dmitri peskov vladimir putin

“IL DIALOGO TRA RUSSIA E STATI UNITI È NECESSARIO PER PRESERVARE LA STABILITÀ GLOBALE" - IL PORTAVOCE DEL CREMLINO, DMITRY PESKOV, TENDE LA MANO A WASHINGTON: “POICHÉ SIA NOI CHE L'AMERICA ABBIAMO UNA RESPONSABILITÀ SPECIALE PER LA STABILITÀ MONDIALE E STRATEGICA, IN UN MODO O NELL'ALTRO DOVREMO RIPRENDERE QUESTA CONVERSAZIONE” - SECONDO PESKOV, UN INCONTRO TRA PUTIN E BIDEN È POSSIBILE A PATTO CHE CI SIANO “DESIDERIO E DISPONIBILITÀ” DA ENTRAMBE LE PARTI E CHE “MATURINO ALCUNE CONDIZIONI”

Estratto dell’articolo di Giovanni Pigni per “la Stampa”

 

dmitry peskov

Mosca sembra tendere la mano al suo principale avversario geopolitico in nome della sicurezza del pianeta. Ristabilire il dialogo tra Russia e Stati Uniti, ora ai minimi storici, è «necessario» per preservare la stabilità globale, ha ammesso ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov durante un intervista al canale Rossiya-1, citata dall'agenzia Tass. Le relazioni con gli Usa «sono a zero o, direi, addirittura sotto zero», ha detto Peskov. «Tuttavia, poiché sia noi che l'America abbiamo una responsabilità speciale per la stabilità mondiale e strategica, in un modo o nell'altro dovremo riprendere questa conversazione», ha proseguito il portavoce.

DMITRIJ PESKOV E PUTIN

 

Peskov ha incolpato gli Stati Uniti per la riduzione dei rapporti tra i due Paesi, aggiungendo che il presidente americano Joe Biden «dovrà cambiare il suo atteggiamento in uno più costruttivo». Secondo Peskov, un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e la sua controparte americana è possibile a patto che ci siano «desiderio e disponibilità» da entrambe le parti e che «maturino alcune condizioni».

 

PUTIN BIDEN

Nonostante il segnale di apertura, la Russia continua a flettere i muscoli sullo sfondo del suo scontro con l'Occidente: un missile balistico intercontinentale capace di portare testate nucleari è stato testato con successo ieri, ha fatto sapere il ministero della Difesa russo. Il missile Bulava è stato lanciato dal nuovo sottomarino nucleare "Imperator Aleksandr III" stazionato nel mar Bianco settentrionale, e avrebbe colpito un obiettivo nella penisola di Kamchatka, a migliaia di chilometri di distanza.  […]