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ALTRO CHE PAGLIACCIO: TRUMP HA UNA SQUADRA SERIA ED È PRONTISSIMO A FARE IL PRESIDENTE. CHRIS CHRISTIE PUNTA A FARE IL VICE, PER CONQUISTARE REPUBBLICANI MODERATI E LIBERAL DEL NORD-EST - OCCHIO AI DATI: DONALD, COME OBAMA NEL 2008, TRASCINA A VOTARE MILIONI DI ELETTORI IN PIU'. E HILLARY NON VINCE TRA I BIANCHI, I GIOVANI, E NEMMENO TRA LE DONNE GIOVANI

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1. TRUMP HA UNA SQUADRA MOLTO Più CAZZUTA DI QUANTO SCRIVANO I POVERI GIORNALI ITALIANI. E ORA HA UN POTENZIALE VICE PER CONQUISTARE ANCHE I LIBERAL E REPUBBLICANI MODERATI: CHRIS CHRISTIE

DAGOREPORT

 

I malcapitati lettori di quotidiani italiani (o dei principali siti d'informazione, Dagospia escluso) hanno letto per mesi della folle campagna di Donald Trump come di una barzelletta di cui ci saremmo tutti stancati presto. Ora abbiamo capito quanto potesse essere falsa questa analisi/speranza.

chris christie sostiene donald trumpchris christie sostiene donald trump

 

Questo purtroppo nasce dal fatto che i giornali della Penisola non hanno più i soldi, o l'interesse, per pagare dei veri corrispondenti, preferendo bravi ma stanchi giornalisti sull'orlo della pensione che passano le giornate a cliccare ''refresh'' sulle home page di New York Times e Wall Street Journal.

 

Peccato che quando si tratta di Trump, i due giornali di solito in lotta tra loro si trovino stupendamente in sintonia. Il quotidiano liberal lo guarda con la superiorità e sufficienza tipiche della sinistra americana, mentre il rivale finanziario lo detesta per il suo lavoro di distruzione del partito repubblicano. I durissimi commenti sul candidato col riporto di Rupert Murdoch e dello sceicco Alwaleed, proprietari del giornale, non lasciano spazio a interpretazioni.

chris christie dietro donald trumpchris christie dietro donald trump

 

In realtà ''The Donald'' ha alle spalle una squadra molto più seria e professionale di quanto scriva chi segue la sua campagna. Ha tra i suoi consiglieri dei veri esperti di politica interna ed estera, furbi businessmen come Carl Icahn, e leader locali che lo stanno aiutando nella corsa delle primarie. Certo, lui rimanda continuamente la presentazione della sua squadra, facendo sospettare molti che non ce l'abbia affatto. Non è vero, e sarebbe in teoria compito dei giornalisti scoprire chi sono e cosa pensano i suoi aides.

chris christie con donald trumpchris christie con donald trump

 

Il problema è che i suddetti giornali hanno molti agganci dentro lo staff di Jeb Bush, Marco Rubio o Hillary Clinton, di cui ci raccontano ogni retroscena e strategia (vedi questo articolo del Times, dall'eloquente titolo "Inside the Clinton Team’s Plan to Defeat Donald Trump": http://nyti.ms/1RC2HSy ), ma non riescono a penetrare il dorato mondo di Trump. Perché lui non ha bisogno di far trapelare nulla: i media lo seguono, affamati di ascolti e clic, senza battere ciglio, e senza poter pretendere in cambio di avere qualche retroscena.

donald trump in nevadadonald trump in nevada

 

Uno che non è scemo, e che si è accorto del vero potenziale del biondo miliardario, è Chris Christie, che fino a ieri lo chiamava ''entertainer-in-chief'' e lo accusava di essere incapace a gestire il potere. ''Non ha idea di come si possa governare'', diceva lo scorso 7 febbraio. E invece eccolo lì, due sere fa, a "endorsarlo", con un'espressione che è già diventata un tormentone di gif animate e sberleffi in rete.

 

hillary clintonhillary clinton

Ma i giochini social si dimenticano presto, e sono creati e letti dallo stesso elettorato che non voterebbe mai per Trump. Christie punta invece ai repubblicani, moderati e anche liberal del Nord-Est, di cui è stato per anni il campione (finché non è inciampato nello scandalo del ponte). E' stato il primo politico di peso, e che peso, a salire sul carro del vincitore, e punta a garantirsi un posto nel ticket come candidato alla vicepresidenza.

 

 

2. I NUMERI PIU’ IMPORTANTI DEL SUPER TUESDAY. TRUMP COME OBAMA. NE PARLATE O NO ?

Andrea Salvadore per il suo blog, www.americanatvblog.com

 

Si va bene. Trump contro Hillary e si volta pagina. Cosi’ vedo che commentano in Italia.

i votanti alle primarie del super tuesday repubblicani e democratici a confronto foto andrea salvadorei votanti alle primarie del super tuesday repubblicani e democratici a confronto foto andrea salvadore

Qua in America la lettura e’ piu’ complessa.

 

Con i superdelegati e gli stati portati a casa grazie agli afroamericani Hillary vince ma non stravince.

Il suo blocco elettorale e’ pieno di buchi. Non vince tra i bianchi. Non vince tra i giovani. Non vince nemmeno tra le donne giovani.

E sul capino di Hillary pesa l’indagine FBI per le emails e tanto altro bagaglio del passato che i Clinton si trascinano dietro.

 

Il suo avversario Trump vince ma il partito sta cercando di capire come fare a non consegnargli la nomination ( a parte il bullo Christie, ridicolo ieri sera come valletto ).

 

Tutto questo e’ importante ma e’ nulla rispetto alle cifre del turnout, l’afflusso alle primarie.

Questo misura la reale temperatura dell’elettorato, fondamentale nelle elezioni generali di novembre.

sostenitori di trump con il cartello hillary jokersostenitori di trump con il cartello hillary joker

 

In America non si va a votare nelle proporzioni in cui siamo abituati in Italia.

Nel 2008 espressero la loro preferenza 131 milioni e 407 mila americani su 229 milioni e 945 mila aventi diritto al voto. Fu il 57,1 degli americani. Il numero piu’ alto dal 1968. Questo risultato, che per noi genererebbe necrologi per la democrazia, in America e’ stato salutato come un trionfo per la partecipazione dei cittadini alla vita civile del paese, bla, bla.

 

Ora accade che gli stessi, gli stessi numeri dell’affluenza alle primarie democratiche del 2008 nel Super Tuesday, quando si registro’ il fenomeno Obama, incendiano l’elettorato repubblicano.

 

hillary clinton hillary clinton

Lo stesso entusiasmo, la stessa voglia di partecipare. Queste cifre non richiederebbero una piccola analisi di qualche minuto ?

Fate voi. Io guardo solo la televisione, quando posso.