alfonso pecoraro scanio

IL RUGGITO DEL PECORARO – ''SE IL M5S SI ALLEA CON I VERDI EUROPEI MI CANDIDO IN APPOGGIO ESTERNO. IL MOVIMENTO È IL PIÙ FORTE PARTITO ECOLOGISTA D’EUROPA” – L’EX MINISTRO AMBIENTALISTA: “NEL 2003 PORTAI PER PRIMO BEPPE GRILLO A MONTECITORIO. DI MAIO LO CONOSCO DA PRIMA CHE SI CANDIDASSE. IL MOSE È UNA SCHIFEZZA. E IL VITALIZIO...”

Luca Telese per “la Verità”

 

giovanni tria alfonso pecoraro scanio

Onorevole Pecoraro, come sta?

«Non sono deputato, ma cerco di vivere in modo onorevole».

 

Cosa fa?

«Tante cose. Insegno, dirigo una fondazione che si occupa di temi ambientali, presiedo il comitato scientifico di campagna amica Coldiretti».

 

E oggi ce n' è bisogno...

«Oh sì. Cominciamo a risvegliarci dal letargo. E ci ritroviamo in questo incubo, con l' Italia sott' acqua».

 

Perché?

«Perché stiamo diventando un Paese tropicale. Nubifragi, alluvioni, bombe d' acqua, escursioni climatiche».

 

C' è una causa?

«Per anni ci hanno chiamato catastrofisti, falsi profeti. Oggi il principale responsabile è sotto gli occhi di tutti: il riscaldamento globale. Non sono io, a dirlo, ma centinaia di studi e di esperti».

 

Colpa della Co2?

«Nel 2006, da ministro, feci partire la conferenza sul clima in Italia. C' erano tutti i rappresentanti delle istituzioni da Giorgio Napolitano in giù...».

pecoraro scanio ride in chiesa ai funerali di nassiriya

 

E perché me lo dice?

«Perché è tutto nero su bianco, da allora. Un dato: il livello della Co2 nella nostra atmosfera è superiore a quello dei precedenti 800.000 anni».

 

E perché?

«Nessuno dubita più che il mutamento derivi dall' aver bruciato in meno di un secolo buona parte delle le riserve di carbone, petrolio e fossili».

 

Questo spiega tutto?

«No. Aggiunga la deforestazione, un consumo del suolo dissennato, e leggi folli che hanno fatto il resto. La tragedia di queste ore in Sicilia e Veneto è figlia anche di questo. Se la temperatura media del pianeta sale di un altro grado e mezzo potrebbe estinguersi la specie umana».

 

Un po' catastrofista lo è.

ALFONSO PECORARO SCANIO

«Non cerco voti, cito dati. Il Mediterraneo si sta scaldando di quattro gradi. Questo sconvolge il microclima».

 

Non c' è nulla da fare?

«Al contrario: non dobbiamo più perdere tempo. Dobbiamo contenere le emissioni.

Riciclare, per evitare che la plastica faccia nascere un altro continente. Adattarci all' idea che il clima sta cambiando, e che anche le nostre abitudini devono farlo».

 

Mi faccia un esempio.

«Se c' è un allarme meteo, non puoi uscire di casa. Se c' è un' esondazione, devi riforestare immediatamente. Se non hai un piano di adattamento della tua città, è il momento di scriverlo. Ai tempi di Francesco Rutelli a Roma c' erano 2.000 giardinieri. Ieri abbiamo scoperto che ne sono rimasti meno di 200. Ma da ora, in una città, sarà più importante sapere se hai i giardinieri che il nome dell' assessore».

 

SALVINI DI MAIO

Perché?

«Se puoi manutenerlo, il patrimonio arboreo di una città è una salvezza che ti protegge dalle emissioni. Se non puoi potarlo, è una minaccia».

 

Altro esempio.

«Bisogna spostare subito i fondi sulla difesa del territorio. Le pare normale che abbiamo speso 5 miliardi per quella schifezza del Mose?».

 

Lei si prese il soprannome di «Signor No» per la sua opposizione a quell' opera.

«Una medaglia: io e Fabio Mussi fummo gli unici a votare contro in Consiglio dei ministri, sempre».

 

Abbiamo deciso che il Mose è un fallimento senza nemmeno spiegarlo?

«Ma non funziona! Ha costi di gestione esorbitanti! Al Veneto quei miliardi investiti in paratie rugginose sarebbero serviti di più sul territorio. Gli scienziati giapponesi e americani che combattono gli tsunami mi spiegarono che i loro interventi costano 20 volte meno del Mose».

 

Tutti scemi quelli che l' hanno voluto?

«Il problema del Mose è che stato pensato negli anni Sessanta. Dopo mezzo secolo di innovazioni non si può cambiare? Certo, con 5 miliardi di spesa le tangenti prosperano».

alfonso pecoraro scanio

 

Mi faccia un altro esempio.

«Con i cosiddetti "Cip 6" noi, dal 1991, abbiamo finanziato i petrolieri. Il fondo Cip 6, grazie a un emendamento che conteneva le magiche parole "Rinnovabili o assimilate", fece in modo che sotto questa voce finissero anche inceneritori e catrami. Per anni le grandi raffinerie guadagnavano di più dai contributi del Cip 6 per i catrami che dai carburanti».

 

Anche lei ha governato, è stato due volte ministro. Sente di aver lasciato un segno?

«Nel bene o nel male abbiamo provato a cambiare marcia. Abbiamo puntato sulle rinnovabili. Il fotovoltaico in Italia oggi ha il record mondiale di produzione di energia proveniente dal solare».

