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Stefano Lepri per "la Stampa"
No, «silenziare» Stefano Fassina no, controbilanciarlo sì. Giampaolo Galli detto Gippi, 61 anni, sembra fatto apposta per correggere l'immagine del Pd in questo momento. Sarebbe stato benissimo anche nella lista Monti - in una intervista del luglio scorso, appena lasciata la direzione generale della Confindustria, si augurava che Monti continuasse a governare «anche dopo il 2013» - ed invece eccolo a fianco di Bersani.
Tutti e due, Galli e Fassina, si sono laureati alla Bocconi di Milano, a distanza di una quindicina d'anni: entrambi studenti bravi allo stesso tempo impegnati a sinistra. Galli, dati i tempi - primi anni '70 - era addirittura segretario della cellula Pci «Ho Chi Minh».
Ma dal marxismo di allora è passato, anche per via degli studi in America, a un liberismo piuttosto sostenuto. E Nichi Vendola, che ogni giorno se la prende col neo-liberismo mettendoci dentro un po' tutto, dovrà accettare che nell'alleanza di centro-sinistra militino anche fautori tenaci del mercato.
Per essere precisi, gli studi americani Galli li aveva compiuti con grandi docenti progressisti, come Franco Modigliani e Robert Solow, al Mit di Boston. Ma ogni passione politica sembrava messa da parte; anche a differenza dell'amico e cognato Riccardo Faini (scomparso nel 2007) vicino a Carlo Azeglio Ciampi e a Tommaso Padoa-Schioppa. Formatosi nella Banca d'Italia, a quarant'anni era direttore per l'economia internazionale, con accesso da tecnico ai principali vertici europei e mondiali.
Logico che uno con un curriculum così aspiri ora a incarichi parlamentari o di governo. Economista completo, esperto di moneta come di previsioni economiche e di istituzioni, in Confindustria c'è stato prima come capo del Centro Studi, dal 1995 al 2003, poi come «dg», dal 2009 al 2012. Lì naturalmente si è spesso scontrato coi dirigenti sindacali. Alcuni di loro se lo ricordano come un avversario leale ma duro. Altri non gli perdonano d'aver suggerito che per risparmiare lo Stato potesse anche licenziare un po' di dipendenti.
Ma è sul mercato del lavoro che le distanze sono risultate più grandi. Quando Pietro Ichino è passato alla lista Monti, nella sinistra Pd hanno tirato un sospiro di sollievo. Ora con Galli arriva uno assai più in là di Ichino, uno a cui la riforma MontiFornero pareva poco incisiva. Proprio su questo argomento si erano confrontati i due, amichevolmente ma con posizioni opposte: nove mesi fa, quando Galli era intervenuto alla presentazione del libro di Fassina.
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