DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Selvaggia Lucarelli per il “Fatto Quotidiano”
Signori, è nata una stella nel firmamento del centrodestra. Un’unica donna che racchiude in sé il leccaculismo della Biancofiore, l’aria eterea da Madonnina infilzata della Boschi, il piglio della Bernini e la sfavillante antipatia della Picierno. Una donna che non dice cose di destra e nemmeno di sinistra, ma che dice semplicemente cose a caso. Una donna che è un po’ amazzone e un po’ renzina, e che di entrambe le categorie è sunto e continuità: la renzuschina Silvia Sardone.
Per capire a fondo il personaggio, bisogna analizzarlo con piglio scientifico perché il suo aspetto da principessina di Frozen potrebbe distrarre dalla sostanza. Intanto, una serie di preziose informazioni ce le fornisce il suo sito internet in confronto al quale quello di Belen Rodriguez sprizza modestia da ogni gigabyte. In homepage leggiamo a caratteri cubitali lo strillo “Record di ascolti per Silvia Sardone in tv!”.
Uno si convince che sia stata ospite della Bbc e invece si scopre che è stata dalla Gruber e che secondo una realistica ricostruzione dei fatti quella sera ha ottenuto più ascoltatori dell’allunaggio nel ’69.
Poi si viene investiti da una serie di banner sul modello di “Cartomante Topazio-oracolo dell’amore”, in cui Silvia Sardone, con una serie di foto tutte diverse, ti invita a seguirla su Facebook, poi su Twitter, poi in tv a tutte le ore del giorno e della notte, mostrando una determinazione nel suo intento di non lavorare seconda solo a quella di Matteo Salvini e Emanuele Filiberto.
Ma puoi seguirla anche sul suo canale Youtube, perché lei è 2.0 e in effetti, con i suoi 62 iscritti Frank Matano comincia a sentire il suo fiato sul collo, peccato che la renzuschina sul suo sito carichi video di programmi Mediaset in cui è apparsa e che Mediaset glieli rimuova perché viola il copyright.
Della serie: prova a fregare pure il suo pigmalione. Poi c’è la sezione contatti in cui la Sardone non ti fornisce solo email, sito e riferimenti social, ma anche il suo numero di cellulare, non sia mai che a Mengacci salti un ospite all’ultimo minuto e chiami la Santanchè al posto suo. Ma se pensate che tutto questo sia sufficiente per decidervi a disegnare un dito medio gigante sulla prossima scheda elettorale, non avete ancora toccato il nirvana: la sua biografia. Anche qui la prima cosa che salta all’occhio è la modestia.
“Sono nata il giorno di Natale dell’82, anno in cui l’Italia vinse i mondiali”. Che uno non capisce se voglia suggerirci che lei sia il nuovo messia o che a Bearzot la formazione la suggerisse lei in fasce. Specifica anche “sono una donna come tante, vivo nella periferia anche perché non posso permettermi di abitare in nessun altro posto”, come se tutti quelli che non vivono a Rozzano o a Sesto fossero eredi diretti di Briatore. Che poi, su questa faccenda “sono una donna come tante” avrei qualcosa da ridire. La nostra Renzuschina, raccontano le cronache, ha 32 anni, è laureata in Bocconi ed è consigliere comunale da dieci, è segretario di Forza Italia a Sesto San Giovanni e prima di debuttare in tv frequentava assiduamente il circolo del Buongoverno di Dell’Utri, che poi è un po’ come dire il circolo del Buon vicinato di Rosa e Olindo.
SILVIO l’ha notata tra tanti al casting di Villa Gernetto, quello in cui lui sgasava a bordo di una macchinina elettrica e gli aspiranti volti nuovi di Forza Italia gli correvano dietro come la vecchietta con lo scippatore. Pare ne sia rimasto folgorato. E in effetti, che l’abbia trovata una sua degna erede non è poi così bizzarro, visto che il volto nuovo di Forza Italia ha abitudini assai antiche.
