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Giovanni Orsina per “la Stampa”
La Tav o si fa o non si fa. I migranti della Sea Watch o si accolgono o si respingono.
Tendiamo troppo spesso a considerare la politica il regno delle meschine mediazioni e dei compromessi deteriori, e a dimenticare che è anche il regno delle decisioni ultime, della scelta secca fra opzioni opposte e inconciliabili. Un governo si qualifica proprio quando deve prendere questo tipo di decisioni, perché è allora che indica la direzione nella quale vuole portare il Paese, l'Italia ideale sulla quale vorrebbe modellare quella reale.
È per questo che, alla lunga, un governo non può né reggersi su un contratto né essere presieduto da un mediatore. Anche la strategia di dare un colpo al cerchio e uno alla botte - a me lo sblocco della Sea Watch e a te quello della Tav; o viceversa, a me il blocco dell' una e a te quello dell' altra - è destinata prima o poi a scontrarsi con l' inevitabile ambizione dei contraenti di dare al Paese ciascuno il proprio indirizzo politico.
Se gli indirizzi divergono in maniera netta, poi, il mediatore sarà costretto a prendere posizione da una parte o dall'altra. Come il presidente del Consiglio ha dovuto fare sui migranti.
luigi di maio casaleggio di battista casalino
È ben possibile ritenere che Salvini abbia dell'Italia un'idea indesiderabile e magari irrealizzabile, ma è difficile negare che quell'idea ci sia, e sia piuttosto chiara. Che Paese abbiano in mente i Cinque Stelle, invece, è più complicato dirlo. Nel Movimento c' è uno strato ideologico originario fatto fra l' altro di ambientalismo, comunitarismo e anti-capitalismo.
A questo strato se n'è però sovrapposto uno molto più spesso e variopinto, generato dall' ostilità pura e semplice nei confronti dell' establishment politico. Il millefoglie pentastellato dev' essere poi completato quanto meno da due componenti ulteriori: l' idea di Gianroberto Casaleggio che il M5S debba canalizzare attraverso il web i desideri e le priorità della base; e l' opportunismo e l' ambizione che appartengono sempre all' azione politica.
L'indeterminatezza ideologica del Movimento ha reso possibile la nascita del gabinetto Conte. Anche il contratto di governo, a ben vedere, si basa su un'idea di politica che assomiglia un po' a quella di Casaleggio: una politica che non imprima al Paese un proprio indirizzo forte e coerente, ma al contrario tragga dal Paese di volta in volta l' indicazione dei singoli provvedimenti che bisogna prendere, isolati gli uni dagli altri.
Oggi l' impossibilità di evitare a lungo le scelte ultime sta mettendo in crisi quell'indeterminatezza ideologica e quell'idea di politica. Da quando è nato il governo, del resto, i pentastellati hanno sostanzialmente smesso di coinvolgere la propria base nei processi decisionali. Non è un caso: se è vero che i cittadini vogliono partecipare, è vero pure che al contempo, e in maniera in parte contraddittoria, chiedono pure alla politica di dare loro guida e certezze. E, una volta che si è al governo, quella richiesta non la si può ignorare.
alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 4
Spinti dall' avvicinarsi delle elezioni regionali ed europee e dalla micidiale concorrenza di Salvini, i Cinque Stelle sono dunque alla ricerca affannosa di un' identità. Tre fattori contribuiscono a spingerli verso sinistra: il loro orientamento ideologico originario, la crisi del Partito democratico, e l'occupazione leghista della destra. Non è affatto chiaro, però, di quale sinistra debba trattarsi: sostenere i Gilets Jaunes è una cosa, ammorbidire la politica sui migranti ne è tutta un' altra. E naturalmente non è chiaro se questa ricerca d' identità sia destinata a spingersi fino a mettere in pericolo la sopravvivenza del governo.
Che è sì indebolito dalle continue e crescenti tensioni fra i due partner. Ma è pure tenuto insieme, almeno per il momento, da un collante potentissimo: la mancanza di alternative.
Di Maio e Di Battistaalessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 3DI BATTISTA DI MAIOdi maio di battista
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