FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Umberto Rosso per "la Repubblica"
Onorevole Parisi, ha già annunciato che non si ricandiderà in Parlamento. Ma potrebbe anche lasciare il Pd?
«Si. Se le vicende dovessero confermare definitivamente la sconfitta delle mie idee non potrei che lasciare. Con il pianto nel cuore, per tante speranze deluse, dall'Ulivo al Pd appunto. Non potrei certo sostenere davanti ai cittadini una linea nella quale non mi riconosco. Meno che mai accettare o addirittura chiedere di chiedermi di tornare in Parlamento».
C'entrano anche le ultime polemiche, Bersani contro Renzi per il caso Cayman?
«L'esperienza americana ci insegna che neppure là le primarie sono un pranzo di gala. La speranza di non farle e la paura di farle da noi le ha rinviate oltre ogni prudenza. à così che siamo finiti nelle Isole Cayman. Vedrà le altre isole che verranno ora fuori, con contorno di Unipol, Merchant bank e a chi più ne ha più ne metta. Sarebbe meglio per tutti trovare temi più seri».
Finanziamenti da parte di imprenditori sono legittimi o no?
«Quello che è necessario è mettere alle spese tetti rigorosi e pagarle tutte con soldi offerti dai cittadini in modo trasparente. E computare oltre ai soldi anche le risorse messe di fatto a disposizione dalle strutture dei partiti. Tutto il resto può essere legale ma è sicuramente pericoloso».
Deluso dalle regole per le primarie?
«Ancora non le conosco nel dettaglio. So solo che si è evitata la soluzione più semplice. Prendere il regolamento delle primarie precedenti ed applicarlo tale e quale. Condivido la scelta dei due turni. Tutto il resto mi lascia perplesso. Sa di paura di perdere. Di paura della democrazia e della partecipazione».
Teme primarie blindate?
«Votare per la scelta di un candidato ad una carica inesistente, è una domanda che non ha ancora una risposta. Dalle elezioni qualcuno uscirà certo per primo, sia
esso un partito, una lista, o una coalizione. Che il vincitore possa poi dar vita ad un governo e il suo leader possa mai diventare premier è un'altra cosa».
I giochi veri insomma si faranno solo dopo?
«Non è un caso che Casini e D'Alema dicono da sempre che si deciderà in Parlamento dopo il voto. A causa della vergognosa vicenda della legge elettorale la gara è iniziata senza che si sappia se e dove sta il traguardo. Ma anche se le primarie non fossero serie, abbiamo comunque il dovere di prenderle sul serio. Resta l'unico strumento per superare il pantano nel quale è finita la nostra democrazia. A destra e a sinistra».
Nell'annuncio di guerra lanciato da D'Alema c'è chi ha letto una minaccia di scissione.
«Una minaccia di certo. Di scissione non so. Bisogna tuttavia riconoscere che nel caso era una risposta ad un'altra minaccia. Rottamazione non è certo una parola gentile. Senza la sua violenza forse Renzi non avrebbe bucato. Sarebbe stato meglio tuttavia che avesse posto il problema della linea di D'Alema, non quello della sua persona. Ce ne sarebbe stato egualmente abbastanza».
Ma tra Bersani e Renzi alle primarie lei chi sceglierà ?
«Il voto lo darò e lo dirò alla fine. Solo la sfida temeraria di Renzi ha reso vere le primarie, e solo l'intelligenza di Bersani possibili e senza Vendola non sarebbero state mai di coalizione. Spero proprio che non si riducano ad una contesa sul Pd ma crescano come un confronto sul futuro del Paese».
La sua preoccupazione qual è?
«Che si trasformino in uno scontro tra il Partito e i nemici del Partito. Sarebbe il tradimento dello spirito delle primarie. Un altro tradimento, assieme al grave arretramento sulla legge elettorale prodotto a mio parere dalla linea di Bersani. Non credo che riuscirei a restare ancora nel Pd».
arturo parisi Arturo Parisi - Copyright PIzziArturo Parisi - Copyright PIzziparisi prodi laparturo parisi romano prodi marinaRENZI E BERSANI sagomejpeg jpegPIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZIDAVIDE SERRA
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