DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1. PASCALE: UN FATTO SGRADEVOLE E CHI ATTACCA LE DONNE COLPISCE ANCHE ME
Conchita Sannino per “la Repubblica”
francesca pascale copertina oggi
La prima reazione è sfrontata. Puro stile Pascale, da guapa, ma partenopea. «Va bene, vogliamo dire che la Madia è stata offesa? Lo dico: ma solo se chi rideva, o faceva le peggiori allusioni su di me o sulla Carfagna, sente il dovere di chiedere scusa».
Poi Francesca Pascale, la ventinovenne fidanzata di Berlusconi che aveva cominciato come pasionaria del comitato “Silvio ci manchi”, l’ex consigliere provinciale Pdl a Napoli che ne ha dovute ingoiare di battutacce da parte di suoi dirigenti di partito, non regge — quantomeno, non ama indossarlo — il ghigno della vendicatrice.
Ci ragiona, si sfoga, e infine ammette: «È chiaro che la foto del gelato, in sé, è innocente. Al limite può prestarsi a una risata da caserma. Ma certo, quel titolo, quella costruzione può apparire sgradevole. Offensiva, o solo brutta. Lo riconosco. E chi offende le donne, offende anche me».
Pascale, però lo stava facendo anche lei. Perché di fronte a un attacco apertamente volgare e sessista, proprio le donne rischiano di dividersi?
«Io ho dato, su questo fronte, se permette. Ma ero sola. Vogliamo ricordare per quanti anni sono stata etichettata come la signorina del Calippo? »
francesca pascale vladimir luxuria gay party 8
Lo stesso paragone usato da Signorini: ma è piuttosto ardito. Un conto è l’immagine di lei giovanissima che cerca una strada in una tv locale e sceglie di giocare, o di farsi usare, davanti a una telecamera; altro conto, la violazione della privacy e l’uso di allusioni sessuali per colpire una donna ministro del governo “avversario”, non trova?
«Ok. Allora da giovane ero frequentatrice di un’emittente privata, poi mi sono impegnata in politica e le cose non sono tanto cambiate. Quando io e l’ex ministro Carfagna siamo state oggetto di attacchi vergognosi, il giornalismo non si scandalizzava, i vertici istituzionali non intervenivano, nessuno si inteneriva come avviene ora con la Madia».
Ne è sicura? Forse dimentica che quando, nel vecchio Pdl a Napoli, lei fu oggetto di battute sessiste da parte dei cosentiniani di allora, trovò un giornale a darle spazio, in cui espresse opinioni non da velina, ma sul partito.
«È vero, quello lo ricordo bene. Difatti io non dico mica che i partiti sono immuni da certi atteggiamenti. Lo so bene, io. Come non lo è nessun ambiente. Solo che non ho mai fatto la vittima, ho sempre combattuto e risposto, punto su punto».
Lei è appena diventata la paladina nazionale dei diritti di tutti i discriminati del sesso, un simbolo perfino per Luxuria, e fa fatica a vedere quanto sia violenta e sostanzialmente inguardabile quella pagina di “Chi”?
FRANCESCA PASCALE NEL VIDEO O CALIPPO
«Signorini fa tante cose intelligenti. Quell’attacco allusivo non lo condivido. Se offende una donna, quella pagina, offende anche me. Ora sono stata più chiara?».
Il suo Berlusconi: è vero che non l’ha gradita, neanche lui?
«No comment».
2. SIGNORE E SIGNORINI
Massimo Gramellini per “la Stampa”
MARIANNA MADIA SU CHI CI SA FARE COL GELATO
«Chi», la Pravda berlusconiana a fumetti, pubblica quattro foto rubate in macchina al ministro Marianna Madia mentre lecca un cono, corredandole di allusioni da quinta elementare (sezione ripetenti) che Pierino si sarebbe vergognato di copiare.
L’impressione è di uno schizzo di fango fuori tempo massimo che rilascia soltanto un senso di sconfinata tristezza. Come il clown che arriva in scena quando il circo ha già smontato le tende. Come la mano del morto nei film dell’orrore che riaffiora per l’ultima volta prima di irrigidirsi per sempre.
Mara Carfagna amarcord da Oggi
Mara Carfagna amarcord da Oggi
Ma dai, ancora lì a fare battute da baùscia sfigati come negli anni della Milano da bere e dell’Italia da infinocchiare? Quale mondo si ostina a rappresentare il fermo immagine della presunta fellatio al pistacchio della Madia, se oramai persino l’utilizzatore finale galleggia arreso tra carezze ai cagnolini e visite ai pensionati?
E’ tutto così stantio che anche la difesa del direttore Signorini assomiglia a un riflesso condizionato: perché non suscitarono altrettanto sdegno le immagini di Francesca Pascale, non ancora assurta agli altari di Arcore, eternata nell’atto di succhiare un calippo a Telecafone? Ma perché lei armeggiava con il ghiacciolo a favore di telecamera, riferendosi volutamente a quella roba lì.
alfonso signorini l'ALTRA PARTE DI ME
Invece la Madia lecca un cono da due gusti senza alcuna volontà di lanciare messaggi alla nazione. Signorini si rassegni. La ricreazione è finita e ci tocca rientrare nelle classi diroccate e allagate: a studiare qualche modo per venirne fuori.
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