DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Simone Gallotti per la Stampa
È una prova di forza, ma il governo sembra deciso: la fusione tra Anas e Ferrovie dello Stato deve saltare.
L' operazione è concepita come un blitz in cui i tempi sono scanditi dalla fretta di arrivare prima della convocazione dell' assemblea di Fs prevista per giovedì prossimo, quella che avrebbe deciso il rinnovo del consiglio di amministrazione e la nuova governance del colosso statale voluto dal governo Gentiloni.
Strade e binari non saranno gestiti dalla stessa società: «Siamo convinti che la fusione non sia inevitabile e questo governo non è favorevole all' accorpamento», spiega il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi.
«Crediamo - aggiunge - che le due società debbano restare divise perché hanno ruoli e compiti differenti. I servizi - sottolinea Rixi - sono prioritari: Fs deve occuparsi dello sviluppo del trasporto passeggeri e della movimentazione delle merci, mentre Anas deve focalizzare le proprie energie sulla gestione e sulla manutenzione della rete stradale».
In vista dell' Assemblea
Per riuscire a dividere le due aziende, il cui percorso avrebbe dovuto essere finalizzato proprio nell' assemblea, il governo farà ricorso alle disposizioni per il riordino della dirigenza statale scritte nel 2002 da Franco Frattini, due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi, oltre che ex Commissario europeo.
Il nuovo governo ha infatti sei mesi di tempo dalla data del voto di fiducia per revocare gli incarichi nelle società partecipate o controllate.
È l' arma che è stata individuata per scalzare prima della settimana prossima il consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato, e lo confermano due fonti distinte dell' esecutivo.
Regia di Salvini
È la Lega a guidare l' operazione. L' ordine di scuderia l' avrebbe impartito il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini che ha affidato il dossier ai due sottosegretari ai Trasporti del Carroccio: Edoardo Rixi e Armando Siri.
Sono i due liguri, vicinissimi al segretario del partito, a stabilire la strategia, sia sul fronte aziendale che su quello politico.
L' identità di vedute con i M5S sul tema delle infrastrutture è ai minimi, anche per la preoccupazione che le imprese del Nord manifestano sulle grandi opere. Nel mirino poi c' è la grande corsa alle nomine.
La sorte dell' amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato sembrava già segnata e sia la Lega che il Movimento Cinque Stelle hanno pronti i nomi per la sostituzione.
In «pole position» ci sarebbe Beppe Bonomi, spinto proprio dal Carroccio e che nella composizione delle liste del governo sembrava destinato ad occupare la poltrona finita poi al pentastellato Danilo Toninelli.
Il banco di prova delle Ferrovie stabilirà i rapporti di forza tra i due alleati di governo.
Colosso tra binari e strade
La fusione Fs-Anas è stata portata avanti con forza dal passato governo e seguita in prima persona dall' ex ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, che non ha mai perso occasione per sottolineare l' importanza di questo accorpamento.
Aumento di capitale
L' operazione creerebbe un colosso da 108 miliardi di euro d' investimenti l' anno e controllerebbe un totale di 80 mila dipendenti. L' operazione è stata varata a fine 2017 con un aumento di capitale da 2,86 miliardi mediante conferimento dell' intera quota posseduta dal Ministero dell' Economia e della Finanze nell' Anas ma ancora non sono stati completati tutti i passaggi necessari al via libera alla maxi-operazione che potrebbe saltare proprio in dirittura d' arrivo.
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