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Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
A un mese esatto dalle elezioni di settembre, un nuovo colpo di scena contribuisce a rendere ancora più incerta e drammatica la campagna elettorale tedesca. Per la prima volta in 15 anni, la Spd ha superato la Cdu-Csu nelle intenzioni di voto ed è almeno sulla carta il primo partito in Germania.
Secondo il sondaggio Trendbarometer del Forsa Institut, se si votasse oggi i socialdemocratici otterrebbero infatti il 23% dei suffragi, contro il 22% dell'Unione cristiano-democratica, minimo storico del partito di Angela Merkel.
La rilevazione segnala anche un lieve recupero dei Verdi che guadagnerebbero un punto, salendo al 18%, mentre restano invariate le preferenze per gli altri partiti, con la Fdp al 12%, l'estrema destra di Alternative für Deutschland al 10% e la Linke al 6%.
Il poll di Forsa conferma l'effetto di trascinamento che sulla Spd sta avendo il suo candidato cancelliere, il ministro delle Finanze Olaf Scholz, di gran lunga in testa nelle preferenze personali dei tedeschi rispetto alla verde Annalena Baerbock e al candidato della Cdu-Csu Armin Laschet.
Di fatto, Scholz viene visto come il più degno successore della cancelliera, l'unico in grado di continuarne il corso moderato e centrista. A relativizzare comunque il valore della rilevazione è l'alto numero degli indecisi, superiore al 26%, quasi un terzo degli elettori. Ma questo non toglie che l'allarme nella Cdu sia già suonato.
Il segretario generale dell'Unione, Paul Ziemiak, ha definito il sondaggio una «sveglia»: «Vogliamo far continuare la Germania sulla strada dei successi, ovvero vogliamo una Repubblica di sinistra, nella quale non sappiamo dove possa condurci l'esperimento?».
E in realtà, sulla base dei numeri attuali, la Spd potrebbe dar vita a diverse coalizioni, tra cui un'alleanza con i Verdi e i liberali, o perfino un governo con i Verdi e la Linke. Forse, ancora più problematico per la Cdu è che, secondo il sondaggio di Forsa, la maggioranza degli intervistati non crede più possibile che il fronte conservatore abbia più il tempo di cambiare la dinamica della campagna, alimentando la paura di un governo delle sinistre per recuperare elettori in uscita.
La questione centrale è la debolezza mostrata da Laschet, che oltre a gaffe clamorose non ha saputo fin qui trovare temi e toni in grado di mobilitare l'elettorato moderato, né di profilarsi come il vero erede dei voti di Merkel, quelli che molto probabilmente decideranno il risultato della partita.
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