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Tommaso Rodano per "Il Fatto Quotidiano"
Goffredo Bettini è considerato, a torto o a ragione, il dominus del "modello Roma", il garante di un sistema di governo e di potere che ha mantenuto il centrosinistra al comando della Capitale per 15 anni, prima con Rutelli e poi con Veltroni. Ora riparte dalla caccia alle preferenze per un seggio a Strasburgo, battendo in lungo e in largo un territorio con orizzonti ben più lunghi del Grande raccordo anulare: Lazio, Marche, Umbria e Toscana; dalle "comunità di recupero di Monte Grimano Terme", vicino a Urbino, "ai mezzadri di Amelia", in provincia di Perugia.
Non solo Roma, insomma. Anche se la campagna non poteva che partire da lì, dove la rete di rapporti di Bettini non mette in dubbio il reperimento di contributi e risorse. Primo atto, una grande cena elettorale al Gran Teatro, lo scorso 15 aprile. Hanno partecipato circa 2500 persone, tra artisti e uomini di spettacolo (Ettore Scola, Massimo Ghini, Carolina Crescentini), politici del Pd romano (Marino e Zingaretti) e rappresentanti di quel "tessuto produttivo" capitolino di cui Bettini è stato a lungo interlocutore. La cifra raccolta, al netto delle spese, è vicina ai 50 mila euro. Una bella iniezione di fiducia e di denaro.
"I costi - spiega lo staff di Bettini - rispetteranno il tetto massimo di spesa stabilito per legge: 167 mila euro. Se avanzerà qualcosa, sarà donato a qualche onlus senza scopo di lucro". I soldi, cena a parte, arrivano ancora dalle donazioni volontarie di privati e aziende. Criterio inderogabile: nessuna società pubblica ("Non andremo certo a batter cassa alle municipalizzate").
E ogni centesimo raccolto - garantisce il comitato elettorale - sarà debitamente rendicontato dopo le elezioni. La parte del leone la fa la propaganda: il 50 / 60 per cento è per la stampa e l'affissione di manifesti e volantini (tra i 30 e i 50 mila, più 100 mila depliant), l'acquisto degli spazi pubblicitari e un paio di spot per i cinema e le tv locali. Il resto andrà diviso tra lo staff (25 persone), l'affitto del locale del comitato (un locale in via Salaria: 10 mila euro per due mesi d'affitto) e un contributo per i volontari "scesi in campo" per portare Bettini al Parlamento europeo.
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