DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
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Sulla testa imbiancata di Alessandro Profumo s’adensano nuvole nere. L’ad di Leonardo (Finmeccanica) ostenta ottimismo con i suoi collaboratori. Forse non sa che a Palazzo Chigi ed al ministero dell’Economia occhi attenti osservavano il tracollo del titolo dopo la presentazione del Piano Industriale.
ALESSANDRO PROFUMO E ROBERTA PINOTTI
Al termine degli scambi dell’altro ieri, chiusi con un drammatico -12%, c’è stata una telefonata fra i piani nobili della presidenza del Consiglio. In questi colloqui riservatissimi trapelava la preoccupazione per Leonardo. La sua capitalizzazione (ridotta all’osso) mette ansia al governo. Non certo per la scalabilità (non lo è in virtù del golden power) quanto per la capitalizzazione. Se scende ancora riduce la forza negoziale al tavolo delle trattative internazionali.
Insomma, c’è il rischio che Profumo abbia fatto diventare Leonardo una specie di zitella che nessuno vuole sposare. Circostanza che preoccupa non poco le strategie di qualche dipartimento della Presidenza del Consiglio.
Per di più, si comincia a respirare malumore dalle parti di piazza Montegrappa. I manager che hanno vissuto la Finmeccanica sono incazzati con “Arrogance” Profumo per il potere affidato a Lorenzo Mariani, a partire dal budget.
E’ per queste ragioni che a Palazzo Chigi ed al Mef avrebbero concordato che dopo le elezioni sarebbe meglio che Profumo si cerchi un altro lavoro. La sua presenza nell’industria della Difesa rischia di diventare una meteora.
E dopo le elezioni si faranno i giochi anche dentro Cassa depositi e prestiti. Fabio Gallia ha già pronti di scatoloni da amministratore delegato, mentre Claudio Costamagna (dopo lungo ripensamento) sarebbe intenzionato a rimanere. E per inchiodarsi sulla poltrona di presidente starebbe corteggiando in maniera pesante Giuseppe Guzzetti - anche se sembra orientato a un ricambio. E Profumo non fa mistero del suo desiderio di traslocare proprio in CDP. Nella divisione dei poteri l’ad viene indicato dal ministero Economia ed il presidente dalle Fondazioni.
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