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DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
Spin Doctor per Dagospia
Come il vostro spin doctor aveva annunciato, era vicino il momento in cui Rigor Montis avrebbe smesso di ballare da solo e avrebbe fatto emergere la sua squadra. L'ha fatto ieri a Bergamo, a casa del Bomba-Bombassei. E con lui c'erano Riccardi, Montezemolo e compagnia cantante. Questa svolta era attesa e necessaria, ma non è riuscita a monopolizzare l'agenda dei media come avrebbero voluto Monteprezzemolo e i suoi.
Perché? Innanzitutto perché da Bergamo non é emersa una proposta tematica univoca che dettasse i ritmi del dibattito e stimolasse le reazioni dei rivali. Avrebbe potuto essere la riforma del lavoro, su cui sono impegnati uomini simbolo della squadra di Montimer. Ma anche su questo i messaggi del prof sono risultati contraddittori e poco chiari. L'idea delle assunzioni in nero del Banana resta la più chiara sul tema.
Ma Monti non ha sfondato anche perché oggi é il gran giorno delle liste, dal cui pantano deve ancora uscire il Cavaliere. à un peccato per il Pompetta, che mentre la consapevolezza della sua rimonta si fa strada (cfr Ricolfi di ieri su La Stampa), è costretto a perdere qualche colpo sui media per ultimare la sua formazione, tra impresentabili e irritabili. Sarebbe stato forse meglio, per lui, un approccio più disinvolto. Se i giudici sono tutti rossi, perché seguire le sentenze per comporre le liste?
Riprende la corsa, invece, Culatello Bersani dopo qualche giorno di annebbiamento da tentativi di inciucio con Ingroia. Ognuno andrà per la sua strada e questo facilita i comunicatori che necessitano di idee limpide, di un terreno si gioco ben delimitato e di avversari contro cui giocare la partita. Bersani riprende da dove aveva concluso le primarie e questo è un bel segnale comunicativo di continuità con i valori delle primarie.
Ma tra tante ciance la frase più azzeccata è certamente quella rivolta a RigorMonti. Io guardo negli occhi la gente normale, dice Bersani e così con poche parole semplici e figurate apre un campo di comunicazione politica ampio: il confronto tra gente comune e le elites, riunite proprio in quelle ore a Bergamo. Un ritorno alle distinzioni di classe che 15 anni di Cavalier Pompetta avevano fatto cadere nell'oblio.
Basta, per ora la campagna è tutta qui. Tre contendenti - Bersani, Berlusconi, Monti - e un mucchio di gregari.
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