 

I suoi critici dicono che di incentivi al fotovoltaico abbiamo speso troppo.

sergio costa

«Abbiamo costruito un settore e una filiera che ancora oggi sono rimasti in piedi. Abbiamo guardato lontano, al contrario degli altri».

 

Chi?

«La destra e la sinistra di sistema: Silvio Berlusconi aveva puntato sul nucleare.

E Matteo Renzi sull' accordo con le grandi compagnie petrolifere. Fino al referendum. Le faccio notare che il declino di Renzi è partito dalla sconfitta sulle trivelle: mancò il quorum, ma non la beffa politica per il Pd.

 

E non dimentichi i referendum sui beni pubblici, sull' acqua. Siamo l' unico Paese d' Europa che ha abbandonato il nucleare grazie a un referendum promosso dal movimento verde».

 

Tuttavia i Verdi in Germania trionfano, mentre in Italia si sono estinti: perché?

«La Germania è l' anomalia: i Verdi lì sono cresciuti perché il Partito comunista era fuorilegge. In Francia non esistono più. In Spagna nemmeno».

 

E il suo bilancio sull' Italia?

«Non è negativo: siamo l' unico Paese d' Europa dove abbiamo governato».

 

Perché il nostro suolo è così deteriorato?

CANTIERE DEL MOSE

«Ha prevalso un modello industriale di liberismo selvaggio. In cui decidono le aziende cosa fare e dove. Guardi i rigassificatori. C' è stato un periodo in cui ne volevano costruire ovunque e per fortuna che c' era Mister No».

 

Cosa ha contro?

«L' unico che è stato costruito non funziona».

 

Non basta come motivazione.

«È il modello che non va. Ho combattuto contro l' Enel, non quella pulita di oggi, ma quella di dieci anni fa che difendeva il carbone».

 

È vero che il M5s la vuole in pista alle europee?

«Nessuna mia candidatura è prevista».

 

Circola la voce, però.

«Nel 2013 dissi che il programma del M5s era lo stesso dei Verdi. Nel 2018 ho votato alla Camera Carla Ruocco con il M5s e al Senato Loredana De Petris, con Sel».

CARLA RUOCCO

 

Voleva l' accordo Pd-M5s.

«Magari l' avessero fatto».

 

Simpatizza, insomma.

«Molti di loro vengono dall' area dei Verdi».

 

Continua a fare campagne.

«Punto a raccogliere un milione di firme per imporre l' etichettatura obbligatoria».

 

In Italia le abbiamo già.

«Ma le leggi vengono impugnate! Dieci anni fa parlavo di agropirateria, ora il vocabolo è nella Treccani. Ricordo le litigate in Europa con la mia collega danese sui marchi falsi. Lei diceva: "Facciamo il gorgonzola come voi". E io: "Brava. Ma allora mettici la bandiera danese!"».

 

Ha fatto firmare Luigi Di Maio.

«Ma anche Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, Solidarnosc e la Coldiretti. Sto facendo politica fuori dalle istituzioni. Insegno Turismo sostenibile alla Bicocca, Progettazione dei sistemi turistici a Tor Vergata, Turismo enogastronomico a Napoli».

 

Le hanno tagliato il vitalizio ed è contento: sincero?

grillo di maio

«Prendevo 5.000, ora 3.000. Ma è giusto. Ho detto al M5s: eliminate anche il cumulo con il secondo e il terzo vitalizio, quello regionale ed europeo».

 

Torniamo al M5s.

«Il nostro primo slogan era: "Non siamo né di destra né di sinistra, siamo avanti". Poi lo hanno preso loro. E Beppe Grillo chi l' ha portato nel 2003 per la prima volta a Montecitorio, per la conferenza stampa contro l' elettrosmog?».

 

Mi faccia indovinare: lei?

«Bravo. Io dico che il M5s è il più forte partito ecologista d' Europa. Questo è il motivo di conflitto con la Lega, orgogliosamente anti ambientalista».

 

Quindi potrebbe candidarsi alle europee.

luigi di maio vincenzo spadafora

«Appoggio esterno».

 

Perché non candidandosi?

«Avrebbe senso solo se il M5s volesse un aiuto per un' alleanza con i Verdi europei».

 

Si sente sovranista?

«Sono per la difesa della sovranità. Ma credo nell' Ue».

 

Ma non si può!

«E perché? La dirigenza dell' Unione è tremendamente inadeguata. Se la destra candida Salvini e Le Pen, bisogna rispondere con leader veri».

 

Conosce Di Maio?

«Da prima che si candidasse. Era capo di un' organizzazione studentesca all' università di Napoli. Andai a dei convegni».

 

giuliano amato alfonso pecoraro scanio

Cosa sono quelle foto a torso nudo che furoreggiano?

«Sono andato in kayak per la campagna "Mediterraneo da remare". Contro le plastiche».

 

Ci sono nel Movimento uomini che hanno lavorato con lei, come Vincenzo Spadafora e Sergio Costa.

«Sono contento abbiano continuato a occuparsi di ambiente e diritti civili. Costa è diventato generale, Spadafora, ex capo della mia segreteria, garante per l' Infanzia. Sono affezionato alle persone brave. Ma fa la sua vita».

 

È nel suo album di famiglia, ai tempi del governo.

(Risata). «Guardi, ho una foto con la Isoardi, che ha condiviso una campagna con me. Ma mica mi candido nella Lega!».