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Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"
Una carovana di dilettanti per vent'anni ha provato a fondere viale Mazzini e Cologno Monzese, a plasmare l'imbattibile Raiset e costruire una muraglia mediatica intorno a Silvio Berlusconi. Hanno miseramente fallito.
Però, c'è un'intervista che farà epoca e forse scuola: una mezz'ora di chiacchiere - trasmessa martedì mattina - con i ghigni ben riflessi tra il Cavaliere in armatura azzurra - ormai lo vestono con due taglie di troppo - e il direttore Monica Maggioni.
Rainews non si è fatta pregare e, per la ragione di status, maestranze e giornalisti sono andati in missione - rivela Dagospia - proprio a Cologno Monzese per l'udienza organizzata da Berlusconi negli studi 20 di Rete 4.
Chi non ha beneficiato di una cotanta visione celestiale deve rimediare con la differita sui siti. Imperdibile. Onore al regista che ha giostrato le telecamere. Poltroncine con larga seduta disposte in maniera simmetrica, bianco stile Porta a Porta; tavolinetto basso per stendere le gambe o per servire un amaro ghiacciato; recipiente di vetro cattedrale di non specificato utilizzo; librerie seminude ornate di cataloghi per acquisti postali; paralumi per illuminazione da privè; piante grasse per cerimonie in giardino.
Una meraviglia. L'audio allestito dai tecnici di viale Mazzini, dosato al punto giusto, non rovinava l'effetto "angolo-salotto-Ikea". Un luogo perfetto per le promozioni di materassi e pentole, tant'è che quelle promozioni le fanno davvero lì. E non stupisce l'appiccicosa sensazione, per chi guardava, di poter assistere a un'improvvisa esibizione di Giorgio Mastrota o Cesare Cadeo.
La redazione di Rainews non l'ha presa bene. Hanno spedito una piccata lettera a Dagospia: "A Mediaset non è entrata solo il nostro direttore Monica Maggioni, ma un'intera struttura produttiva Rai per garantire la par condicio esattamente come il giorno prima con il presidente Monti".
Non c'è nulla di strano, insomma, per una televisione che confeziona un servizio con i mezzi di una televisione concorrente perché, pare evidente, la scenografia non era roba di viale Mazzini e né avrebbe superato un viaggio autostradale Roma-Milano. Oppure: se fosse stato così, i costi non sarebbero giustificabili.
L'incontro Berlusconi-Maggioni, nonostante l'atmosfera soporifera, non è stato sportivo: il Cavaliere ha ridotto la solita omelia e, al momento di stringersi la mano, si è rifiutato ("Io non la ringrazio perché non ho avuto modo di spiegarmi").
L'azienda non ha intenzione di sanzionare la Maggioni, nemmeno con una telefonata, perché l'anomalia è sempre Berlusconi: che ci fa un politico, ex presidente del Consiglio, in uno studio di un'emittente privata? La sua? La scoperta, che Berlusconi sia comodo nella sua azienda, non rovina l'ottimo rapporto tra l'inviata del Tg1 e il direttore generale Luigi Gubitosi, che la propose per Rainews come risarcimento al mancato triplo salto carpiato al telegiornale di Rai1.
Qui si tratta di gesti inconsulti, fatti per abitudine e assuefazione: non sembra sconveniente a una televisione pubblica far visita a un politico in uno stanzone, di sua proprietà , che di solito ospita televendite. La differenza non si nota.
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