Nella sua biografia così dettagliata e impreziosita da trionfi professionali manca, caso strano, un passaggio importante: a 27 anni, grazie a una nomina politica, la Renzuschina entra nel cda e poi diventa presidente di Afol (Agenzia per la formazione del lavoro) voluta da Podestà. Nel cda dimostra lo stesso rigore di Luciana Turina in una pasticceria siciliana. Lei, che si vanta di aver studiato diritto del lavoro, nomina un direttore generale che aveva i titoli al massimo per fare il garagista al parcheggio multipiano di Malpensa, viene ascoltata in procura, dichiara di non conoscere il direttore generale e di averlo scelto per il suo commovente curriculum (che però era taroccato).
A quel punto il pm tira fuori i tabulati in cui è evidente che si telefonavano anche di notte e a meno che lui non avesse un 144 e lei fosse convinta di chiamare Enzo o’ Gigolò, mi sa che si conoscevano piuttosto bene. Ma di casini in Afol il nostro volto nuovo con antiche abitudini ne ha combinati altri: si assegna una consulenza da 25 mila euro che viene denunciata dai revisori dei conti (e fa pressioni perché non venga verbalizzato il contratto), gli stessi revisori dei conti che noteranno tutta una serie di spese anomale e di bandi sospetti.
Memorabile la vantaggiosissima gara (a chiamata) vinta da una ditta di mobili di Treviso che vende ad Afol una scrivania alla modica cifra di 800 euro, una sedia a 400 e una cassettiera a 500. Tra l’altro, dopo accertamenti, si scopre che i mobili costavano meno sul listino del negozio e ancora ci si interroga sul perché non siano state chiamate ditte lombarde, che so, di Lissone in cui ci sono più mobilifici che cani da compagnia, anziché trevigiane. Chi di noi del resto non sa che i prodotti tipici trevigiani sono il risotto, il vino e le cassettiere.
NON CONTENTA, fa assumere il suo migliore amico a livello D1 (livello alto) il quale, anche lui qualificatissimo, vanta una laurea triennale in enologia e se lo piazza accanto come assistente tuttofare: le fa da autista con l’auto aziendale e da babysitter a suo figlio neonato che lei porta regolarmente in ufficio.
Morale: la procura si sta ancora occupando dei buchi in Afol sotto la sua presidenza e lei zitta zitta, tra un’ospitata e l’altra, sta restituendo 32 mila euro ad Afol. A questo punto, viene voglia di farsi diventare simpatici i Romani e i Gasparri che se potessero, la vorrebbero sì a destra, ma a destra di un tir in autostrada mentre quest’ulti - mo si immette nella corsia interna.
E in effetti, Maurizio e Paolo fanno bene a preoccuparsi. La Renzuschina è inarrestabile: dichiara che non le dispiacerebbe provare a fare il sindaco di Milano, tempesta le redazioni tv di mail con autoinviti a tutti i programmi, di cui vi regalo qualche riga (autentica): “Salve, vi scrivo perché seguendo spesso il vostro ottimo programma, sono a chiedervi di valutare la mia presenza come ospite… Ho avuto risalto sui media per la foto dei bambini siriani a terra nella sporcizia alla stazione centrale!..”, va in tv a dichiarare (testuali) cose come “se vai in stazione la gente non ti fa fare il biglietto perché vuole la fetta sul biglietto!” e altre amenità sul cui senso e significato ci stiamo ancora interrogando.
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A questo punto, se il futuro è la Renzuschina, viene solo da sperare che quel lifting inatteso di Berlusconi significhi una sola cosa, e cioè che il volto nuovo e liftato del centrodestra, tutto sommato, sia ancora lui.
2 - PATETICO ARTICOLO DELLA LUCARELLI SUL FATTO, PIENO DI AFFERMAZIONI FALSE
In riferimento “all’editoriale” della signora Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, veritiero quanto può essere un film di Godzilla, sono a specificare quanto segue.
