1. NONNA PINA SI È SALVATA (PER ORA) PER APPENA OTTO MINUTI, MA LE DOMANDE RESTANO 2. TIMER QUIRINALIZIO: IL VERBALE DI LIGRESTI CHE AVREBBE POTUTO FAR INDAGARE LA MINISTRA PER ABUSO D’UFFICIO ESCE PROPRIO OTTO MINUTI DOPO IL VOTO DI FIDUCIA. E DUE GIORNI DOPO L’INVIO DELLE CARTE DALLA PROCURA DI TORINO A QUELLA DI ROMA 3. A COSA ALLUDE GABRIELLA FRAGNI QUANDO RAMMENTA ALLA CANCELLIERI LA CHIACCHIERATA NELLA CASCINA DEI LIGRESTI, QUANDO PARLARONO DI QUEL "MALEDETTO PERIODO" IN CUI IL FIGLIO DELLA MINISTRA LAVORAVA IN FONSAI? AH, SAPERLO... 4.L’INTERVISTA ALL`EX DIRETTORE DEGLI HOTEL DEI LIGRESTI, ANTONIO CAVALETTO, CHE CITA TRA GLI OSPITI DEL TANKA VILLAGE "UN PREFETTO MORTO DUE ANNI FA DEL QUALE PREFERISCO NON FARE IL NOME", CHE TUTTI CHIAMAVANO "IL PREFETTO DEL QUIRINALE"

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1. NUOVE OMBRE SULLA CANCELLIERI
Paolo Griseri per "La Repubblica"


Una giornata particolare, «la giornata più lunga della mia vita», dice a Montecitorio Annamaria Cancellieri. L'aula salva il ministro con larga maggioranza (405 contrari alla sfiducia, 154 favorevoli e 3 astenuti). Ma l'happy end dura esattamente 8 minuti. Tanti ne trascorrono dal flash di agenzia delle 14.55 «Cancellieri, Camera boccia mozione sfiducia» e il successivo delle 15.03: «Fonsai: Ligresti, dissi esigenza Cancellieri a cav». La «giornata più lunga» del ministro della giustizia torna a complicarsi.

UNA RACCOMANDAZIONE
Le prime indiscrezioni sulla clamorosa deposizione del patriarca di Paternò si erano diffuse il 6 novembre. Si trattava solo di ipotesi perché quel giorno - lo stesso in cui la Guardia di Finanza aveva consegnato a Torino i tabulati delle telefonate tra i Cancellieri e Antonino Ligresti si era appreso che nelle carte dell'inchiesta Fonsai di Milano compariva il verbale di un interrogatorio compromettente in cui il capostipite parlava degli anni in cui era una vera potenza grazie alle amicizie con i politici a lui riconoscenti. Ieri, pochi minuti dopo il voto a Montecitorio, qualcuna delle parti del processo milanese ha deciso di diffonderne il contenuto.

Una scelta a scoppio ritardato che aveva evidentemente l'obiettivo di non interferire con la scelta dei deputati. Come se la rivelazione di quel particolare potesse far pendere la bilancia a svantaggio del ministro di giustizia. Nella parte che riguarda Annamaria Cancellieri il verbale è stringato: «Mi feci latore - dice Salvatore Ligresti - del desiderio dell'allora Prefetto Cancellieri, che era in scadenza a Parma e che preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione».

Questa vicenda emerge dall'interrogatorio perché il pm Luigi Orsi chiede a Ligresti in quali occasioni aveva raccomandato qualcuno ai politici: «Mi viene in mente un secondo episodio sempre con il Presidente Berlusconi », racconta Ligresti riandando con la memoria alla presunta spintarella a favore dell'attuale Guardasigilli. Ligresti si premura di far sapere che «in quel caso la segnalazione ebbe successo perché la Cancellieri rimase a Parma». E chiarisce: «L'attuale ministro Cancellieri è persona che conosco da moltissimi anni e ciò spiega il fatto che si sia rivolta a me e io abbia trasmesso la sua esigenza al Presidente Berlusconi».

L'interrogatorio di Salvatore Ligresti è del 15 dicembre 2012.
Annamaria Cancellieri è diventata ministro degli Interni con il governo Monti da poche settimane. Il riferimento di Ligresti è dunque evidentemente al periodo in cui Annamaria Cancellieri è stata commissario straordinario del Comune di Parma nel 1994. L'unica altra permanenza, come commissario prefettizio, sempre a Parma è delle due settimane precedenti la nomina a ministro degli interni. Ma è assai probabile che a Salvatore Ligresti non importassero i particolari della presunta raccomandazione. Il suo messaggio più importante sembra essere quella frase buttata là: «L'attuale ministro Cancellieri è persona che conosco da moltissimi anni.. ».

