DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Elisabetta Ambrosi per "Il Fatto Quotidiano"
La basilica per officiare il rito non poteva che essere quella: l'Ambra Jovinelli, prima chiuso, poi risorto, prima col cartellone solo di sinistra, poi pure un po' di destra: il tempio perfetto della sinistra italiana. All'entrata, il sacro libro, Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo, veniva mostrato ai fedeli, che potevano acquistarlo in cambio di un obolo.
Inutile però, perché loro, amici e amici di amici, accorsi nonostante il freddo, erano arrivati già preparati. Pronti a sorridere nei momenti giusti, a tacere negli altri, come di fronte a una liturgia - la lettura di brani del libro - di cui già si conosce il cerimoniale.
Al centro del palco, spoglio come un altare romanico, un microfono e una poltrona in pelle, rimasta misteriosamente vuota fin quasi alla conclusione, come ad evocare un corpo divino presente, pronto a consustanziarsi al momento stabilito.
Abiti sobri, lino e lana, che richiamavano antiche tuniche ebraiche, buio e luci soffuse, una sensazione di attesa, come quella delle donne davanti al sepolcro vuoto. La messa della sinistra laica - quello stringersi stretti stretti nella crisi per dire che qualunque cosa accada noi siamo qui, possiamo contare l'uno sull'altro, voto su voto, amicizia su amicizia - può iniziare: "à letteratura", spiega nell'omelia di apertura lo scrittore Emanuele Trevi.
E dunque, proprio come per la Bibbia, "non bisogna fare il torto di interrogarlo da un punto di vista oggettivo, la sua bellezza è proprio quella di essere inaffidabile". Non crederete davvero alla teoria morale del "me-ne-infischio-degli-altri", primo comandamento del libro? Spiega, l'Emanuele, il dramma di un uomo, il Piccolo, che si trova improvvisamente felice perché ha trovato moglie e si è arricchito sotto Silvio Berlusconi, mentre tutti gli altri erano pronti a indossare i coturni (calzari utilizzati nella tragedia, ndr) per crocifiggerlo, per ribadire che no, la realtà è insostenibile, che bisogna resistere o fuggire al-l'estero, via dalla Palestina, in Fenicia o in Galilea. Falsi profeti, continua Trevi, "perché nascere in Corea o in Iran, quello sì è insostenibile".
Ma è il momento di Maria Maddalena, alias Michaela Ramazzotti, sensuale peccatrice che legge della figura evangelica di Machesarà mai, l'umile donna del libro che, pur non sapendo né leggere né scrivere, intuisce la verità , mentre Gesù le carezza il capo: tutto ciò che accade, anche le peggiori atrocità , non sono niente, tutto è relativo, ovviamente in attesa della fine dei tempi, presto in arrivo (le Scritture non sono chiare. Pare forse nella città di Roma, in un antico ninfeo, a luglio).
Dato a Dio quel che è di Dio, è il turno di Cesare. Ma l'amico Walter Veltroni non se la sente, in questo soprannaturale contesto, di parlare delle bassezze del mondo. Spiega come il libro sia stato illuminante, per la folgorante riscoperta dello "strumento forgiatore del dubbio", specie in un tempo "fatto di caos", dove le cose "hanno natura argillosa", in breve "in un mondo pieno di certezze e deprivato di valori".
A Concita De Gregorio tocca invece ricordare le persecuzioni subite dal Nostro. Quando lei tentò di farlo scrivere sul suo giornale, ma trovò solo funzionari senza cuore, uomini poveri di spirito, pronti a salvare il Barabba di partito e lapidare lui. Precisa che "non sempre si è trovata d'accordo con le sue idee", e improvvisamente nella sua omelia risplende per un attimo la luce del vero - "Francesco è una di quelle persone che si siedono in un angolo e hanno fortuna, trovano una moneta, o il semaforo verde".
Infine, come nei migliori riti non può mancare il testimone - è Paolo Virzì, con cui Piccolo sta lavorando - del potere di trasformazione spirituale e morale del profeta: "Quando mi sento angosciato Piccolo mi guarisce, mi rasserena". Ma ecco che improvvisamente appare, come una divinità calata dall'alto, Andrea Camilleri, scortato dall'autore.
Lui però si siede sulla poltrona di pelle e, involontariamente, distrugge la sacra messa in scena, omaggiando l'autore che "ha avuto il coraggio di scrivere una letteratura non penitenziale". Leggero panico in sala. Insomma, intende Camilleri, un romanzetto d'intrattenimento, che fa sorridere e basta.
Che mai, in altre parole - sembra proprio dire, vox clamantis in deserto - penserebbe di concorrere per vincere il maggior premio letterario italiano. Perché poi, se anche uno fosse un romanziere, vale quello che disse Sciascia quando l'università di Messina voleva conferirgli la laurea honoris causa. "Ma perché? Già maestro sugnu".
FRANCESCO PICCOLO Francesco Piccolo CONCITA DE GREGORIO LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE Prodi e Veltroni con dito alzatoclm08 emanuele treviMicaela Ramazzotti e Paolo Virzi - Copyright PizziPAOLO VIRZI E MICAELA RAMAZZOTTIfrancesco piccolo e camilleri a teatro foto di concita de gregorio francesco piccolo all ambra jovinelli
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