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DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
Da "Repubblica.it"
C'è chi, come Fiat e Lottomatica, ha puntato bene sull'asinello democratico. E altri, come Finmeccanica e Fincantieri, che hanno perso con l'elefante repubblicano. Alla campagna elettorale americana, la più costosa della storia, hanno partecipato, portafoglio alla mano, anche alcune aziende tricolori. Il sito opensecrets.org, elaborando i dati della Fec, la Commissione elettorale statunitense, ha costruito una mappa delle elargizioni ai candidati riconducibili a società estere.
E calcolato che dall'Italia sono arrivati 400mila dollari, la maggior parte indirizzata ad esponenti del partito repubblicano. Non in forma diretta, non è permesso, ma attraverso le partecipate sul suolo americano. Le aziende potevano raccogliere da manager e azionisti dei fondi, quindi girarli a politici o comitati elettorali. Una cifra minima, proveniente dalle tasche dei singoli dipendenti e non dai bilanci societari, ma indicativa delle preferenze di alcuni big italiani.
A cominciare dalla Fiat. La sintonia tra Sergio Marchionne e Barack Obama, fin dal salvataggio della Chrysler, non è un mistero. Sancita da uno degli ultimi spot elettorali, in cui il dirigente smentisce Romney sul presunto spostamento della produzione Jeep in Cina. Ma se si guarda ai contributi elettorali la strategia del Lingotto è molto più bipartisan. Secondo i dati di opensecrets.org, dei circa 100mila dollari raccolti tra dipendenti e comitati in orbita Chrysler, il 56% sarebbe finito ai democratici e il 44% ai repubblicani. E per gli 11mila dollari versati ad Obama, ce ne sono 10mila per Mitt Romney e altri 10mila per Eric Cantor, leader conservatore alla Camera che ha affrontato con successo la campagna per la rielezione al Congresso. Tra i costruttori di automobili Fiat è la quarta per elargizioni, dietro a Ford (786mila dollari, la maggior parte ai repubblicani), General Motors (431mila, equamente distribuiti) e Greentech Automotives (120mila tutti per il "verde" Obama).
Molto si spiega con il tipo di business in cui operano le aziende. Quello militare nel caso di Drs Technologies, controllata da Finmeccanica, e di Marinette Marine, azienda del gruppo navale Fincantieri. Il programma di Romney prometteva un aumento della spesa dedicata alle forze armate. Così la prima ha raccolto 348mila dollari e oltre 200mila sono andati a repubblicani. La seconda 19.500, tutti per l'elefantino. Su cui si è indirizzato pure il produttore di cemento Buzzi Unicem, con la sua filiale americana, che ha beneficiato la squadra di Romney con 4.500 dollari.
Ha puntato sui democratici invece Gtech, società attiva nel settore delle lotterie e controllata da Lottomatica, che ha distribuito 11.500 dollari. Dalla parte di Obama, come Fiat. Per la quale però la vera partita con la politica si giocherà a Washington, una volta insediato il nuovo Congresso. Sono oltre 3 milioni di dollari quelli che il Lingotto mette ogni anno a disposizione dei suoi 30 lobbisti. Nero su bianco nel bilancio del gruppo, come prevede la legge americana.
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