ANCHE LA SECESSIONE È IN RECESSIONE - PER SUPERARE LE SPACCATURE TRA PADANI, UNO-DUE-ICTUS BOSSI È COSTRETTO A RICICCIARE LA SOLITA SOLFA PER GASARE I NOSTALGICI: “BERLUSCONI FA PENA” - PER NON SUBIRE LA DIASPORA DI TOSI A VERONA, ABBAIA: “SE FA LA SUA LISTA È FUORI, MA CREDO CHE VERRÀ A TRATTARE” - IL SENATUR SA CHE LA LEGA, MOLLATA DAL PDL PER LE AMMINISTRATIVE, NON PUÒ PERMETTERSI ALTRE SPACCATURE…

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Alessandro Mondo per "La Stampa"

Il vecchio leone cede alla commozione solo dopo aver tirato fuori gli artigli. «Grazie, fratelli piemontesi. Sono uno di voi, non mi sono mai sentito al di sopra - conclude Umberto Bossi tenendo la mano sul cuore -. Padania libera! Piemont liber!».

Prima sono volate le zampate. Collegno, Palazzetto dello Sport, congresso nazionale della Lega: Roberto Cota non è ancora stato reincoronato segretario regionale del Carroccio, cosa che avverrà di lì a pochi minuti con il 93% dei consensi, e il Senatùr ha già inchiodato Flavio Tosi: «Se fa una sua lista, si mette automaticamente fuori dalla Lega. Non penso finirà così, credo che verrà a trattare. Non gli voglio male, ma se si mette a dire cose contrarie al programma del partito, non va bene».

Uno spiraglio concesso al sindaco di Verona dal grande capo in persona, che non vorrebbe buttare fuori nessuno e le prova tutte per tenere la Lega unita: salvo scoprire che la Lega si scopre veramente unita soltanto in sua presenza. Il congresso di ieri è stata la rappresentazione plastica, l'ennesima, di un carisma che tutto riassume.

Il tempo di farsi vedere e il Palazzetto dello Sport minaccia di venire giù sotto gli applausi. Maroniani, calderoliani, cerchi magici: le divisioni spariscono per incanto o tornano sottotraccia. Il tempo di salire sul palco e detta la linea. Il «caso Tosi», certo, sintetizzato nella foto scarabocchiata del «traditore della Padania» mostrata da un delegato. Ma anche le prossime mosse: «Alle amministrative andremo da soli, meglio soli che male accompagnati». Ma attenzione: «Se c'è qualche eccezione che vale la pena... in ogni caso deve passare da me». Nel caso qualcuno avesse dei dubbi, fuori e soprattutto dentro la Lega, il boccino ce l'ha in mano lui.

I militanti sono pronti. Roberto Calderoli, intervenuto poco prima, li ha scaldati a dovere: «Nessuno mi è mai stato sulle scatole come Monti, basta con il Governo del Loden». Monti come Schettino, Monti santificato in patria, Monti e le figuracce in politica estera, Monti e gli indiani, Monti e gli inglesi... Monti, Monti, Monti. E finalmente Bossi, accolto come una star.

Torna a sognare la Padania, il padre fondatore della Lega: se la prende con i giornali, contro il confino dei mafiosi al Nord, rivendica la libertà dei popoli contro il centralismo statale, prende a prestito la rivolta di Attila contro le legioni romane, dà per certo che nessun esercito può resistere alla gente.

«Secessione, secessione», si sgolano i delegati, sedotti oggi come ieri dal vecchio traguardo. «Se Monti fosse qui canterebbe "recessione"», ribatte afferrando il microfono. Gongola nel sentire riecheggiare il vecchio slogan - «Roma, ladrona, la Lega non perdona!» rispolverato dopo otto anni al governo con Berlusconi.

Quella stagione sembra definitivamente chiusa. «Berlusconi mi fa un po' pena perché va a votare il contrario di quello che faceva prima, impossibile fare un accordo per le amministrative», constata Bossi con voce roca.

È tempo di riavvolgere il nastro, o almeno provarci, anche se di acqua ne è passata tanta sotto i ponti e persino le parolacce si sono rarefatte: «Ci chiedono di tacere e di pagare ma adesso basta, ci siamo rotti i coglioni». È l'unica concessione. In compenso, «bisogna fare la Padania, costi quel che costi, perché o ci liberiamo o finisce male». E bisogna fare anche la Tav: «La penso come Cavour quando c'era il passo del Frejus».

Da Attila a Cavour, il cerchio si è chiuso. «Saremo grandi se io e Cota manterremo la parola data - conclude mentre risuonano le note del Va Pensiero -. Grazie di tutto, grazie anche per aver rieletto Cota: lui sa mantenere la parola». Ancora una volta ha vinto Bossi.

 

ROBERTO COTA UMBERTO BOSSIFLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA BOSSI BERLUSCONI STEFANIA VILLANOVA E FLAVIO TOSImonti-napolitano