DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Simona Verrazzo per “Libero Quotidiano”
Israele, mentre Benjamin Netanyahu riceve l’incarico ufficiale per la formazione del nuovo governo, sua moglie Sara torna a far parlare di sé, tra le polemiche. L’ex custode della residenza del primo ministro, Meni Naftali, l’ha infatti accusata di bere troppo, fino a tre bottiglie di champagne al giorno.
Le dichiarazioni, racconta il quotidiano Haaretz, sono arrivate durante il contro-interrogatorio dell’uomo, che ha citato in tribunale proprio il premier Netanyahu (rieletto la scorsa settimana), sua moglie Sara e lo Stato israeliano per le vessazioni di cui sarebbe stato vittima sul lavoro, tra febbraio 2011 e novembre 2012. Il processo civile, che era stato rinviato per non influenzare la campagna elettorale del voto anticipato, si è aperto ieri davanti al tribunale del lavoro.
Binyamin and Sara Netanyahu iIsraeli-prime-minister
Naftali, che chiede un risarcimento di un milione di shekel (circa 231.000 euro), accusa la famiglia Netanyahu di averlo trattato in maniera arrogante e degradante, puntando il dito in particolare contro la consorte del primo ministro. In una deposizione scritta, consegnata al tribunale dopo varie insistenze della Corte, la moglie di Netanyahu ha respinto ogni accusa, dichiarando che Naftali intende soltanto «danneggiare la sua reputazione».
Già in passato Sara era stata accusata di maltrattamenti da altri dipendenti, fra cui le babysitter dei due figli, denunciando avarizia e ossessioni. Classe 1958, psicologa, Sara Ben-Artzi dal 1991 è la signora Netanyahu ed è uno dei personaggi più discussi della scena pubblica israeliana, con i media che non la amano.
Ha vinto due cause per diffamazione nei suoi confronti, mentre nel 2008 fu investita dalle polemiche per un viaggio a Londra, insieme al marito in missione, durante il quale avrebbe acquistato beni di lusso per 131.000 shekel (poco più di 30.000 euro): Netanyahu dichiarò che quella somma era stata pagata da un donatore. Due anni fa era toccato al gelato: la famiglia Netanyahu, a casa, sarebbe arrivata a mangiarne 14 chili al mese, per una spesa di 10.000 shekel pubblici (circa duemila euro), con una punta mensile di 50 chili.
A gennaio, prima del via della campagna elettorale, era scoppiato il «bottiglia-gate», sempre a seguito delle dichiarazioni di Naftali, secondo il quale la signora Netanyahu esigeva che dai supermercati venissero riconsegnati i vuoti delle bottiglie e le fossero restituiti i centesimi del deposito. Il problema è sempre lo stesso: gli acquisti vengono fatti con soldi pubblici, quindi anche quelli per i resi lo sono.
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