Prendo atto che la giornalista, evidentemente incapace di controbattere in un confronto diretto come accaduto recentemente a Piazzapulita, abbia dovuto esprimere la sua frustrazione con un patetico documento, pieno zeppo di errori e offese.
Le faccio i miei complimenti per aver sprecato il suo primo editoriale sul Fatto scrivendo un articolo su di me, basato su assolute falsità. Se fossi il direttore Travaglio che notoriamente ama dare notizie e non gossip, sarei piuttosto spiazzato da un tale esordio così mediocre e scopiazzato da vecchi articoli già smentiti su questioni di molti anni fa
Ci sono infatti numerosi riferimenti totalmente inventati o fasulli. Mi riservo di adire alle vie legali per la tutela dei diritti e interessi lesi per le false affermazioni.
In merito agli strampalati giudizi sulla mia persona
selvaggia lucarelli e l'amica ivana 2
– Parla di “leccaculismo” descrivendomi. E’ evidente che non conosce il Partito anche perché se avessi leccato il culo non sarei una semplice consigliera di zona e non attaccherei i “potenti” del Partito che lei stessa alla fine si mette a difendere, forse è lei che lecca il culo?
– Spende un’intera colonna per criticare il mio sito (caspita che giornalismo di qualità criticare un sito) in cui segnalo le mie attività o i miei riferimenti sui social. Detto da una che promuove solamente il suo seno è un complimento!
– Mi definisce “una donna che non dice cose di destra e nemmeno di sinistra”: ecco che qui la novella paladina dei Rom tira fuori il suo astio dall’alto della sua gloriosa carriera giornalistica.
– Mi cita per un titolo del sito sui “Record di ascolti”, la (non) giornalista non ha nemmeno notato che quelli riportati nel mio sito sono articoli di quotidiani che avevano quel titolo e che l’analisi riprodotta non l’ho inventata io ma era stata riportata da altri giornali che avevano analizzato gli share di alcuni programmi.
– Informiamo la Lucarelli che lavoro con il cartellino 8 ore al giorno e che quando vado in televisione ci vado in orari serali o prendendo, come da contratto, ferie o ore di permesso.
– La Lucarelli critica il fatto di aver lasciato sul mio sito il mio numero di cellulare. E’ lo stesso da quando avevo 16 anni e l’ho messo lì perché i cittadini (soprattutto della zona dove sono consigliere) possano contattarmi per espormi i loro problemi. Credo sia buona politica dare il proprio cellulare ai cittadini, evidentemente per la Lucarelli sono da lodare coloro che sul territorio non ci sono mai e sono irrintracciabili.
– Nel Circolo del Buon Governo di Dell’Utri ci sarò entrata una volta in tutta la mia vita, se questo vuol dire assiduamente allora vinco assiduamente al gratta e vinci!
– La Lucarelli continua lodando alcuni parlamentari di lungo corso di Forza Italia…si commenta da sola! Il suo meglio lo fa descrivendo la mia morte sotto un TIR. Complimenti!
– Ho solo mandato i miei contatti e una mia breve biografia ai giornali, dove è lo scandalo? E tra l’altro la considero una cosa normalissima per lasciare i propri riferimenti alle redazioni. Inoltre la Lucarelli cade in una grave contraddizione. Se lecco il culo come mai non vado in tv su raccomandazione? Le mail sono la prova provata di un lavoro che parte dal territorio (in tv ci sono andata per alcune attività a Milano e provincia) e che non è frutto di padrini politici ma di militanza e voglia di fare. Nella mail che la scrittrice riprende infatti segnalavo una mia battaglia contro la scandalosa accoglienza fatta ai siriani in Stazione centrale da parte del comune che se ne vantava.
– La Lucarelli segnala una mia dichiarazione sul pizzo dei rom in stazione e nelle metropolitane intorno ai distributori dei biglietti Atm. Battaglia che rivendico ma capisco possa dare fastidio a chi difende i rom, spesso in maniera ridicola e banale.
– Sul futuro di Forza Italia io sogno un partito che sia in grado di rinnovarsi, la Lucarelli no. Ne prendiamo atto.
