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PERCHE’ IL CENTRODESTRA NON SI DIVIDE IN PARLAMENTO SULLA POLITICA EUROPEA – FOLLI: “SE UN PARTITO (LA LEGA) STA TRATTANDO PER UNA DIREZIONE RAI O COMUNQUE PER QUALCHE POSTO DI POTERE NELL’ENTE DI STATO, DI SICURO NON SI PREPARA A RITIRARE LA SUA DELEGAZIONE AL GOVERNO. IL PARTITO DI SALVINI FA QUELLO CHE HA SEMPRE FATTO: UNA GUERRIGLIA PIÙ VERBALE CHE SOSTANZIALE ALL’INTERNO DELLA MAGGIORANZA, GRANDI PROCLAMI E RAPIDE RITIRATE IN ATTESA DI NUOVI COLPI A EFFETTO - LA MELONI NELLA MEDIAZIONE CON LA LEGA, FA SPARIRE LA PAROLA “RIARMO”. LA MOSSA DI CALENDA PER SMASCHERARE LA PARACULAGGINE DELLA DUCETTA”

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Stefano Folli per la Repubblica - Estratti

 

MATTEO salvini - GIORGIA meloni

È ormai improbabile che il centrodestra si divida in Parlamento sulla politica europea, coincidente in questo momento soprattutto con l’aumento delle spese militari in vista della difesa comune. A voler essere cinici ma realisti, se un partito (la Lega) sta trattando per una direzione Rai — o comunque per qualche posto di potere nell’ente di Stato — , di sicuro non si prepara a ritirare la sua delegazione al governo. Il partito di Salvini fa quello che ha sempre fatto: una guerriglia più verbale che sostanziale all’interno della maggioranza, grandi proclami e rapide ritirate in attesa di nuovi colpi a effetto. 

 

 

(...)

 

È vero che il governo italiano si presenta sulla carta diviso e convive al suo interno con una tendenza filo-Putin che non esiste in altri Paesi dell’Europa occidentale. Tuttavia la linea è quella concepita e messa in pratica a palazzo Chigi.

DONALD TRUMP - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

 

Se ci sono ambiguità — e ce ne sono — vanno fatte risalire non tanto a Salvini quanto alla presidente del Consiglio. La quale è mossa dalla giusta volontà di non spezzare il filo con la Casa Bianca, ma si rende conto che l’ora è critica; talmente critica che è molto difficile contribuire da protagonista al programma europeo e al tempo stesso essere la migliore amica di Trump su questa sponda dell’Atlantico.

 

Vedremo tra l’altro se prenderà forma il viaggio negli Stati Uniti, nei prossimi giorni. Nel frattempo il punto riguarda le risoluzioni del centrodestra da votare tra Senato e Camera oggi e domani. Si tratta di calibrare i termini e gli aggettivi, così da accontentare Salvini. Qui nascono gli equivoci. Si può rinunciare a usare la parola “riarmo”, che può sembrare urticante: l’importante è che non sia compromessa l’intenzione di Giorgia Meloni di aderire all’aumento complessivo delle spese militari.

 

cuoricini salvini e meloni meme il giornalone la stampa

Si tratta semmai di costruire una griglia per un piano di medio termine, in cui si parli di armi ma anche di spesa sociale. Insomma, un po’ di zucchero per digerire meglio la pillola. In fondo è quello che sta bene anche a Salvini, una volta appagati i suoi elettori neutralisti. In ultima analisi, il passaggio più delicato riguarda la necessità di non confondere gli argomenti anti-europei e filo-russi della Lega con quelli vigorosamente “pacifisti” di Giuseppe Conte, con le sue tirate contro il «bellicismo» dell’Unione.

 

Sappiamo che in pratica le due posizioni tendono in qualche passaggio a sovrapporsi. Ma l’obiettivo di Conte è accentuare le divaricazioni nel Pd, quello di Salvini è rendere più complicato il sentiero di Meloni. Sono due aspetti diversi che devono restare tali. Se il capo leghista superasse il limite, allora sì che si aprirebbe un problema politico. Al momento, peraltro, tutto lascia pensare che il centrodestra voterà una risoluzione unica, sia pure figlia di un compromesso.

salvini meloni

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