DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. FIORAVANTI ALLO SPORT
Guglielmo Buccheri e Ilario Lombardo per la Stampa
«Ho ancora tante cose da fare nel mondo del calcio». Dopo l' eroe del Mundial '82 Claudio Gentile, Luigi Di Maio incassa un altro rifiuto da un calciatore contattato per ricoprire il ruolo di ministro dello Sport. Damiano Tommasi ha detto no ai grillini e lo conferma alla Stampa .
L' ex centrocampista della Roma, oggi presidente dell' Associazione nazionale calciatori, racconta di un corteggiamento durato settimane, continuato tra colloqui e un pranzo con Di Maio, e nato da una stima espressa dal delegato per lo sport del M5S, il deputato Simone Valente.
Durante la sua candidatura a capo della Figc, poi commissariata, Tommasi veniva già dato in «quota grillina», chiamato «il candidato di Di Battista», prima che lui dichiarasse: «Io lascio fuori la politica ma voglio che la nostra Federazione sia quella della quinta stella».
Nella squadra di governo che Di Maio sta componendo, resta ancora vuota la casella dello Sport, che a questo potrebbe essere riempita dal campione olimpionico di nuoto Domenico Fioravanti, già candidato alla Camera. Assieme a quella, però, mancano i nomi per altri ministeri. «Solo due o tre» ha detto ieri Di Maio, annunciando una radicale svolta rosa. Il leader grillino promette «donne nei posti chiave», un modo per prendere tempo e attendere che le personalità prescelte e titubanti sciolgano le riserve.
Anche per questo il «fantastico team», come già lo chiama Di Maio, potrebbe essere svelato a puntate. Un ministro dopo l' altro, a partire forse già da domenica, in modo anche da attrarre l' attenzione degli ultimi giorni. Tra i nomi sondati si parla di Paolo Magri, dell' Ispi - che lo scorso anno aveva già partecipato al convegno di Ivrea di Davide Casaleggio - per gli Esteri e di Leonardo Becchetti, economista cattolico, funzionale in vista della legge sul reddito di cittadinanza. Tutti profili, assicura il candidato premier, «sono stati designati come se Sergio Mattarella fosse presente».
paolo magri della trilateral alla commemorazione per gianroberto casaleggio
Un ennesimo tranquillizzante messaggio inviato al Colle a cui era giunta la promessa che la squadra di governo sarebbe stata composta da nomi di peso, competenti, una sorta di esecutivo tecnico con pochissimi innesti politici, confezionato in modo da garantire quella flessibilità che si potrebbe rendere necessaria in caso di alleanze.
L' accordo implicito con Mattarella si basa sulla costruzione di una credibilità, anche dei possibili futuri collaboratori, a cui Di Maio si è dedicato per mesi, nella speranza di strappare almeno un mandato esplorativo. Magari anche per quel governo di larghe intese, di scopo o del presidente (qualunque esso sia), a cui il grillino vorrebbe sedere da protagonista.
Il leader e il suo staff lavorano «su 16-18 nomi al massimo». Qualche novità ci sarà sui ministeri senza portafogli, dove il M5S vuole lasciare la propria impronta: dal ministero della Meritocrazia a quello dedicato a Famiglia e infanzia. Una promessa, quest' ultima, che servirà ad attrarre il voto più conservatore e moderato dei cattolici.
Per guidarlo si fa il nome di Laura Baldassarre, assessora di Roma, ex Unicef, dove aveva lavorato sotto la presidenza di Vincenzo Spadafora, consigliere di Di Maio, candidato in Campania e dato per certo in un ministero, forse anche di peso. Altra certezza, è Alfonso Bonafede, fedelissimo del leader.
2. M5S, DIFFICOLTA’ SULLE MINISTRE
Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera
La squadra «camaleonte», come qualcuno la definisce all' interno del Movimento, un po' perché i nomi restano ancora «nascosti», un po' per il suo assetto variabile, con opzioni diverse pronte a scambiarsi posto. L' esecutivo in pectore che Luigi Di Maio intende presentare nei prossimi giorni riparte dalle donne, che - secondo le indiscrezioni che filtrano dal Movimento - saranno nei dicasteri chiave.
Fiore all' occhiello, ma anche spina della squadra di governo: i problemi proprio con le quote di genere avrebbero infatti costretto i pentastellati a qualche ritardo nello stabilire le caselle mancanti. I nomi saranno annunciati a tappe la prossima settimana, ma alcuni dei diretti interessati avrebbero preferito attendere l' esito del voto, per conoscere meglio lo scenario post elettorale (e di conseguenza anche i destini della squadra pentastellata).
Di sicuro il Movimento ha in mente una squadra snella - le indiscrezioni fissano l' asticella a quota 15-16 ministeri - e sono previste alcune novità come i dicasteri per famiglie e bambini e quello per la meritocrazia. E di sicuro sarà fondamentale il consenso alla lista del capo dello Stato, spesso citato in questa fase della campagna elettorale dai Cinque Stelle.
Anche ieri il Colle è stato evocato: «Abbiamo compilato la lista come se il presidente Sergio Mattarella fosse presente», hanno reso noto nel Movimento. C' è qualche ritardo: la dead-line interna era fissata per oggi, prima della ripresa del «rally» di Di Maio per l' Italia, ma ancora non quadrano uno-due tasselli (si parla di Sport ed Economia). Parallelamente si lavora anche a una «sorpresa» per la settimana che potrebbe coinvolgere sia i big sia Grillo.
alessandro di battista con sahra e il figlio andrea
Intanto, scoppia la polemica per i manifesti elettorali di Roberta Lombardi in cui la candidata governatrice del Lazio auspica per i borghi della Regione «più turisti e meno migranti, che pesano sull' economia locale». «Sono solo slogan. Conoscendo Roberta credo che lei intendesse concentrarsi sul turismo e sulla migliore gestione dei flussi migratori», ha argomentato Alessandro Di Battista. Che poi ha aggiunto: «Ognuno ha il suo stile, io non avrei utilizzato queste parole».
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