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Beda Romano per www.ilsole24ore.com
L'attesa decisione della Commissione europea di raccomandare ai paesi membri l'apertura di una procedura per debito eccessivo contro l'Italia ha scatenato non pochi commenti. Alcuni si chiedono come mai altri paesi con debiti elevati non abbiano subito questa stessa scelta. Altri si interrogano sulle ragioni per cui la Germania, le cui partite correnti sono in forte surplus, non sia oggetto di una procedura per squilibrio macroeconomico.
Deficit e debito: regole scolpite nei Trattati
In realtà, il caso italiano sul fronte debitorio e il caso tedesco sul versante economico non possono essere messi sullo stesso piano. In questo caso la parola procedura è fuorviante. Al deficit e al debito è stato riservato molto spazio nei Trattati. Le stesse procedure per debito e deficit eccessivi sono spiegate comma per comma nell'articolo 126. D'altro canto, l'unione monetaria è una confederazione di stati sovrani. Mantenere un deficit sotto al 3% del PIL e un debito che si muove gradualmente verso il 60% del PIL è un impegno giuridico, oltre che politico, per garantire la stabilità dell'euro.
Gli squilibri economici non sono inseriti nei Trattati
Viceversa, la procedura per squilibrio eccessivo non è inserita nei Trattati. È nata grazie a un regolamento nel 2011 sulla scia della crisi finanziaria del 2007 quando scoppiò la bolla borsistica e alcune grandi banche europee rischiarono il fallimento, mettendo in crisi interi paesi. L'obiettivo della procedura, che può prevedere in ultima analisi sanzioni, è di evitare che emergano gravi e pericolosi squilibri nella zona euro. Il regolamento ha individuato 14 indicatori con i quali capire attraverso una analisi generale se vi sia o meno il rischio di squilibrio macroeconomico.
Gli squilibri macro sono 14 e vengono considerati nel complesso
Accanto ad ogni indicatore, da considerare insieme e non singolarmente, sono stati inserite soglie con le quali interpretare gli eventuali rischi. Tra gli indicatori, vi è quello delle partite correnti. Secondo il regolamento comunitario, in questo caso la soglia indicativa di un possibile squilibrio è del 6% del PIL in caso di surplus e del 4% del PIL in caso di deficit. La Germania registrava nel 2017 un attivo delle partite correnti, pari al 7,8% del PIL, ben superiore quindi alla soglia 6% del PIL (ma in calo dall'8,3% dell'anno precedente).
Non confondere violazione delle regole con valutazione dei rischi
Alcuni commentatori in Italia sostengono che per questo motivo la Germania dovrebbe essere oggetto di una procedura per squilibrio eccessivo. Alla luce dell'attesa procedura contro il governo Conte per debito eccessivo, l'accusa implicita è che la Commissione europea sia di parte e stia usando due pesi e due misure nei confronti dei due paesi. In realtà, si stanno mescolando pere e mele.
I criteri di Maastricht relativi al deficit e al debito (3% e 60%) sono obiettivi vincolanti. Il loro superamento si traduce nella violazione di una regola inserita nei Trattati. Invece, i parametri previsti nella procedura per squilibrio eccessivo (-4/+6% del PIL, nel caso dell'indicatore relativo alle partite correnti) sono un semplice termine di raffronto, una soglia con la quale fare una valutazione dei rischi, insieme ad altre 13 lancette. L'attivo delle partite correnti tedesche è altissimo, e forse anche politicamente criticabile, ma non si traduce nella violazione di una regola; riflette solo un potenziale rischio, che comunque deve essere interpretato insieme ad altri indicatori.
Debito più rischioso del surplus
Proprio a questo riguardo e sempre a proposito della procedura per squilibrio macroeconomico, è da ricordare che secondo Bruxelles la Germania è un paese in una situazione di squilibrio macroeconomico; mentre l'Italia è insieme a Cipro e Croazia in una situazione di squilibrio macroeconomico eccessivo. Evidentemente, a torto o a ragione, la Commissione ritiene che l'alto debito pubblico italiano, sommato a una bassa produttività, sia più pericoloso dell'elevato attivo delle partite correnti tedesco.
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