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LA PACE IN MEDIORIENTE È APPESA A UN FILO - GLI STATI UNITI HANNO INFORMATO I PAESI CHE GARANTISCONO L'ACCORDO DI TREGUA A GAZA DI UNA "IMMINENTE VIOLAZIONE DEL CESSATE IL FUOCO DA PARTE DI HAMAS", CHE STA PREPARANDO UN ATTACCO CONTRO I CIVILI PALESTINESI. L'ORGANIZZAZIONE TERRORISTA, INOLTRE, NON HA INTENZIONE DI DISARMARSI, COME PREVISTO DALL'ACCORDO DI PACE - NETANYAHU NON INTENDE APRIRE IL VALICO DI RAFAH FINO A CHE TUTTI I CORPI DEGLI OSTAGGI NON VERRANNO RESTITUITI A ISRAELE. "BIBI", SULLA SCIA DELL'ENTUSIASMO, ANNUNCIA LA SUA RICANDIDATURA...
USA, ATTACCO IMMINENTE DI HAMAS CONTRO I CIVILI DI GAZA
(ANSA) - NEW YORK, 18 OTT - Gli Stati Unti hanno informato i Paesi che garantiscono l'accordo di pace a Gaza di una "imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione" della Striscia.
Lo afferma il Dipartimento di Stato, sottolineando che il "pianificato attacco contro i civili palestinesi costituirebbe una diretta e grave violazione del cessate il fuoco e metterebbe a rischio i significativi progressi raggiunto con la mediazione". Se Hamas procederà con questo attacco, "saranno prese misure per proteggere la popolazione di Gaza e preservare l'integrità del cessate il fuoco".
ALTA TENSIONE ISRAELE-HAMAS “IL TEMPO PER IL PIANO STRINGE NETANYAHU NON RIAPRE RAFAH
Estratto dell'articolo di Nello Del Gatto per "la Stampa"
a gaza esecuzioni sommarie dei miliziani di hamas
Il valico di Rafah non apre. Contrariamente a quanto era stato annunciato, la porta di Gaza sull'Egitto rimarrà chiusa a tempo indeterminato. Lo ha comunicato l'ufficio del premier Netanyahu, attribuendo la decisione al mancato rispetto dell'accordo di cessate il fuoco da parte di Hamas.
«La sua riapertura sarà valutata in base alla misura in cui Hamas adempirà al suo ruolo nel restituire i corpi degli ostaggi uccisi e nell'attuare il quadro concordato», si legge nel comunicato. In un precedente annuncio l'ambasciata palestinese in Egitto aveva invece data per certa l'apertura del valico già a partire da domani, apertura che avrebbe dovuto consentire il movimento dei palestinesi in entrambe le direzioni, permettendo il ritorno a casa dei gazawi in Egitto e l'evacuazione dei feriti nell'ambito del cessate il fuoco, ma non l'ingresso di aiuti.
La tregua e la prosecuzione del piano di pace al momento sembrano appesi a un filo, con Israele fermo sulle proprie posizioni. La guerra a Gaza «finirà per sempre» dopo che Hamas sarà disarmato e Gaza smilitarizzata, ha ribadito il primo ministro Benjamin Netanyahu che, in un programma su Channel14, annuncia: «Mi ricandiderò e mi aspetto di vincere». [...]
Il gruppo che controlla la Striscia insiste nella difficoltà di recuperare gli altri cadaveri, ma per Israele, recuperarli tutti, è aspetto fondamentale per passare alle fasi successive dell'accordo. Per molti sia in Israele che fuori, Hamas starebbe volutamente centellinando la consegna dei corpi solo per prendere tempo e continuare a mantenere il controllo della Striscia di Gaza.
Ieri sera una folla di manifestanti si è radunata nella piazza degli Ostaggi di Tel Aviv per chiedere la restituzione dei corpi dei restanti ostaggi. Il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir ha dato al premier Netanyahu un ultimatum per smantellare definitivamente Hamas e promulgare la pena di morte per i terroristi, minacciando che se le sue condizioni non saranno soddisfatte entro un termine certo, il suo partito abbandonerà il governo. Anche se l'opposizione è pronta a venire in soccorso.
Altro punto centrale per portare avanti l'accordo è quello del disarmo, aspetto sul quale invece Hamas non sembra voler cedere. Mohammad Nazal, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha dichiarato a Reuters che il gruppo intende mantenere il controllo della sicurezza a Gaza per un periodo ad interim, e che per ora non può quindi impegnarsi a disarmarsi. Dopo le parole del dirigente di Hamas, l'ufficio di Netanyahu ha chiarito che i miliziani devono disarmare «senza se e senza ma», sottolineando che «il tempo sta per scadere».[...]
Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche al Guardian, potrebbe essere l'Egitto a guidare una forza di stabilizzazione internazionale pianificata per gestire la sicurezza a Gaza, dopo aver ottenuto il sostegno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Anche Turchia, Indonesia e Azerbaigian sono indicati come principali contributori di truppe.
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