LA REAZIONE
Il ministro di giustizia si trova di nuovo, in pochi minuti, a doversi difendere in trincea. A dover parare un colpo insidioso perché torna a sottolineare quei rapporti con la famiglia Ligresti che sono stati al centro dei ragionamenti di chi ne chiede le dimissioni per inopportunità politica. Così a metà pomeriggio giunge la replica con una nota: «La ricostruzione è falsa e destituita di ogni fondamento». E poi ricorda di non essere mai stata Prefetto a Parma ma «commissario nel 1994 e nel 2011. Come ha potuto Ligresti raccomandarmi a Berlusconi?». «Né si comprende - aggiunge il comunicato di via Arenula - come Annamaria cancellieri avrebbe potuto chiedere di rimanere a Parma potendo ricoprire incarichi più impegnativi e qualificanti».

LE CONSEGUENZE
La pubblicazione del verbale è arrivata provvidenzialmente in ritardo. E non solo per ragioni legate al voto di sfiducia. Va naturalmente premesso che, a differenza del testimone, un indagato non è obbligato a dire la verità al pm che lo indaga. E che dunque Ligresti avrebbe potuto semplicemente riferire una millantata raccomandazione nei confronti di Cancellieri per impressionare i suoi interlocutori.

Se, al contrario, quel lontano episodio si dimostrasse vero, si sarebbe potuto mettere in moto un meccanismo giudiziario assai pericoloso per il ministro. Perché quell'asserita raccomandazione avrebbe potuto, se letta insieme all'interessamento di Cancellieri per le condizioni carcerarie di Giulia Ligresti, giungere a ipotizzare il reato di abuso d'ufficio nei confronti del ministro di giustizia.

Che, avendo ottenuto una raccomandazione dai Ligresti, avrebbe cercato di sdebitarsi dandosi da fare per Giulia. Ipotesi ormai poco realistica dopo il trasferimento del fascicolo Cancellieri da Torino a Roma. Dovrebbe essere a questo punto che la Procura della capitale ad accertare questa ipotesi, scartando quella della millanteria di Ligresti e radunare in un unico fascicolo gli atti delle indagini di Torino e di Milano.

2 - I PREFETTI DEL QUIRINALE
Marco Lillo per "Il Fatto Quotidiano"

Il presidente Napolitano è riuscito a imporre la sua linea al Pd. Ma la scelta di Enrico Letta di legare il destino del governo a quello di Annamaria Cancellieri, oltre che sbagliata, è poco o nulla saggia. Non solo per la telefonata del 17 luglio alla compagna di Salvatore Ligresti, in cui la ministra piagnucolava "non è giusto", mentre la Finanza cercava ancora Paolo Ligresti, fuggito in Svizzera. Non solo per le raccomandazioni a favore di Giulia o per l`interrogatorio lacunoso sui rapporti con Antonino.

Il rischio per il governo non sta in quello che già si sa, ma in quello che il ministro non ci ha raccontato e che i Ligresti potrebbero improvvisamente ricordare. A cosa allude Gabriella Fragni quando rammenta ad Annamaria Cancellieri la chiacchierata nella cascina dei Ligresti, quando le due amiche parlarono di quel "maledetto periodo" in cui il figlio della ministra lavorava in Fonsai? Cosa si dicono esattamente nei 13 minuti di conversazione non registrati Annamaria e l`amico Antonino Ligresti?

Cosa dice il figlio della ministra, Piergiorgio Peluso, o la stessa Giulia Ligresti nelle telefonate intercettate a settembre e non ancora depositate? La fiducia al ministro e al governo resta appesa a troppe domande e a troppe inchieste aperte in ben tre procure della Repubblica. Un assaggio si è avuto ieri. Mentre la ministra scandiva in Parlamento: "Non ho contratto debiti di riconoscenza verso nessuno", le agenzie di stampa pubblicavano le dichiarazioni di Salvatore Ligresti sulla sua raccomandazione a Berlusconi in favore dell`amica. Finché Annamaria Cancellieri resterà al suo posto, i giornali andranno a caccia di intercettazioni e verbali come questo.

E pubblicheranno interviste come quella del quotidiano La Stampa all`ex direttore degli hotel dei Ligresti, Antonio Cavaletto, che cita di passaggio, tra gli ospiti più pesanti del Tanka Village, "un prefetto morto due anni fa del quale preferisco non fare il nome". Forse perché è scomparso e non può dire: "Ho pagato". O forse perché lo chiamavano tutti "il prefetto del Quirinale".

 

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