Per quanto riguarda i passaggi su Afol che si riferiscono a vicende passate da ormai anni sulle quali non ho mai avuto alcuna condanna né civile né penale e sulla quale non sono sotto alcun tipo d’indagine evidenzio quanto segue
– La mia carica di presidente di Afol era totalmente onorifica
– La nomina del direttore generale in questione è avvenuta su indicazione del consiglio di amministrazione, del quale ai tempi ero un semplice componente. La persona in questione, laureata e ricercatore avrebbe falsificato il curriculum (non dicendolo ovviamente ai membri del Cda, per la cronaca quando fu nominato ero semplice componente del consiglio e nemmeno presidente) per quanto riguarda un’attività svolta (in realtà non svolta) dal medesimo. Una volta scoperta l’anomalia e preso atto di numerose responsabilità gravi nel suo operato, il Cda che presiedevo lo ha licenziato per giusta causa. Conoscevo il direttore generale per ragioni professionali essendo una studiosa di diritto del lavoro. Ero talmente così amica di questa persona che in qualità di presidente del CdA abbiamo provveduto a licenziarlo!
– Non mi sono mai assegnata una consulenza di 25.000 euro e non ho mai fatturato tale somma per un progetto. Anzi ribadisco che il mio incarico di Presidente Afol e membro del Cda era onorifico. Sono stata nel Cda di Afol per circa 4 anni. Nel corso di questi 4 anni ho solo seguito un progetto finanziato con fondi dell’Unione europea.
– In merito ai giudizi dei revisori dei conti si ribadisce, come già fatto più volte in passato, che i revisori hanno iniziato a screditare il cda di Afol immediatamente dopo che il medesimo ha ridotto i loro compensi. I revisori che li hanno preceduti fatturavano infatti complessivamente 30.000 euro l’anno mentre loro per l’intero mandato hanno fatturato 420.000 euro. Preso atto di tale differenza il Cda, su indicazione del segretario della Provincia, ha deciso di ridurre i loro compensi. Dal momento in cui hanno visto i loro emolumenti diminuire hanno fatto partire le critiche: un caso?
– Clamorosa la cantonata della Lucarelli sulla gara arredi. La mal informata Lucarelli sbaglia completamente contesto e responsabilità sulla questione. Le anomalie non vengono scoperte dai revisori ma sono io a tirarle fuori in azienda dopo una segnalazione da parte di una dipendente. Inoltre, precedentemente, avevo suggerito alla direzione di rivolgersi all’IKEA, una volta negatami tale possibilità ho chiesto di invitare più ditte possibili. L’unica ditta lombarda che aveva partecipato e che aveva proposto una cifra molto più bassa è stata esclusa dall’allora direttore generale (poi dal Cda licenziato) per un vizio di forma! Rassicuriamo inoltre i cittadini che nemmeno un euro di soldi pubblici è stato speso perché dopo la mia segnalazione tutto è stato prontamente sospeso.
– Non ho mai fatto assumere alcun miglior amico né ho mai avuto un autista o baby sitter. La persona a cui si riferisce la Lucarelli non è stata assunta sotto la mia presidenza e non ha mai avuto quei ruoli con me.
– Non si capisce di quali buchi di bilancio parli la Lucarelli considerando che il bilancio di Afol è stato chiuso in attivo. Inoltre ribadisco che non esiste alcuna indagine a mio carico da parte della magistratura.
– Per quanto riguarda 32mila euro da restituire non si capisce da dove abbia preso questa notizia la Lucarelli. Per doverli restituire dovrei quantomeno averli percepiti.
Insomma tutta la mia compassione per l’ex moglie del figlio di Pappalardo. Evidentemente dove non ci sono i contenuti sono rimaste solo le banalità comiche che avrà appreso dal suo ex compagno Max Giusti.
Un consiglio a Travaglio: se non vuole svaccare completamente il Fatto Quotidiano scriva chiaramente che la rubrica della Lucarelli fa parte della sezione gossip.
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