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Piergiorgio Pinna per âLa Repubblica'
Si aggrava la posizione del sottosegretario del Pd ai Beni culturali Francesca Barracciu nell'inchiesta per i rimborsi gonfiati. Spuntano altri 45 mila di conti che non tornano ai magistrati e anche la memoria difensiva presentata dalla dirigente democratica non convince i pubblici ministeri.
La Barracciu, per esempio, sostiene di essere stata in diverse circostanze in una città dell'isola a parlare di politica, ma la sua carta di credito dimostra che si trovava da tutt'altra parte, quasi sempre a Cagliari. Stessa anomalia nel registro-presenze dell'assemblea regionale. In passato aveva sempre sostenuto di aver usato i rimborsi spese dei gruppi politici in consiglio per rimborsi carburante. Ma adesso la magistratura sarda le contesta ulteriori «impieghi» di denaro pubblico.
All'ex vincitrice delle primarie, poi costretta, proprio perché indagata, a un passo indietro ma ripescata come sottosegretaria nel governo Renzi, gli inquirenti contestano altre discrasie tra la sua memoria difensiva e gli accertamenti fatti dalla Finanza. Come un «buco» piuttosto significativo nella rete di appuntamenti politici. Per esempio in una data indicata con precisione nella relazione difensiva non era in Sardegna ma all'estero, eppure risulta un viaggio in auto e il relativo rimborso per il chilometraggio, richiesto e calcolato secondo le tabelle Aci come tutti gli altri.
Solo sviste o dimenticanze a 5 anni dai fatti? A rafforzare le tesi dell'accusa spunta
adesso una somma in più che dev'essere spiegata: altri 45 mila euro, da aggiungere ai 33 mila già contestati, per i quali manca attualmente un'ipotesi di rendiconto. La Barracciu non li ha giustificati quando il pm Cocco le ha messo davanti i nuovi conti dell'accusa: a conclusione dell'esame condotto due giorni fa, presenti i difensori Carlo Federico Grosso e Giuseppe Macciotta, la sottosegretaria si è riservata di portare altre pezze giustificative.
Sono quatto i sottosegretari indagati nel governo Renzi, tutti del Pd. Altri due, come la Baracciu, sono entrati nelle inchieste sui rimborsi dei consigli regionali.
Si tratta di Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario ai Trasporti, e Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute. Filippo Bubbico, confermato viceministro del-l'Interno, è invece sotto inchiesta per abuso d'ufficio. Ma da subito l'esecutivo ha fatto muro in difesa dei suoi componenti. Il ministro dei Rapporti col Parlamento
Maria Elena Boschi ha risposto nell'aula di Montecitorio a un'interrogazione dei grillini proprio sulla Barracciu. «Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia», ha detto il 5 marzo. «All'esito del procedimento il governo valuterà se chiedere le dimissioni». Le voci di un addio volontario della Barracciu non hanno trovato conferma ieri. Ma la situazione potrebbe complicarsi se i pm dovessero chiedere il rito immediato senza passare dal rinvio a giudizio. In quel caso come si comporterà Palazzo Chigi?
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