».
Per il primo semestre dell'anno prossimo, il governo intende garantire 70 mila posti per la formazione dei disoccupati più giovani e di orientare verso quelli ultracinquantenni, o senza lavoro da più tempo, gli sforzi per agevolare la loro assunzione con incentivi, fiscali o economici, alle imprese. Nel 2013 sono stati firmati 450 mila contratti di questo tipo.
2. HOLLANDE E IL PATATRÃ
Da âIl Foglio'
Non capita spesso che gli alert delle notizie contengano già un commento, eppure ieri l'email del Figaro con la "breaking news" sulla disoccupazione in Francia che è tornata a pungere iniziava con: "Doccia fredda". Per tutto il 2013, tra qualche ritocco e qualche illusione statistica, il dato dell'occupazione in Francia è sembrato stabilizzarsi su valori non entusiasmanti ma nemmeno disastrosi, tanto che il presidente Hollande scommetteva di poter chiudere l'anno con una nota positiva (almeno) sulla creazione dei posti di lavoro.
Così ieri mattina tutti i giornali francesi titolavano sull'ora della verità per l'Eliseo, con analisi e proiezioni per capire se nella stagnazione francese ci fossero segnali, pur tenui, di ripartenza. Alle 18 sono arrivati i dati relativi a novembre: il numero di chi cerca lavoro senza averne uno da tempo è aumentato di 17.500 unità , per un totale di oltre 3 milioni e mezzo di disoccupati, secondo i dati del Pôle emploi e del ministero del Lavoro. In questo modo è stata quasi completamente coperta la riduzione promettente che c'era stata a ottobre, quando si era registrata una diminuzione di disoccupati di quasi 20 mila unità .
Fra i disoccupati che hanno fatto qualche lavoretto, anche piccolo, i dati sono più incoraggianti: c'è stata una diminuzione di oltre ottomila persone - quanto basta per permettere al ministro Sapin di guardare al trimestre con occhio positivo, "un'inversione di tendenza si sta consolidando", ributtando i problemi, come è ormai prassi nel metodo hollandiano, tutti nel futuro. Nel 2014 si capirà se qualcosa di positivo sta accadendo, e si capirà come e quanto fa sul serio Hollande, con il suo premier Ayrault, quando parla di rifondazione fiscale o di stati generali per la crescita.
Oggi Sapin e Ayrault andranno in un Pôle emploi in Bretagna, perché questo governo vuole "metterci la faccia", anche quando in cambio si prendono fischi e scarpe. Oltre alle procedure ci vorrebbe anche una visione, come ce l'ha la Germania o ancora meglio la prodigiosa Spagna. Ma Hollande ha il terrore delle piazze e delle proteste, e così, come scrive l'Huffington Post francese diretto dalla socialista Anne Sinclair, si può solo dire: "Et patatrà ".
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