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Brunella Bolloli per "Libero quotidiano"
C'era una volta il linguaggio felpato della Chiesa. Oggi, però, anche Oltretevere i toni bassi e curiali hanno lasciato il posto a espressioni molto più confidenziali, coniate direttamente dalle arene parlamentari dove la benzina sul fuoco è all' ordine del giorno. Così monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, è stato diretto come un politico navigato nel lanciare la sua crociata contro chi invoca restrizioni all' arrivo dei profughi: «Piazzisti da quattro soldi che pur di prendere voti, di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse!».
Pur senza fare nomi, non ci vuole un genio a capire che la bacchettata del prelato è diretta a Matteo Salvini e Beppe Grillo, cioè i leader di Lega e Movimento Cinquestelle, che sull' immigrazione vogliono la linea dura e dicono: «Basta buonismo. Giro di vite sui permessi di soggiorno e rimpatri forzati».
Un cavallo di battaglia dei padani a cui il capo stellato, evidentemente, guarda con sempre maggiore attenzione (tra lo stupore e il panico della base grillina, più a sinistra del leader). Per Galantino, reduce da una missione in Giordania dove sono accolti milioni di richiedenti asilo provenienti da Siria e Iraq, questo è un atteggiamento che «in Italia viene alimentato da quattro piazzisti. Lo so che l'accoglienza è faticosa», ha detto, «che è difficile aprire le proprie case, il proprio cuore, le proprie realtà all' accoglienza.
Ma l' Italia e l' Europa devono fare come la Giordania e il Kurdistan iracheno che accolgono moltissimi profughi non perché hanno più mezzi di noi, ma forse hanno solo un cuore un poco più grande. Soprattutto», ha concluso il segretario dei vescovi, «questa attenzione che da noi ahimè manca ai perseguitati cristiani e yazidi, minoranze che hanno fatto la storia del Medio Oriente».
Parole a cui ha subito replicato Salvini: «Chi difende questa invasione clandestina che sta rovinando l'Italia», ha contrattaccato il leader leghista, «o non capisce o ci guadagna. Non si tratta di essere cattolici o no, si tratta di buonsenso. Sono felice del sostegno che arriva, a me e alla Lega, da tante donne e uomini di Chiesa senza le fette di salame sugli occhi e le tasche piene!».
A muso duro rivolto al segretario della Cei: «Ricordo monsignor Maggiolini (ex vescovo di Como morto nel 2008, ndr), valeva dieci monsignor Galantino, perché diceva, già dieci anni fa, che era in corso un' invasione». La mia non è una polemica con la Chiesa», ha precisato Salvini, «ma con qualcuno che straparla a nome della Chiesa. Ora c' è qualcuno che fa politica a nome della Chiesa». Zitti i grillini che si erano tirati fuori dalla mischia: «Le parole del vescovo? Non sono rivolte a noi», aveva commentato l' ex capogruppo in Senato Nicola Morra.
Ma lo scontro politico è destinato a durare, visto che il bollettino degli sbarchi viene aggiornato quotidianamente e solo ieri sono stati 1.552 i migranti salvati in sette distinte operazioni di soccorso al largo delle zilibiche. Il Pd si schiera con Galantino e Papa Bergoglio. «Per Lega e M5S esiste solo il no, ma con i no forse si fanno le campagne elettorali, ma non si risolve alcun problema reale», ha detto il deputato Francesco Boccia, mentre di «mediocre campagna», parla Fabrizio Cicchitto di Ncd.
«Monsignor Galantino non fa politica, semmai è Salvini che vuole insegnare al Papa come si fa il Papa», ha commentato il presidente di Rivoluzione cristiana, Gianfranco Rotondi. E Forza Italia ha un' idea da impiegare subito sulle spiagge: i check point per i vù cumprà.
«Una sorta di controllo fisso dove l' ambulante debba mostrare il titolo di soggiorno e le autorizzazioni per lavorare come tale», ha spiegato Giorgio Silli, responsabile immigrazione degli azzurri. Lo scontro va avanti.
migranti alla stazione tiburtina 4
migranti alla stazione tiburtina 5
migranti 2
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