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Tommaso Ciriaco per "La Repubblica"
Non riuscire a strappare neanche un misero 1% è stato per Oscar Giannino l'ultimo, doloroso schiaffo in faccia. Dal master fantasma fino allo 0,9% raccolto da Fare al Senato, le ultime due settimane hanno lasciato senza fiato il fondatore di fermare il declino. «Un danno l'ho fatto», ammette in privato nelle ore della sconfitta. Ma è l'intero movimento a essere appeso a un filo.
Il destino sarà più chiaro domani, quando a Milano il giornalista riunirà la direzione con un unico punto all'ordine del giorno: andare avanti o chiudere bottega.
Di fronte a dati tanto mortificanti, per una forza che puntava a stupire tutti conquistando almeno il 3%, Giannino non si nasconde: «Devo chiedere ancora e sempre scusa a tutti, innanzitutto agli elettori di "Fare 2013"».
Il macigno delle bugie, delle lauree millantate e dell'incredibile retromarcia sullo Zecchino d'oro ha tolto credibilità al giovane movimento. Il pressing quasi sproporzionato di Silvio Berlusconi sul voto utile ha fatto il resto.
Venerdì, prima del voto, il partito aveva deciso di convocare la direzione per fissare una road map. Congressi regionali in primavera, assise nazionale entro giugno. I tempi però stringono, come ammette anche Giannino profetizzando un esecutivo in carica solo «pochi mesi».
Nel quartier generale tutte le certezze sembrano ora evaporate. Bisogna fare i conti con i costi della macchina elettorale. Soprattutto, occorre valutare le intenzioni del leader. Perché Giannino non ha ancora deciso se proseguire nell'avventura o tirarsi fuori dalla mischia. Cambia idea di frequente, ma in queste ore è tentato dall'addio.
Nel movimento pesano anche i dubbi dell'economista Michele Boldrin, che potrebbe scegliere di salutare Fermare il declino. Senza contare Luigi Zingales, l'autore della denuncia sul master di Chicago che ha provocato la slavina. Con lui si è consumata una frattura difficilmente sanabile. Emma Marcegaglia, poi, in prima fila fino a poche settimana fa, sembra scomparsa dai radar.
Chi invece ci ha messo la faccia è la giovane coordinatrice Silvia Enrico: «Fare ha perso le elezioni. Il risultato è largamente sotto le aspettative». Ma la colpa della sconfitta, aggiunge, non è del fondatore: «La vicenda ha pesato. Puntavamo al 4%, ci avrebbe soddisfatto il 2 o il 3%. Ma non si può perdere metà del consenso in una settimana». In ogni caso, promette, Fermare il declino non scompare: «Saremo alle prossime elezioni amministrative ed europee».
E però restano i numeri, impietosi. In Lombardia Fermare il declino ha raccolto un poco esaltante 1,5%. E anche in Veneto "Fare" si è arenata al 2%. Su Twitter, il social network preferito dal giornalista, l'ironia della rete si sfoga senza pietà . Un tweet per tutti: «Oscar per la Miglior Sceneggiata a Giannino per gli straordinari remake de "Il Laureato" e "The Master". Premia il Mago Zurlì».
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