
DAGOREPORT - CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE CLAUDIA CONTE, LA “GIORNALISTA, SCRITTRICE,…
COME MAI PAOLO SAVONA STRONCA L’EMENDAMENTO AL DDL CAPITALI SULLE LISTE DEL CDA, VOLUTO DA CALTAGIRONE E FAZZOLARI, CHE AGEVOLEREBBE LE PARTITE DI “CALTA” IN GENERALI E MEDIOBANCA? E' SOLO L'ENNESIMO SCONTRO TRA LEGA E FRATELLI D'ITALIA: SAVONA INFATTI E' MOLTO VICINO A GIORGETTI - IL PRESIDENTE DELLA CONSOB SOTTOLINEA CHE IL DDL È NATO CON FINALITÀ DIVERSE, E CITA GUIDO CARLI…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
«Se potessi intervenire in prima persona direi così: intanto approviamo il disegno di legge, poi affrontiamo il problema delle liste». Via il condizionale. Interviene Paolo Savona, il presidente della Consob.
E dice la sua sulla norma della discordia - la lista del cda - che Fratelli d'Italia […] sta provando a inserire con un blitz parlamentare all'interno del disegno di legge a sostegno del mercato dei capitali. […]
GIORGIA MELONI GIOVANBATTISTA FAZZOLARI
E che è comparsa nell'emendamento depositato da FdI e da Forza Italia in commissione Finanze, al Senato, dove i relatori del provvedimento, Fausto Orsomarso e Dario Damiani, si sono fatti portavoce di una serie di paletti alle regole di governance delle società quotate. Tra le richieste c'è l'assegnazione del 49% dei consiglieri alla lista che arriva seconda nella raccolta dei voti.
Modifiche che possono impattare pesantemente sulle partite di Mediobanca, Generali e Tim. «Il meglio è nemico del bene», aggiunge Savona parlando con Repubblica a margine di un convegno sul ddl Capitali organizzato dalla Fondazione Cesifin. Una frase a corollario di un intervento tutto volto a mettere in salvataggio il provvedimento, stralciando appunto la norma sulla lista del cda.
Perché, spiega Savona, il disegno di legge è nato con finalità diverse, cioè «incanalare il risparmio verso strumenti connessi con gli investimenti produttivi e proteggerlo dall'inflazione». Spiega, il numero uno della Consob, perché lo spirito iniziale del ddl Capitali, nato al ministero dell'Economia sulla scia del Libro Verde, andrebbe tutelato. E per farlo cita l'ex governatore della Banca d'Italia, Guido Carli.
«La classe politica che governa il Paese – sono le parole di Carli – dall'inizio degli anni Sessanta alla fine degli anni Settanta non si pone mai il problema del funzionamento dei mercati finanziari». È agganciandosi a questo monito che Savona condivide appieno l'impostazione originale del Mef, indicando il ddl Capitali come il primo passo per favorire un'integrazione dei mercati dei capitali a livello europeo. […]
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