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Claudio Marincola per il Messaggero
Se tablet, pc, e smartphone potessero sorridere lo farebbero: se Beppe Grillo in Sicilia ha preso tutti quei voti il merito è anche loro. E infatti è al suo blog che l'ex comico genovese a metà pomeriggio, quando lo spoglio è in fase avanzata, si affida per annunciare le mosse in vista delle prossime politiche: «Io devo essere il capo politico di un movimento, però voglio dirvi che il mio ruolo è quello di garante», «vedere chi entra, dobbiamo avere soglie di attenzione molto alte».
Ha attraversato a nuoto lo Stretto ma è come se soltanto ieri avesse toccato terra. E ora, senza mai uscire dal web, dove appare in formato Zio Sam e con sotto la scritta «I want you», detta il «comunicato politico numero 53». Apre le selezioni per le candidature del suo Movimento 5 stelle. «Bisogna non sbagliare nulla - avverte - sennò ti entra Toto'u curtu e poi ce lo hai tutta la vita dentro, Toto'u curtu». Che poi sarebbe Totò Riina.
Gli exit poll domenica sera davano l'M5S al 25 per cento. Alla fine s'è attestato intorno al 14,7. Giancarlo Cancelleri, candidato presidente, uno che prima non aveva mai fatto politica, che i siciliani quando lo incontravano insieme a Grillo si chiedevano «ma cu'è chistu?», notte tempo aveva scritto su Facebook una lettera al capo: «Caro Beppe, per due settimane hai dato l'anima per questa terra come se il siciliano fossi tu e non io». Per poi finire con un «comunque vada abbiamo già vinto».
C'è molta improvvisazione tra i grillini. Ma l'unica uscita palermitana, il comizio a piazza della Magione, un'area sottratta al degrado nello storico quartiere Kalza, era stata studiata nei particolari. «Stiamo per affrontare qualche cosa di straordinario», prevede ora l'ex comico, commentando il risultato della sua lista, la più votata nell'Isola. Per scegliere i candidati potranno votare tutti gli iscritti. Potrà essere eletto chiunque purché sia «stato con noi per 5 anni». Non si potrà candidare chi risiede all'estero e chi «vive in un posto e si fa eleggere da un'altra parte».
Chi entrerà a Montecitorio manterrà comunque «un piede fuori dal Parlamento» e ci sarà un tetto per gli stipendi. Movimento di lotta e di governo, dunque. Perché Grillo si immagina già candidato premier per dar vita al «cambiamento epocale». Si scusa, sa che «sbaglieremo, sbaglierò, e mi accuserete di qualsiasi cosa». Lancia un invito agli iscritti «dateci una mano piuttosto che martellarci, a me e a Casaleggio». E annuncia che gli eletti del M5S non si faranno chiamare onorevoli ma solo «cittadini». E in una regione in cui i consiglieri vengono chiamati normalmente «deputati» questa è l'unica vera rivoluzione che si intravede.
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