DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Paolo Guzzanti per “il Giornale”
Le teleconduttrici hanno ormai quasi tutte uno sguardo assassino che sottintende «qui non si scherza». Una di loro ieri dava notizia delle prese di posizione del presidente del Consiglio contro la corruzione, seguite da un'altra di non minor fermezza del presidente della Repubblica. Abbiamo allacciato la cintura di sicurezza.
Ecco Matteo Renzi che dichiara: «Bisogna fare uno sforzo per una lotta senza quartiere alla corruzione, una lotta senza quartiere alle inefficienze burocratiche, una lotta per le tante cose che non vanno». Parole micidiali, che lasciano il segno. Il presidente della Repubblica, invece, lo vediamo davanti a una platea di attori fra cui Quentin Tarantino, riuniti per il premio «David» di Donatello.
SERGIO MATTARELLA E QUENTIN TARANTINO
Mattarella sente che è il momento delle parole irrevocabili e dichiara: «Uscire dalla crisi non è facile. Signor Tarantino, anche se ci prestasse il suo Mr. Wolf non credo che lui da solo riuscirebbe a risolvere tutti i problemi». Attimo di sospensione perplessa. Chi diavolo è Mr. Wolf? Quentin Tarantino sentendosi nominare si agita. Allora tutti applaudono senza avere la più pallida idea di chi sia Mr. Wolf.
Seriamente: come possono due interventi così banali passare per ferme dichiarazioni contro il malaffare? Può succedere perché siamo ormai nell'era post retorica del pelo sullo stomaco. Giornali e telegiornali governativi ormai non distinguono una notizia da un cetriolo, e sono pronti a spacciare auguri di Natale per dichiarazioni di guerra. Quel che conta è la piaggeria. Meglio se annunciata con occhi di ghiaccio.
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