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Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
La gestazione si fa lunga. Camera e Senato continuano a non costituire buona parte delle commissioni bicamerali o di inchiesta previste o annunciate. Persino quelle la cui gestazione è stata accompagnata da grandi discussioni, quelle che in alcuni momenti parevano essere diventate il cardine della democrazia italiana, spesso sull’onda di fatti di vasta risonanza mediatica.
Mai più senza, dicevano. E invece, sono passati 277 giorni dalle elezioni (9,03 mesi, 39,57 settimane), il tempo necessario a far nascere un bambino. Eppure, a dispetto delle costanti reprimende del presidente della Camera Lorenzo Fontana, ma anche di quelle al Senato di Ignazio La Russa, nulla da fare: i partiti continuano a fare orecchie da mercante. Non forniscono ai presidenti delle due Camere i nomi dei componenti delle commissioni, che dunque non possono essere istituite.
Certo, esiste il problema del taglio dei parlamentari che in questa legislatura ha complicato tutto. Per esempio, le commissioni permanenti del Senato sono passate da 14 a 10.
Inutile chiedere ai parlamentari. Tutti, come un sol uomo, spiegano che il pacchetto è pronto, manca soltanto il via libera formale. E allora, un buon punto di partenza è affiancare l’elenco delle commissioni della scorsa legislatura a quelle dell’attuale, quelle che vanno sotto il nome «bicamerali e di inchiesta».
Alla Camera, erano 19 fino all’anno scorso, ora sono sei. Un terzo, anzi meno. Il tutto, al netto delle commissioni annunciate che in passato non c’erano, prima fra tutte quella sul Covid. Via libera lo scorso aprile tra le proteste delle opposizioni (la commissione non si occuperà delle Regioni, che sulla sanità hanno vastissime competenze).
Il Terzo polo si era smarcato dal no delle opposizioni, la presidenza dovrebbe andare a Davide Faraone di Italia viva. Se ne sarebbe dovuto parlare mercoledì scorso, e invece nulla: si vedrà la settimana prossima.
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La lista delle commissioni a bagnomaria è lunga. Per esempio, ancora non è stata istituita la commissione sulla violenza di genere e il femminicidio. Nata il 23 febbraio, giusto ieri sono partite le lettere destinate ai commissari. Pochi segni di vita, ad oggi dalla commissione sull’attuazione dell’accordo di Schengen.
Usciti dai radar anche gli organi parlamentari di indagine nati da fatti rilevantissimi come quello sulla morte di Giulio Regeni. Così come la commissione d’inchiesta sulla morte di David Rossi e per il disastro della Moby Prince. Sempre ieri, invece, è stata votata d’urgenza la commissione sui fatti del Forteto. Resta invece in attesa quella di cui molto si parlò a suo tempo, quella sul sistema bancario, che nella scorsa legislatura era presieduta da Pier Ferdinando Casini. Senza commissione il federalismo fiscale, centrale per la discussione sulle Autonomie regionali.
LA FINESTRA DI MPS DELL UFFICIO DI DAVID ROSSI FOTO LOZZI PER INFOPHOTO DAVID ROSSI FOTO INFOPHOTO
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