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Paolo Baroni per ''la Stampa''
Silvio Berlusconi apre la caccia ai candidati della società civile.
Arriva a sorpresa a Capri, al tradizionale convegno dei giovani di Confindustria, ed il suo è un fuori programma che è davvero tutto un programma.
Quando transita in piazzetta si concede il solito bagno di folla e qualche selfie, qualcuno lo applaude. Applausi anche in sala, sia quando proclama «noi siamo eroi a fare gli imprenditori», sia quando si scaglia contro la magistratura e le troppe tasse. Parte con una delle sue solite battute sulle donne ed accenna al caso-Bankitalia («non ho alcun nome da fare, eccetto il mio perché saprei fare tutto»), ma oggi all' ex Cavaliere sta soprattutto a cuore la prossima sfida elettorale.
berlusconi a capri dai giovani imprenditori
Ha già pronto il nuovo programma, il «programma perfetto, già approvato sia da Salvini che dalla signora Meloni che vedrò presto». Ed ora cerca chi possa aiutarlo a metterlo in pratica. «Sono venuto qui oggi - spiega - perché vorrei che in qualcuno di voi nascesse lo stesso senso del dovere, di dedicare qualche anno della vostra vita al vostro Paese. Se qualcuno ha interesse, c' è Francesco Ferri presidente del nostro Centro studi dei pensieri liberali, a cui potete rivolgervi. Ci incontreremo, ne parleremo, mi auguro che si possa contare davvero su qualcuno che conosce davvero la realtà del lavoro».
L' invito pare non sia caduto nel vuoto e molti segnali danno diversi Giovani in avvicinamento a Forza Italia.
Quanto a lui sarà ovviamente ancora in campo. «Ho 81 anni, speravo di godermi la vita, sono ancora in campo contro i miei figli, contro i miei collaboratori e i miei azionisti - aggiunge il leader di Forza Italia - perché ho sentito il dovere anche questa volta». Berlusconi dice di farlo «per disperazione, come nel '94», perché vede all' orizzonte solo «affabulatori, candidati che non hanno mai lavorato e sono nemmeno laureati».
berlusconi a capri dai giovani imprenditori
Ma se 23 anni fa il pericolo erano «i comunisti» oggi il nemico da battere sono i 5 Stelle. Di cui il Cav svela «il programma vero rimasto sino ad ora segreto, scoperto per vie traverse. Sono pauperisti e giustizialisti - attacca -. Vogliono reintrodurre l' imposta di successione al 45% come in Francia e una patrimoniale del 12%.
In più come candidato premier hanno Piercamillo Davigo, non certo Di Maio che e solo un frontman. E ho detto tutto».
Quello che ha messo a punto lui invece, sentendo più volte a gruppi di 100, persone che si sono allontanate dalle urne, è invece «il programma perfetto». E' fatto di tre meno (meno tasse, meno Stato e meno vincoli per tutti) e tre più (più aiuto ai bisognosi, più giustizia e più sicurezza per tutti). Temi vecchi e nuovi rimescolati fra loro: dalla separazione delle carriere in magistratura all' aumento delle pensioni, dal taglio delle tasse ad una soglia di 8mila euro per l' uso del contante.
«Non si esce dall' euro, su questo - assicura - ho convinto anche Salvini, ma per sostenere i consumi delle famiglie occorre introdurre una seconda moneta come si è fatto nel dopoguerra con le Amlire. Avrei voluta chiamarla Silvia - scherza - ma invece si chiamerà Lira.
Il costo non è un problema: facciamo come i giapponesi per anni hanno semplicemente stampato moneta in più e fatto crescere la loro economia».
berlusconi a capri dai giovani imprenditor
Il futuro del Paese preoccupa ovviamente anche i giovani industriali. Il loro nuovo presidente, Alessio Rossi, in particolare mette in guardia dagli eccessi di populismo «che punta solo ad esacerbare gli animi ed equivale alla concorrenza sleale che si pratica in economia. Il futuro governo? Servirebbe un patto di legislatura, un governo solido - risponde - ma a noi basterebbe anche solo un governo utile. L' importante è non far fare all' Italia il gioco dell' oca».
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