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CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL…
PARLAMENTO GIREVOLE - IN "FORZA ITALIA" RITORNANO OSVALDO NAPOLI E STEFANIA CRAXI - GABRIELLA CARLUCCI VA CON FITTO E CESA - RESTANO A CASA TREMONTI, SCILIPOTI, NITTO PALMA, FRANCO CARRARO E MARIO MAURO - PROBLEMI PER ISABELLA VOTINO NELLE LISTE DEL CAV: SU DI LEI CI SAREBBE IL VETO DI SALVINI
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Dai e dai, proteste e lamenti, alla fine Antonio Razzi ce la fa. Quanto meno ad essere ricandidato. «Ha smosso mari e monti», raccontano sfiniti dal bunker delle candidature in Forza Italia, e ha strappato la circoscrizione Estero-Europa. Lì in Svizzera, da dove era entrato in Parlamento sotto le insegne di Antonio Di Pietro.
Ma nel centrodestra che a fatica completa il suo puzzle (luci di San Lorenzo in Lucina a Roma accese fino a notte, aspiranti e peones a fare la posta a decine davanti alla Caffetteria "Al Parlamento"), la squadra che si va a comporre è segnata dai grandi ritorni. Non certo dall'exploit della società civile, da quell'esercito di imprenditori e professionisti che il Cavaliere aveva sognato.
Rientra in gioco Stefania Craxi: per la figlia dell'amico di un tempo Berlusconi ha riservato il sicuro collegio senatoriale di Monza. Ma ritorna anche Gabriella Carlucci, che non ricuce con Fi e viene schierata dai centristi Fitto e Cesa di Noi con l' Italia in Sicilia, Calabria e Puglia. In Piemonte Forza Italia ripesca (capolista) Osvaldo Napoli, dopo l' ultima legislatura passata ai box. Mentre resta a sorpresa fuori da tutte le scuderie (dalla Lega a Fi) Giulio Tremonti. Stesso destino in Fi per Francesco Nitto Palma e Franco Carraro, come pure per Mario Mauro e Domenico Scilipoti, che vede così reciso il cordone ideale e mediatico che lo legava al "gemello" diverso Razzi.
Ore concitate, il Cavaliere piuttosto affaticato segue da Arcore le operazioni, a reggere il faticoso incastro delle candidature sono a Roma i due ormai plenipotenziari di Forza Italia: il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che ha curato ogni casella del Centrosud, e Niccolò Ghedini, supervisore per il Nord (e ricandidato al Senato). Con loro i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, anche loro in corsa.
A fatica hanno cercato di sedare rivolte scoppiate un po' ovunque. In Liguria viene dirottato al proporzionale di Imperia il direttore di Panorama Giorgio Mulé, amico ed ex collega Mediaset di Giovanni Toti. Il governatore era insorto per la macata candidatura di suoi assessori e contro il "paracadutato" Lorenzo Cesa, centrista ora piazzato in Campania. Adesso è tregua. Mentre l'altro direttore, Andrea Cangini del Qn è capolista nelle Marche alla Camera.
Ha preferito restare al Giornale Alessandro Sallusti. Filo da torcere anche nella "calda" Campania. Alla fine l'ex calciatore del Napoli Giuseppe Incocciati ha dovuto lasciare la sua regione per un posto al proporzionale Camera in provincia di Frosinone. Riesce invece a posizionarsi come voleva il presidente della Salernitana e della Lazio Claudio Lotito: numero 2 alle spalle di Alessandra Lonardo, lady Mastella, al proporzionale Senato.
L'hanno spuntata loro due sui potenti e riottosi della cosiddetta "corrente del Golfo". In Campania resta comunque capolista alla Camera Mara Carfagna. Elezione certa anche per il fratello del medico personale del leader, Paolo Zangrillo, capolista in Piemonte. Come per la ex eurodeputata Licia Ronzulli, fidata collaboratrice: al proporzionale Senato in Lombardia e Puglia.
Rientra in blocco tutta la schiera dei fedelissimi aziendali di Berlusconi, da Alfredo Messina, tesoriere di Fi, a Salvatore Sciascia. Ai quali si aggiungono ora al Senato Adriano Galliani, alla Camera il vicepresidente Fininvest, Pasquale Cannatelli, e due dello staff comunicazione del capo: Andrea Ruggeri (nipote di Bruno Vespa) in Abruzzo e il giornalista Mediaset Alberto Barachini. Tra le new entry, il consigliere Rai Arturo Diaconale e l' atleta paraolimpica Giusy Versace (in Calabria Camera).
Diventa un caso invece il presunto disco rosso per Isabella Votino nelle liste forziste. Si tratta della portavoce del governatore uscente lombardo: Silvio Berlusconi avrebbe confidato all' amico Roberto Maroni che penderebbe su di lei il veto di Matteo Salvini. «Non ho mai posto veti su candidati di altri partiti», taglia corto il leader leghista infastidito dalle voci, pur senza fare riferimenti né nomi.
Unica certezza è che nel bunker forzista ancora ieri sera cercavano una casella per la campana trapiantata a Milano. Giorgia Meloni (in corsa a Roma) piazza nel collegio Firenze Camera la portavoce delle vittime di Banca Etruria Letizia Giorgianni.
Regione renziana in cui Matteo Salvini (candidato al Senato in cinque regioni come Giulia Bongiorno) schiera gli economisti anti euro Alberto Bagnai e Claudio Borghi contro Renzi e Padoan. Chiuse le liste, il capo della Lega torna ad alzare il tiro: contro il vincolo del 3 per cento Ue che «ha portato in Italia fame e povertà» e in favore dei dazi alla Trump: «Li metterò anche io pur di difendere lavoratori e imprenditori italiani».
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