DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
La partita dei nuovi vertici Rai si arena, ma forse solo per poco. Già martedì 3 si potrebbe chiudere. Ieri nella riunione della commissione di Vigilanza, convocata alle 14.30 per eleggere i sette nuovi consiglieri di amministrazione di competenza parlamentare, è mancato il numero legale per l'assenza dei commissari di Pdl e Lega (21 su 40).
Ufficialmente il Pdl ha parlato, in una lettera al presidente Sergio Zavoli dei capigruppo parlamentari Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, di «sopravvenuta concomitanza della seduta con altri importanti impegni», cioè l'assemblea dei parlamentari con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano.
Ma non è un mistero che il Pdl abbia mal digerito non l'indicazione del nuovo presidente Annamaria Tarantola ma la «designazione anticipata» da parte di Monti del futuro direttore generale Luigi Gubitosi (a Consiglio non ancora eletto) e ancor meno l'estromissione dell'attuale dg Lorenza Lei.
Zavoli ha convocato per oggi l'ufficio di presidenza della Vigilanza per stabilire la nuova data per la votazione, che sarebbe il 3 luglio. Sulle vicende Rai peserà l'esito del Consiglio europeo. Se il governo Monti uscirà rafforzato, il nodo Rai dovrà sciogliersi proprio perché il premier si è impegnato in scelte chiare (ricevendo Tarantola e Gubitosi a Palazzo Chigi anche lunedì, per sottolineare ancora la sua fiducia nel «nuovo corso»).
Se mai si concretizzasse l'ipotesi di voto anticipato in autunno, il tavolo delle nomine Rai potrebbe saltare per lasciare spazio a una proroga del vecchio Consiglio già ampiamente scaduto. L'attuale presidente Paolo Garimberti ha telefonato a Zavoli: «Questa situazione di indeterminatezza non giova alla Rai, spero si possa uscire quanto prima dalla palude nell'interesse esclusivo della Rai e di tutti quelli che vi lavorano, soprattutto ora che devono cominciare a preparare la programmazione autunnale».
Il Pd, con Fabrizio Morri, capogruppo in Vigilanza, attacca: «Il Pdl ha avuto un comportamento irresponsabile, il governo convochi un vertice di maggioranza sulla Rai». Alessio Butti, capogruppo del Pdl, sostiene di non capire «il tono livoroso» del centrosinistra per la richiesta dei berlusconiani di far slittare la votazione: «Il Pdl non ha chiesto un rinvio sine die e ritiene si possa convocare presto la Commissione per procedere al voto».
Una data per il via libera al nuovo cda da parte del Pdl già ci sarebbe, proprio martedì 3 luglio. C'è chi assicura che lo slittamento possa essere servito anche a raggiungere un accordo Pdl-Lega (che non indicherà un suo consigliere) per permettere l'elezione di 4 e non più 3 consiglieri berlusconiani. L'Idv conferma la linea con Antonio Di Pietro: «Non parteciperemo alla solita spartizione partitica». Per Roberto Rao (Udc) «la Rai è un'azienda senza vertici, con un cda precario e 50 milioni in meno di introiti derivanti dalla pubblicità , Pdl e Lega vogliono solo indebolirla?».
In effetti sono sempre i conti ad allarmare l'azienda. Secondo i riservati dati Nielsen (leader nelle informazioni di marketing) sul periodo gennaio-aprile 2012 che circolano nei corridoi Rai, con una flessione nazionale di pubblicità televisiva pari a -8,6% rispetto al 2011, la Rai riscontra addirittura un -17,8% contro il comunque preoccupante -10,6% di Mediaset. Nonostante la crisi strutturale, La7 invece guadagna il 23,5% e Sky porta a casa un eloquente e incoraggiante +18,3%.
Secondo alcune analisi interne Rai la differenza tra il dato medio nazionale del -8,6% e il pesantissimo -17,8% della Rai (che, in contraddizione col calo pubblicitario, continua a essere leader negli ascolti della tv generalista, con soddisfazione dei vertici) starebbe negli strumenti adottati dall'attuale dg Lorenza Lei per chiudere il bilancio 2011 con un saldo positivo di 4 milioni di euro. Nell'esercizio 2011 sarebbero stati calcolati, così sostiene chi accusa la Lei, 60 milioni di euro di anticipi sul 2012.
Letto in questo modo, il consuntivo reale di pubblicità 2011 sarebbe di soli 900 milioni contro i 960 dichiarati. Di qui la «fatica» di Sipra nei primi mesi 2012 per riguadagnare terreno, con risultati peggiori rispetto al mercato pubblicitario nazionale. E nonostante ascolti così positivi. Un bel rebus.
MARIO MONTI NON CI SENTE BENE LUIGI GUBITOSI ANNA MARIA TARANTOLA ANGELINO ALFANO LOGO SIPRAMediaset
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