1. È LA PRIMA VOLTA DA QUANDO SI È INSEDIATO CHE IL GOVERNO LETTA TREMA PER DAVVERO. E NON, PERCHÉ STA FACENDO POCO O NULLA CONTRO LA CRISI ECONOMICA MENTRE LO SPREAD TORNA AI LIVELLI DELL'ESTATE 2011 MA PER L'EFFETTO COMBINATO DELLA CRISI KAZAKA E DEL VOTO BOMBASTICO DI OGGI POMERIGGIO AL SENATO SUI CACCIA F35 2. ALFANO SCARICA MA AL VIMINALE TUTTI SANNO BENE CHE NESSUNO DEI FUNZIONARI SI SAREBBE ASSUNTO UNA RESPONSABILITÀ DEL GENERE SENZA L'AVALLO DELL'"AUTORITÀ POLITICA". DUNQUE, UNA FOGLIA DI FICO CHE NON METTEREBBE AL RIPARO IL GOVERNO DA UNA CADUTA DI CREDIBILITÀ CHE NON HA PRECEDENTI NELLA STORIA DEL NOSTRO PAESE E CHE CI ESPORRÀ COMUNQUE AD UN GIUDIZIO PRESSO LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO SE NON ADDIRITTURA PRESSO IL TRIBUNALE DELLE NAZIONI UNITE

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DAGOREPORT

È la prima volta da quando si è insediato che il governo Letta/nipote trema per davvero. E non, come sarebbe stato auspicabile per il Paese, perché sta facendo poco o nulla contro la crisi economica mentre lo spread sta tornando ai livelli dell'estate 2011 ma per l'effetto combinato della crisi kazaka e del voto di oggi pomeriggio al Senato sui cacciabombardieri F35, ovviamente avendo sullo sfondo la sentenza della Cassazione del 30 luglio su Berlusconi Silvio. Vediamoli entrambi.

IL PASTICCIO KAZAKO. Giovedì Alfano Angelino andrà in Parlamento a dire la sua verità ed è ormai pacifico che scaricherà la responsabilità della figuraccia internazionale del Paese sull'anello più debole della catena di comando che al ministero degli Interni governa la procedura in situazioni analoghe.

E se ciò non dovesse passare, visto che qualcuno dei funzionari in questione e' vicino alla pensione (e dunque il danno sarebbe minimo), non c'è dubbio che la responsabilità verrebbe attribuita, come già ventilato in questi giorni, al capo di gabinetto di alcuni ministri degli Interni oltre che dello stesso Alfano, e cioè a Giuseppe Procaccini, prefetto di prima classe entrato giovanissimo nella pubblica amministrazione e che, soprattutto, conosce a menadito le regole istituzionali e comportamentali che governano situazioni come quella della moglie dell'oppositore al regime kazako.

Del resto, al Viminale tutti sanno bene che nessuno dei funzionari si sarebbe assunto una responsabilità del genere senza l'avallo, come dicono loro, dell'"autorità politica". Dunque, una foglia di fico che non metterebbe al riparo il governo da una caduta di credibilità che non ha precedenti nella storia del nostro Paese e che ci esporrà comunque ad un giudizio presso la Corte europea dei diritti dell'uomo se non addirittura presso il Tribunale delle Nazioni Unite.

GLI F35. Oggi pomeriggio alle 17 al Senato sono previste scintille perché l'Aula e' chiamata a votare le mozioni che riconfermano gli impegni economico del nostro Paese in merito ai programmi del cacciabombardiere. La mozione di Casson Felice rischia di essere una occasione irripetibile per raccogliere i voti dei duri e puri del Pd, di Sel e dei grillini.

Questi ultimi hanno proposto una mozione analoga, ma il voto e' anche l'occasione più ghiotta per capire se prevalgono le posizioni filo americane di Grillo Beppe e di Casaleggio Roberto, oppure se la somma algebrica della mozione e della posizione dei due boss darà vita all'ennesimo autogol dei cinque stelle.

Tra i malpancisti ci sono poi pezzi importanti del Pdl, il gruppo Gal (Grandi autonomie e Libertà) nelle cui fila sono previste molte assenze, e la stessa Lega che da una parte e' legata alle industrie militari lombarde e piemontesi e dall'altra e' contraria al rifinanziamento del programma F35. Le sorprese dunque sono, come si dice, all'ordine del giorno oggi in Senato.

 

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