RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1. ASPI: DE MICHELI,SU CONCESSIONE È QUESTIONE DI GIORNI
paola de micheli ritiro del pd all'abbazia di contigliano 37
(ANSA) - La decisione sull'eventuale revoca della concessione di Autostrade per l'Italia "la dobbiamo prendere ancora" ma "è una questione di qualche giorno. Devo attendere ancora un paio di pareri prima di fare le riunioni conseguenti". Così la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, intervistata da Massimo Giannini su Radio Capital a Circo Massimo. "Non dico nulla. Ho un'opinione ma la mia posizione è condizionata dal fatto di essere titolare del dossier". Patuanelli è per la revoca? "Esprime un'opinione e può farlo".
2. AUTOSTRADE GELO PD SULLA REVOCA
Alberto Gentili e Umberto Mancini per “il Messaggero”
LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI
Nuova frenata sulle concessioni autostradali. Neppure ieri e neppure a margine del Consiglio dei ministri, se n'è parlato. Probabilmente il dossier verrà affrontato oggi durante la riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione dei partiti di maggioranza. Ma è da escludere che si arrivi a una decisione: Conte non ha intenzione di far arenare immediatamente la verifica su un tema così divisivo. «Stiamo chiudendo l'istruttoria», dicono a palazzo Chigi per spiegare l'ulteriore rinvio, «ma ancora non è possibile dire quando verrà presa una decisione che, in ogni caso, terrà conto di ogni aspetto, a cominciare dalle problematiche legali ed economiche».
Gli schieramenti in campo ormai sono noti. I 5Stelle continuano a chiedere la revoca della Concessioni ad Autostrade: «Per non ci sono alternative», ha detto ieri il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli. Italia Viva invece è fermamente contraria. Il Pd è su una linea di prudenza: il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri non ha nessuna intenzione di caricare le casse dello Stato del peso di un eventuale indennizzo miliardario a favore di Atlantia. E Conte, come al solito, cerca di mediare.
IL PRECEDENTE
La via sarebbe quella già seguita per sciogliere il nodo Tav, mettere cioè i 5Stelle di fronte all'impossibilità tecnica-giuridica di revocare la concessione, così come fatto del resto per sbloccare i lavori dell'alta velocità tra Francia e Italia. E questo, come si ricorderà, nonostante l'analisi costi benefici voluta dall'ex ministro Toninelli mettesse in luce tutte le criticità e gli scarsi vantaggi a proseguire i lavori.
Questa volta, salvo sorprese, sarà proprio l'analisi della Corte dei conti, unita a quella commissionata all'Avvocatura dello stato, a suggerire di evitare strappi. Per non mettere a rischio i conti pubblici, come teme il ministro Gualtieri, innescando un contenzioso lungo e pericoloso con Atlantia. Nella relazione che presenterà la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli è scritto nero su bianco che la forchette dell'indennizzo in caso di rottura può oscillare dai 7 ai 24 miliardi. Ma non c'è solo il nodo del risarcimento e della guerra legale a spingere per la prudenza.
C'è soprattutto, e la ministra lo ha sottolineato più volte al presidente Conte, il tema degli investimenti. Senza Autostrade, è stato il ragionamento, chi può mettere sul tavolo risorse per la Gronda di Genova o l'ammodernamento della rete? In ballo ci sono almeno 9-10 miliardi e, dato non trascurabile, la sorte dei dipendenti del gruppo che poco c'entrano con il crollo del Ponte Morandi e le responsabilità dei vertici. Se la concessione passasse all'Anas, come previsto dal decreto Milleproroghe, non è chiaro infatti che sorte avrebbero. E quale potrebbe essere lo strumento tecnico per evitare il licenziamento con il passaggio da un gruppo privato ad uno pubblico.
LA RELAZIONE DEL MIT
Nella relazione della De Micheli ci sono però anche i rilievi dei tecnici del Mit sulle gravi inadempienze sul fronte della manutenzione, insieme alla radiografia degli interventi fatti e degli impegni presi da Aspi. Un quadro che si completa illustrando anche gli ultimi episodi accaduti, come il crollo di una parte del soffitto di una galleria sul tratto ligure dell'autostrada.
Insomma, non ci sono sconti, ma la fotografia di tutta una serie di ritardi ed errori che, almeno in parte, sono stati riconosciuti dagli stessi vertici di Atlantia e Aspi. Per questo la relazione ha anche una parte propositiva, con un ventaglio di ipotesi che sarà il governo, nella sua collegialità, a dovere valutare e poi scegliere.
Se la revoca complessiva appare sfumata, o quanto meno molto remota anche alla luce del no di Renzi e del pressing del ministro Gualtieri e di una larga fetta del Pd, sul campo restano da un lato la revoca parziale del solo tratto ligure e una maxi multa da almeno un miliardo. Due soluzioni difficilmente percorribili dal punto di vista legale, ma comunque sul tavolo.
Più probabile, anche per dare un segnale ai 5Stelle, che accanto alla multa, possa scattare il piano per ridurre pedaggi di almeno il 5%. E di farlo da qui al 2038. Gli sherpa sono al lavoro per trovare una mediazione, in un mix di interventi che, secondo la ministra De Micheli, ha l'unico obiettivo di tutelare l'interesse collettivo, senza voglia di vendette e punizioni.
giuseppe conte roberto gualtieri mes
Anche per questo Atlantia ha spostato a fine febbraio la dead line per far scattare la possibile risoluzione del contratto. Intanto, ha aperto anche al possibile ingresso di Cdp nell'azionariato. La trattativa sarà lunga e l'esito, nonostante il clima sia cambiato con la debacle dei 5Stelle alle elezioni, resta comunque incerto.
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