DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Gianni Barbacetto per “Il Fatto Quotidiano”
Le foto di Roberta e Noemi a Villa Certosa
Silvio vuole andare al mare. È estate e le ville non gli mancano. Ma non ha più il passaporto, ritirato dopo la condanna, e quindi i Caraibi gli sono proibiti. Resta villa Certosa, in Sardegna, ma per raggiungerla deve avere il permesso del giudice di sorveglianza: quella Beatrice Crosti che gli ha già fatto una lavata di capo, martedì scorso, per le sue parole contro i magistrati pronunciate durante la sua testimonianza al processo di Napoli a Valter Lavitola.
Nelle prescrizioni del tribunale di sorveglianza che gli ha concesso l’affidamento ai servizi sociali come misura alternativa al carcere, c’è scritto chiaro che Berlusconi deve rientrare ogni sera, entro le 23, nella sua residenza di Arcore oppure, dal martedì al giovedì, in quella romana di palazzo Grazioli. Stop. La Sardegna non è prevista, le vacanze al mare neppure. Ora da palazzo Grazioli il condannato si lamenta di non poter spostarsi, come le scorse estati, a villa Certosa. Chi gli è vicino sostiene che Beatrice Crosti gli ha già detto, martedì, che quest’anno può scordarsi la Costa Smeralda: una proibizione che Silvio vive come un affronto, l’ennesima umiliazione.
Il suo amico avvocato Niccolò Ghedini, invece, offre al Fatto quotidiano un’altra versione: “Martedì il presidente non ha parlato di vacanze con il giudice Crosti. Nei prossimi giorni, però, faremo una richiesta formale, per chiedere che possa trascorrere un periodo nella sua residenza in Sardegna”.
BERLUSCONI E PUTIN - VILLA CERTOSA
La prassi è questa: il condannato affidato in prova ai servizi sociali deve presentare una domanda scritta al giudice di sorveglianza, nel caso voglia modificare le condizioni previste dall’ordinanza di affidamento. Se il giudice accetterà la richiesta, dovrà rispondere con una modifica dell’ordinanza in cui segnalerà (anche alle forze dell’ordine, affinché possano eseguire i controlli) il nuovo indirizzo in cui l’affidato potrà risiedere, almeno temporaneamente. “Chiederemo che possa stare a villa Certosa per otto giorni, due settimane”, specifica Ghedini. “Se poi ci diranno di no, non ne faremo una tragedia”.
3m14 laghetto berlusconi certosa dalcountry
Dunque , appena chiuso – con una diffida – il caso napoletano degli attacchi alle toghe (“Magistratura irresponsabile”, detentrice di un potere “incontrollato e incontrollabile”, aveva affermato Berlusconi durante la sua testimonianza processuale), si apre il caso-vacanze. Difficile prevedere che cosa risponderà la giudice di sorveglianza alla richiesta di Ghedini. In questi casi la discrezionalità è assoluta.
3m05 elicottero berlusconi atterra certosa
Di solito i condannati affidati ai servizi sociali non chiedono di poter fare le vacanze al mare o in montagna, perché spesso non hanno neppure le condizioni economiche per poterselo permettere. Berlusconi potrebbe permettersi quasi tutto, ma questa volta dovrà obbedire al tribunale di sorveglianza.
Villa Certosa fu, nell’estate 2009, il teatro delle prime feste-scandalo, con le ragazze procurate dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e con le foto rubate di Antonello Zappadu. L’anno successivo, era l’estate 2010, il bunga-bunga di Arcore fece quasi dimenticare la residenza sarda che Berlusconi aveva annunciato addirittura di voler mettere in vendita. Si parlò di una richiesta di 450 milioni di euro e di contatti avviati con emiri arabi e oligarchi russi.
Non se ne fece niente: villa Certosa – 4 mila metri quadrati coperti e 80 ettari di parco, due laghetti, un vulcano artificiale, anfiteatri, cascate sul golfo di Marinella, sculture di Cascella, serre, mille varietà di cactus, grotta-bunker scavata per accogliere chi viene dal mare – è restata a Berlusconi. Chissà se potrà vederla, quest’estate.
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