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Lorenzo Fuccaro per il "Corriere della Sera"
Conferma l'appoggio al governo Monti. Ma attenzione, dice in serata parlando ai senatori del Pdl, «a non tirare la corda sul fisco. Anzi, noi siamo gli arbitri, ci consulti prima di decidere, altrimenti il voto si avvicina e vinceremo». L'ammonimento di Silvio Berlusconi chiude una giornata che si è aperta con un pranzo offerto dallo stesso Monti al suo predecessore dedicato a un ampio giro di orizzonte che comprende anche l'Europa. «Lo conosco da tanto, in Europa l'ho mandato io, da un male potrebbe nascere un bene», dirà poi.
Ed è appunto sugli effetti negativi che l'azione congiunta di Parigi e Berlino potrebbe avere sul nostro Paese che si concentra la riunione tra Berlusconi e gli eurodeputati pdl capeggiati da Mario Mauro. L'occasione è il regalo che i parlamentari di Strasburgo gli fanno: una statuetta bronzea del Settecento raffigurante il «ratto di Europa».
La leggenda tratta dalla mitologia greca vuole che Europa, sorella di Asia, sia stata rapita da Zeus che si era trasformato in un toro per potersi avvicinare a lei senza destare sospetti. Lo stesso Zeus, poi, si cela sotto le sembianze di un'aquila e tenta di abusare di lei. Fuori della metafora, attenzione caro Presidente, gli dicono: non vogliamo che l'Italia faccia la fine di Europa, rischiando di essere violentata dalla moderna aquila, ovvero dal direttorio Merkel-Sarkozy.
La nostra preoccupazione, gli fanno notare, è che gli impegni assunti da Monti con il Consiglio europeo e che dovranno essere ratificati a marzo possano dare una botta violentissima al Paese perché obbligherebbero i governi futuri a varare per venti anni manovre dell'ordine di una quarantina di miliardi all'anno. E così, con l'accordo di Berlusconi che ha convenuto con le preoccupazioni dei suoi, si decide di tenere a gennaio un seminario di studio, aperto anche ai deputati italiani per decidere come agire.
Si discute anche del partito e della «scelta di continuità politica rappresentata da Angelino Alfano». Sia Alfano sia Berlusconi si dilungano sullo stato di salute del Pdl, così come risulta dai sondaggi commissionati. «Siamo i primi», garantisce l'ex premier.
Ma il quadro che emerge dalle ricerche sulle intenzioni di voto è che il partito per ora ha fermato l'emorragia verso il non voto e verso il Carroccio, fenomeno piuttosto marcato subito dopo la nascita del governo Monti. «La Lega - osserva Berlusconi - esercita il suo ruolo di opposizione che le è molto congeniale».
Tuttavia le rilevazioni, secondo quanto trapela, dicono che lo zoccolo duro degli elettori pidiellini crede fermamente nel Cavaliere e nella politica delle alleanze sin qui seguita e cioè nell'intesa con il Carroccio. Ma oggi, dice il Cavaliere, «abbiamo a cuore un accordo con l'Udc che ha elettori moderati e cattolici e sta con noi nel Ppe». Se Casini scegliesse di stare con la sinistra, riassume il Cavaliere, «perderebbe due terzi degli elettori e non credo che sia così masochista».
Berlusconi, infine, non resiste alla tentazione di fare delle battute. E a Mauro che lo saluta replica domandandogli: «Mario vai sempre a messa tutti i giorni?...». E poi, rivolto agli eurodeputati: «A voi lascio le mie fidanzate e a Mario le mie suore...».
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