LARGO AI GIOVANI (DEMOCRISTIANI)! - IL NOVANTENNE RONDI LASCIA E ALE-DANNO PENSA AL QUASI 77ENNE GIANNI LETTA COME PRESIDENTE DELLA FESTA DEL FILM DI ROMA (E CHISSENEFREGA CHE IL FIGLIO GIAMPAOLO SIA L’AD DI MEDUSA) - IN LIZZA ANCHE L’AD DI WARNER PAOLO FERRARI - IPOTESI MÜLLER AL POSTO DELLA DETASSIS, MA I CONTI IN ROSSO (SONO SPARITI GLI SPONSOR DELL’ERA VELTRONIANA), SPINGONO VERSO LA SCELTA DI UNA MANAGER CAPACE DI TROVARE FINANZIAMENTI…

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1- FESTIVAL DEL FILM IPOTESI GIANNI LETTA PER IL DOPO RONDI...
Franco Montini per "la Repubblica - Edizione Roma"

Chi sarà il prossimo presidente del Festival del film di Roma? E chi sarà il nuovo direttore artistico? Domande ancora senza risposta alle quali i soci fondatori (Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, Fondazione Musica per Roma), riuniti ieri, hanno deciso di rispondere a gennaio. Per il primo incarico, Gianni Alemanno starebbe pensando di sostituire Gianluigi Rondi (il cui mandato scadrà a giugno), con Gianni Letta. Il sindaco vedrebbe bene l´ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro di Silvio Berlusconi, come presidente della Festa del cinema.

Un incarico, però, che, curiosamente, farebbe storcere il naso al figlio di Letta, Giampaolo, amministratore delegato e vicepresidente di Medusa. A preoccupare Letta jr. sarebbero le possibili ombre di conflitto di interessi che si allungherebbero con la nomina del padre. Ma il nome dell´ex sottosegretario non è l´unico in campo. A contendergli la presidenza ci sarebbe anche Paolo Ferrari, manager di lungo corso ed ex presidente e ad di Warner Italia.

Con l´anno nuovo dovrebbe sciogliersi il nodo. Così come nel 2012 si dovrebbe decidere sul direttore artistico. Le quotazioni di Marco Muller (proposto e caldeggiato dalla governatrice del Lazio Renata Polverini) sembrano in ribasso. Non sarebbe gradito agli altri soci, compreso Alemanno, che non vorrebbe affidare la direzione del festival romano a chi, in passato, si era distinto come uno dei maggiori oppositori alla nascita della kermesse capitolina.

Verranno dunque valutate altre ipotesi anche se a questo punto si rafforza la possibilità di una conferma di Piera Detassis, nei confronti della quale si sono moltiplicati gli apprezzamenti del mondo del cinema per il lavoro svolto, nonostante le oggettive difficoltà e la palese ostilità dell´ex ministro dei Beni Culturali Galan. In questo senso è prevedibile (oltre che auspicabile) che il prossimo, futuro direttore avrà la possibilità di svolgere il proprio compito più serenamente.

Ciò su cui, al di là delle divisioni ideologiche e partitiche, i soci sembrano concordare è, invece, la volontà di sostenere il festival per farlo crescere ulteriormente e in questo senso si deve leggere l´impegno a ripianare il deficit di un milione e mezzo emerso all´ultima edizione.

2- IN ARRIVO UN MANAGER (O MÜLLER)...
Pedro Armocida per "il Giornale"

Roma «Allarme per il Festival del film, conti in rosso». A leggere i titoli gridati della cronaca capitolina della Repubblica sul Festival Internazionale del Film di Roma, la grandeur del cinesindaco Walter Veltroni, ossia i bei tempi quando «gli sponsor facevano la fila per esserci», sembra un ricordo lontano. Ora invece mancano all'appello un milione e trecentomila euro dei privati. Per Alemanno si tratta di «uno squilibrio finanziario non gravissimo però sicuramente da affrontare».

Meno diplomatica Fabiana Santini, assessore alla Cultura della Regione Lazio, «molto sorpresa di esserne venuta a conoscenza solo ora». Il presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gian Luigi Rondi si è difeso così: «Non conosco questi conti. So solamente che il consuntivo della manifestazione si deve fare ad aprile e lì sapremo se veramente il festival è in rosso».

Ieri intanto s'è svolta un'attesa riunione del Collegio dei Fondatori (Comune, Regione, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione musica per Roma) che, invece di prendere decisioni, ha preferito riunirsi - si legge in una nota - «subito dopo le festività per mettere a punto un progetto di rilancio della manifestazione cinematografica».

Sul tavolo rimane il problema del mandato di Rondi in scadenza a giugno. Probabilmente c'è chi lavorerà perché lasci prima. Così da poter indicare in libertà anche il nuovo direttore artistico ora che il contratto di Piera Detassis è terminato. Rondi non ha mai nascosto l'intenzione di volerla rinominare e lei al Giornale ribadisce che accetterebbe solo «se esiste un progetto chiaro, se c'è un impegno delle istituzioni e del mondo del cinema e se c'è una continuità. Perché credo che il nostro modello metropolitano sia molto interessante, moderno ­ e con più prospettive di altre manifestazioni ».

Ma il nodo romano è legato a doppio filo a quello della Mostra del cinema di Venezia dove il ministro Lorenzo Ornaghi ha da poco riconfermato alla presidenza Paolo Baratta che ieri ha incassato il parere favorevole della commissione Cultura della Camera.

Anche al Lido il direttore artistico Marco Müller è appena scaduto. E la sua riconferma non appare automatica. Se dovesse rimanere fuori dal festival veneziano (alcune voci dicono che Baratta stia contattando, oltre al suo «pupillo» Alberto Barbera, anche personalità straniere) allora potrebbe rinascere l'ipotesi di un suo trasloco a Roma.

Dove sono in calo le quotazioni di Pupi Avati (al posto di Rondi) mentre l'idea, a cui lavora anche il mondo dell'industria cinematografica (tra cui l'Anica), di un presidente manager capace di attrarre nuovi investimenti privati diventa sempre più concreta.

 

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